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The Last Oricru copertina

The Last Oricru – Recensione: L’ultimo umano

Nella storia videoludica il genere RPG, o GDR che dir si voglia, ha subito una serie di evoluzioni importanti sfornando serie che sono rimaste nei cuori dei videogiocatori. Nel tempo questo genere è stato declinato in tutte le forme possibili con tutti i tipi di setting e ambientazioni. Una delle più inflazionate, per ovvie ragioni, è quella Fantasy. Grandi titoli come The Elder Scrolls, Baldur’s Gate, Dragon Age e Dark Souls hanno portato rivoluzioni nella categoria e alcuni addirittura dando il nome ad un sottogenere di giochi.

The Last Oricru è un Action-RPG in terza persona, sviluppato dallo studio Golden Knights, che prende molto ispirazione dagli ultimi due titoli citati in sopra. Il gioco propone libertà decisionale al giocatore che andrà a impattare il proseguire della storia e la percezione che il mondo di gioco avrà di lui, come Dragon Age, unito ad un gameplay che prende a piene mani dalla saga di From Software.

The Last Oricru, la nostra recensione

In The Last Oricru vestiremo i panni di Silva, uno degli ultimi umani rimasti sullo sconosciuto mondo di Wardenia. Il pianeta, terraformato è circondato da una barriera protettiva, è ormai popolato da due razze in colfitto tra loro: i Naboru, razza dominante simile agli umani, e i Ratkin, razza di topi antropomorfi schiavizzati e sfruttati. Dai primi momenti di gioco saremo chiamati a prendere diverse decisioni, che andranno ad impattare lo sviluppo della nostra avventura, rendendoci di fatto l’ago della bilancia nella storia, in maniera simile a Dragon Age.

The Last Oricru copertina

Uno dei pochi punti di forza di The Last Oricru è l’influenza del giocatore sul mondo di gioco. Ogni scelta, anche quella più banale, avrà diversi risvolti sui rapporti con le altre fazioni e personaggi non giocanti, ma soprattutto, su eventi cardine che cambieranno completamente l’esperienza di gioco. Se da questo canto abbiamo un ventaglio di possibilità, lo stesso non si può dire per le opzioni all’interno dei dialoghi, ridotte quasi sempre a due, una che fa andare avanti la conversazione e una che darà informazioni aggiuntive.

Non potremo, quindi, scegliere cosa dirà Silva,che avrà dialoghi predefiniti e sarà impostato nel mood di sarcastico burlone, un tipo di personalità che non a tutti potrebbe andare a genio, in particolar modo, se pensiamo che molti dei dialoghi non sono scritti in maniera particolarmente brillante. Complice nella nostra antipatia verso il personaggio c’è stato l’utilizzo di un doppiaggio di livello amatoriale, che è stato applicato su tutti i personaggi.

Dark Souls on ice

Come già ripetuto in precedenza. The Last Oricru è un souls-like a tutti gli effetti. Avremo le classiche opzioni di attacco leggero e pesante, l’opzione di parare e l’immancabile schivata. Il sistema di combattimento, però, ha poco mordente, i colpi hanno quasi nessun peso e ci è sembrato di avere la costante sensazione di essere su una lastra di ghiaccio.

L’assegnazione dei comandi sia su mouse e tastiera che su controller non è proprio ottimale con delle scelte discutibili a livello di posizionamento. Purtroppo, non c’è possibilità di riassegnazione dei tasti o di cambio di configurazione del controller, una mancanza abbastanza grave che riduce di molto le opzioni di accessibilità del gioco. Non sarà possibile neanche invertire i controlli della telecamera, opzione non essenziale per noi ma che potrebbe esserlo per diversi giocatori.

The last oricru screenshot 2

Le armi a disposizione del giocatore avranno requisiti per essere usata in maniera efficiente. Le statistiche sono implementate in maniera peculiare, si potranno aumentare con il livello o con oggetti speciale che ne accresceranno il valore di alcune a discapito di altre. Abbiamo trovarlo la scelta singolare, ma che aggiunge un certo livello di strategia nell’indossare l’equipaggiamento.

Ogni volta che sconfiggeremo un nemico, ci verranno assegnati dei punti esperienza spendibili ai Terminali, l’equivalente dei falò, per aumentare le nostre caratteristiche. Ai terminali sarà possibile anche produrre moneta di gioco in cambio di essenze e ascoltare il diario di bordo del capitano che spiegheranno retroscena sulla storia e sulla misteriosa nave spaziale che si è schiantata su Wardenia. Verranno usati anche come punti di respawn ogni volta che saremo uccisi, cosa successa di rado, e riportati in vita dalla nostra cintura, l’oggetto che ci rende immortali e che giustifica la possibilità di tornare in vita, un aggiunta che abbiamo apprezzato.

Sempre parlando dei combattimenti, i nemici soffrono di una mancanza di intelligenza artificiale che li porta spesso a suicidarsi o a rimanere incastrati nei posti più improbabili. Ci è capitato più di una volta, inoltre, che i gli avversari non percepissero la nostra presenza o, in alcuni casi, spawnassero con un singolo punto vita. Abbiamo riscontrato questo tipo di problemi sopratutto dopo aver resettato l’area tramite i Terminali. Si tratta sicuramente di bug che verranno prima o poi risolti, si spera, ma che hanno influenzato negativamente la nostra esperienza di gioco.

Meglio con un amico

The last Oricru decide di portare l’esperienza souls-like in maniera completa introducendo la possibilità di avere un compagno per tutta la durata del gioco per aiutarci nei combattimenti. Si potrà giocare in co-op sia online che in locale, una feature che ormai pochi giochi introducono. Poter giocare in split-screen con un amico ci è sembrata una trovata interessante che di sicuro aggiunge un qualità in più al titolo. La co-op in locale è una funzione ormai desueta ma con un certo fascino e potrebbe portare una lato divertente e interessante il poter giocare con qualcuno al proprio fianco.

The last oricru coop

Girando Wardenia

Passiamo adesso a quella che è la direzione artistica e il comparto tecnico. Per molti versi, anche per come è sviluppata l’ambientazione, The Last Oricru ci ha ricordato molto Elex II, ma in generale molti prodotti dello studio Piranha Bytes per la legnosità di fondo delle animazioni e delle cutscenes. I personaggi hanno sempre un espressione vuota con sguardo fisso e inespressivo, questo unito al doppiaggio non proprio stellare, rinforza quella sensazione di progetto a basso budget.

Per quanto riguarda gli ambienti di gioco, benché ampi, siamo davanti a zone vuote e poco ispirate che cercano di avere quella interconnessione propria dei giochi From Software, ma che non riescono a centrare il bersaglio. Le città sanno di già visto e lo stile non salta particolarmente all’occhio complice una comparto tecnico carente su più fronti.

The last oricru screenshot

Per un gioco che è sviluppato per Next-Gen e PC, The Last Oricru ha una grafica che ricorda più i titoli usciti durante i primi tempi della generazione scorsa. Abbiamo rilevato diversi bug grafici insieme a pop-up, ritardo nel caricamento delle texture e pesanti cali di frame-rate anche alle configurazioni più basse.

In Conclusione

The Last Oricru è un titolo che non ci ha convinto. Se da una parte le possibilità di scelta date al giocatore permettono di plasmare la storia è un aspetto che ci è piaciuto; dall’altra il carente comparto tecnico, il combattimento poco rifinito, il doppiaggio di livello amatoriale e i diversi bug riscontrati al lancio di hanno dato l’impressione di un prodotto a basso budget con troppe ambizioni.

The last oricru pro contro

The Last Oricru

Voto - 6

6

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Luigi Parri

Luigi Parri

Sceneggiatore di fumetti in erba con grossi problemi di rabbia repressa. Finto portatore di Stand. Appassionato Metroidvania e drogato di Rogue-like. Non riesco a dormire senza il mio cartonato di Hideo Kojima.

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