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Eurogamer è morto, lunga vita ad Eurogamer!

Oggi è un giorno come tanti altri. È venerdì e siamo in attesa del weekend. Ci siamo alzati e abbiamo preparato la colazione al volo. Scorriamo col dito le ultime notizie. Ognuno ha la propria routine: Twitter, Facebook o Instagram. Scriviamo all’amico che sentiamo una volta all’anno per fargli gli auguri.

L’odore del caffè ed un sorso amaro. Riprendiamo a scorrere. “La fine di un bel viaggio”. Eurogamer.it sospende i lavori. Il sorso successivo è un po’ più amaro del solito.

La chiusura di Eurogamer.it è il saluto ad un vecchio amico

La notizia della chiusura di Eurogamer.it ha scosso tutti dentro la redazione. Anche per noi le parole sono pane quotidiano. Scriviamo articoli, correggiamo paragrafi, rendiamo fruibile un pensiero in forma scritta. Il comunicato di Eurogamer lascia poco spazio all’immaginazione: 

“Eurogamer Italia sospende i lavori mettendo un punto alla fine delle tante, tantissime pagine pubblicate in questi anni. Anni nei quali, grazie al duro lavoro e alla grande dedizione di chi vi ha fatto parte, è diventata una delle voci più lette e autorevoli nel panorama italiano della critica videoludica.”

Eurogamer

Il comunicato completo ci ha colpiti per la sua estrema precisione. L’annuncio è stato decisamente più freddo e asettico di come ce lo si poteva aspettare. Ma i panegirici non servono quando stai annunciando la morte di un amico. Con questo scritto non vogliamo semplicemente salutare con affetto Eurogamer. Vogliamo parlare anche al nostro pubblico: a chi ci segue, ci legge e legittimamente ci critica.

Alla rincorsa della notizia: per un pugno di click

La critica che molto spesso viene attribuita – non soltanto a noi – è che viene pubblicata troppa roba da bar. L’articolo sulle due influencer agli Uffizi è da manuale: ci si siede con gli amici al pub, e si inizia a dire “oh, ma hai visto quelle che si sono fatte la foto davanti la Venere del Botticelli?”

Influencer e Venere di Botticelli

Tutti i giornalisti vorrebbero dissertare delle grandi qualità artistiche portate in dote da God of War: Ragnarok, fare analisi semiotiche del medium e discernere tra rumor e meccaniche ludonarrative. Eppure, al bar, non parliamo del finale di Nier: Automata che strizza l’occhio a Barthes. O forse lo facciamo, ma soltanto dopo la terza birra.

In un mondo sempre più dinamico, è necessaria velocità. L’utente medio, con buona pace di chi ci sta leggendo, non aprirebbe mai un articolo su Barthes, né andrebbe alla ricerca di lunghi reportage su Yoko Taro. Chi scrive lo sa e si adatta: se la gente clicca sui rumor, il rumor sarà l’articolo del giorno.

Nier: Automata

Il buio della cameretta nasconde i nostri scheletri

Viviamo in un’epoca dove ognuno di noi potrebbe tranquillamente imparare una nuova lingua cercando semplicemente delle lezioni su YouTube. La gratuità dei contenuti è la spada di Damocle di tutte le realtà di settore. Quanto ci innervosiscono i paywall sui principali siti d’informazione? Eppure quello è il dazio da pagare per una supposta qualità dei contenuti pubblicati. Dall’altra, per inseguire il modello di business è obbligatorio guadagnare dalle pubblicità all’interno del sito.

Hideo Kojima, col finale di Metal Gear Solid 2, è sicuramente stato precursore di una realtà che oggi più che mai sentiamo vicini. Da quando il pubblico ha iniziato a considerare gratuita l’informazione, si è innescato un circolo vizioso. Il guadagno si raggiunge con il click e l’effetto è la polarizzazione delle opinioni. Cavalcare i trend è l’unica via maestra per permettere al redattore di poter scrivere un articolo di qualità.

L’informazione oggi stimola gli istinti primordiali, sessuali o di odio verso una certa categoria. E tutti noi – redattori compresi – critichiamo aspramente questo tipo di approccio giornalistico. Eppure, nel buio della nostra cameretta, nessuno vede cosa leggiamo.

Ragazzo in stanza buia

Siamo tutti colpevoli della chiusura di Eurogamer

Nulla è come sembra: gli stessi articolisti sono prima di tutto utenti, e sono soggetti alle stesse debolezze di chi legge. Oggi era un giorno come tanti altri. Abbiamo fatto colazione al volo e col dito abbiamo letto le ultime notizie. Ognuno ha la propria routine.

Riprendiamo a scorrere: Eurogamer Italia non c’è più. Il sorso successivo è un po’ più amaro del solito perché in fondo sappiamo di essere tutti un po’ colpevoli. 

smartphone and coffe

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