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Dragon Quest Treasures, recensione – A caccia di tesori su Nintendo Switch

La serie di Dragon Quest sta affrontando negli ultimi anni un periodo di “quiete prima della tempesta”. Dopo il successo dell’undicesimo capitolo della serie principale, i fan sono in attesa di poter vedere i cambiamenti importanti annunciati per Dragon Quest XII, che dovrebbe dare una ventata d’aria fresca alla serie. Insieme a lui anche l’atteso remake di Dragon Quest III in grafica HD-2D. Entrambi i progetti non sembrano vicinissimi. Ed entra così in gioco Dragon Quest Treasures.

La serie di casa Square Enix vanta una tradizione di titoli spin-off importante. Dai più recenti Builders o Heroes, ai vecchi spin-off come Monsters. E seppur le similitudini con quest’ultima serie citata possano sembrare forti, Dragon Quest Treasures è effettivamente un nuovo tipo di gioco per la serie, che pone i mostri iconici della serie al centro andando a formare un pacchetto sorprendentemente valido.

Nelle ultime settimane abbiamo potuto provare a fondo Dragon Quest Treasures, uscito in esclusiva per Nintendo Switch, cosa che come vedremo comporta forse l’unico neo importante della produzione.
Senza ulteriori indugi è arrivato dunque il momento di analizzare a fondo Dragon Quest Treasures in questa nostra recensione. Buona lettura.

Poche parole e tanta avventura

Le prime ore di Dragon Quest Treasures sono quanto di più lontano ci possa essere dalla vera natura del gioco. Estremamente incentrate sulla narrativa, totalmente guidate e lineari, con poche opzioni a nostra disposizione. In una parola tediose. Talmente pesanti per il giocatore che, se non si ha cuore di resistere si potrebbe persino abbandonare il titolo prima di superarle. E la cosa sarebbe un grande peccato.

Perché superato questo pessimo inizio, Dragon Quest Treasures si rivela essere un titolo ampio e pieno di opzioni per il giocatore.
Prendiamo ad esempio la componente narrativa. Se le prime ore potevano lasciar pensare a un titolo fortemente guidato da essa, come accade nei titoli principali, il resto del gioco la rivela piuttosto come un accessorio. Un po’ come accade nella serie di Monster Hunter, la narrativa è più un pretesto per dare un senso di progressione al titolo. Parliamo infatti di una storia estremamente semplice e di contorno.
Nonostante i due protagonisti siano Erik e Mia bambini, personaggi dell’undicesimo capitolo, non aspettatevi di trovare chissà quale approfondimento sulla loro vita prima dell’incontro con il Lucente.

In Treasures vediamo i due bambini catapultati nel mondo di Draconia, un arcipelago di isole volanti, dopo aver seguito due misteriose creature ed essere entrati in possesso dei Pugnali del Drago. Qui faranno un patto con le due creature. In cambio del loro aiuto nello scovare tesori, Erik e Mia cercheranno di ritrovare le Sette Gemme del Drago, leggendari artefatti il quale potere congiunto pare essere incredibile.

Dragon Quest Tresures, Erik e Mia

Ma tutto questo passerà presto in secondo piano, una volta superate quelle sopracitate ore iniziali. Da quel momento l’intera Draconia sarà a nostra completa disposizione, pronta a essere esplorata senza praticamente alcun limite. Gli unici limiti parziali saranno rappresentati da posti raggiungibili solo con le abilità dei mostri (ne parleremo meglio più avanti) e dalle zone dove il livello dei Mostri sarà particolarmente elevato. In quest’ultimo caso però potremo aggirare il problema muovendoci con un po’ d’attenzione, riuscendo a ottenere materiali avanzati prima del tempo.

Le diverse isole si presentano come delle grandi zone open-world, decisamente estese sia sul piano orizzontale che su quello verticale. Ciascuna presenta materiali e mostri diversi che potremo incontrare, cosa che garantisce una buona varietà nelle nostre esplorazioni.
Ogni isola presenta un bioma e un’estetica propria, a partire dalla zona desertica fino a quella vulcanica, passando per una ghiacciata.

A caccia di tesori con i mostri

Parliamo ora in modo più approfondito dell’esperienza di gameplay di Dragon Quest Treasures. Come accennato in apertura (e come suggerisce il titolo stesso), lo scopo principale del gioco sarà quello di andare a caccia di tesori. Nel farlo non saremo soli con i due protagonisti Erik e Mia, bensì saremo accompagnati dai mostri iconici della serie.
In ogni spedizione su una delle isole del gioco, la nostra squadra sarà formata da uno tra i due protagonisti e tre mostri nostri alleati. Erik e Mia di fatto sono lo stesso personaggio, dato che livellano insieme e in combattimento e nell’esplorazione hanno le stesse possibilità. Insomma l’alternarli serve solamente per variare un po’ nel corso del gioco.

La scelta dei mostri da portare con noi invece sarà molto importante. Ogni mostro presenta debolezze e resistenze elementali e abilità che vanno a influire su come combatte durante gli scontri con i mostri avversari. Ancora più importante è però la specialità. Ciascun mostro ha infatti un’abilità che potrà aiutarci nell’esplorazione della mappa. Lo Slime per esempio può farci saltare molto in alto, mentre il Vampistrello ci permette di planare per un po’. Grazie a queste abilità potrete esplorare veramente ogni angolo delle isole. Considerando che ottenere almeno un mostro per ciascuna abilità è abbastanza semplice sin da subito, il primo muro all’esplorazione a cui accennavamo sopra cadrà molto presto.

I mostri saranno parte attiva anche nello scovare i tesori. In una prima fase della ricerca dovremo servirci del “Tesoroscopio”, uno strumento in possesso del protagonista che come una bussola ci indirizzerà verso il tesoro più vicino. Una volta arrivati in prossimità del tesoro, i nostri mostri inizieranno a percepirne la presenza e, dopo aver usato ancora una volta lo strumento, ci mostreranno tre immagini. Usando queste immagini dovremo trovare nelle vicinanze il tesoro e dissotterrarlo. Non potremo però raccogliere tesori all’infinito. Ogni nostro mostro potrà infatti trasportare un determinato numero di tesori.

Dragon Quest Tresures, Tesoro Iconico

E a cosa servono questi tesori? Ad accrescere la sala del tesoro della nostra Brigata. Erik e Mia fonderanno infatti una brigata, con l’obiettivo di accumulare una vera e propria fortuna. Ciò ci porterà a scontrarci con le brigate rivali, le quali potrebbero attaccarci anche durante le nostre esplorazioni.
Proprio far crescere la nostra Brigata rappresenta uno dei punti più soddisfacenti della progressione di Dragon Quest Treasures. Vedere la propria sala del tesoro riempirsi di manufatti che rappresentano oggetti e personaggi storici della serie è un vero piacere per i veterani. Inoltre, salendo di grado sbloccheremo nuove funzionalità, come un negozio per i materiali, una mensa per ottenere cibi che ci aiuteranno negli scontri o il fabbro per i nostri proiettili.

Proprio i proiettili rappresentano ciò che rende le fasi di combattimento del titolo molto interessanti. Erik e Mia infatti durante gli scontri in tempo reale del gioco potranno combattere al fianco dei propri mostri utilizzando i Pugnali del Drago per attacchi melee, oppure la fionda per un approccio dalla distanza. Quest’ultima soluzione è decisamente quella più interessante. Grazie al fabbro potremo creare proiettili di ogni tipo. Abbiamo quelli offensivi, quelli che migliorano le statistiche dei nostri mostri, quelli che li curano e anche quelli che applicano status.
Sfruttando bene i proiettili e le debolezze dei nemici, potremo risolvere tante situazioni difficili, battendo anche mostri di diversi livelli sopra a noi.

La meccanica degli scontri seppur sempre presente nelle nostre esplorazioni, diventa protagonista all’interno del Dedalo, una zona sotto la nostra base che ci porterà in una serie di portali dove affrontare diversi nemici. Grazie a queste sfide potremo reclutare mostri, ottenere materiali e anche trovare indizi su come trovare le Gemme del Drago. Un’ottima modalità per staccare dalle classiche esplorazioni.

Nel complesso il gameplay di Dragon Quest Tresures diverte, facendo trovare al giocatore un certo piacere nel vedere la propria base crescere, la sua squadra di mostri espandersi e le isole sempre più complete. A fronte di un ritmo di gioco a volte un po’ troppo lento, il gioco trova in un combat system sorprendentemente interessante e nel piacere del completismo i suoi punti di forza maggiori.

Draconia non splende come i suoi tesori

Veniamo ora a ciò che in apertura vi abbiamo presentato come il punto più dolente del titolo. Parliamo del comparto tecnico. Dragon Quest Tresures è un titolo uscito in esclusiva per Nintendo Switch. Per quanto i limiti della console della Grande N siano noti a tutti, una produzione pensata esclusivamente per essa dovrebbe riuscire a offrire un comparto tecnico migliore.
Dragon Quest Tresures si presenta graficamente molto poco accattivante, con gli ambienti non eccessivamente vuoti ma un po’ privi di dettagli. Si nota inoltre un costante pop-up a schermo, che quantomeno avviene in modo graduale e non improvviso.

A fronte di un comparto visivo simile, non può stupire nemmeno il framerate. Il gioco punta ai 30 fps sia in modalità portatile che docked, riuscendo a mantenerli abbastanza bene ma non mancando di alcuni cali leggeri quando i mostri a schermo aumentano di numero. Se il target dei 30 fps fissi potrebbe anche essere accettabile su Nintendo Switch, visto il comparto visivo in questo caso ce li saremmo aspettati.
Tra il gioco in modalità docked e quello in modalità portatile le differenze risultano essere molto lievi, con giusto l’aspetto visivo che ne guadagna ovviamente sullo schermo più piccolo del portatile.

Dragon Quest Treasures, Planata

Sul piano artistico il gioco si difende meglio pur non stupendo. Per quanto riguarda i modelli e i design chiaramente c’è poco da dire, dato che parliamo dei fantastici mostri e character design ideati da Akira Toriyama nel corso degli anni. Manca un po’ di originalità, salvo per gli ambienti che costituiscono Draconia, molto diversi tra loro e ben ispirati.

Chiudiamo facendo un accenno alle musiche di gioco. Ad accompagnare le nostre avventure ci penseranno le musiche del compianto Koichi Sugiyama, storico compositore della serie venuto a mancare lo scorso anno. Seppur come sempre bellissime, parliamo anche in questo caso di un riutilizzo. In particolare delle melodie che abbiamo potuto apprezzare nell’undicesimo capitolo principale della serie.
Insomma un comparto artistico che sì convince ma risultando troppo derivativo e peccando di originalità.

Conclusioni

Dragon Quest Tresures è uno spin-off ben riuscito. Un’esperienza che dopo un avvio decisamente sbagliato riesce a rivelare un qualcosa che quando abbiamo messo le mani sul titolo non ci saremmo aspettati. Una libertà così grande d’esplorazione e quel senso travolgente che porta il giocatore a voler accrescere sempre di più la propria raccolta di tesori. L’universo di Dragon Quest con i suoi colori e i suoi mostri iconici riesce sempre a funzionare, proponendo anche un sistema di combattimento action molto gradevole e più stratificata di quello che possa sembrare inizialmente. Un gioco che senza dubbio riuscirà a intrattenere per diverse ore i fan della serie vogliosi di tuffarsi nelle atmosfere tanto amate.

dragon quest treasures pro contro

Dragon Quest Treasures

Voto - 7.5

7.5

VOTO

Dragon Quest Tresures è il nuovo titolo spin-off della storica serie di casa Square Enix, in esclusiva per Nintendo Switch.

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Samuel Bianchi

Samuel Bianchi

Videogiocatore svezzato dalle sapienti mani della prima Playstation e dal Sega Mega Drive, nel tempo ha sviluppato un interesse particolare per i giochi di ruolo. Cresciuto vivendo il videogioco in solitaria, ora ha un forte desiderio di analizzare il mondo videoludico con gli altri appassionati, approfondendone le capacità aggregative e comunicative, tipiche della grande arte.

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