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Thymesia – Recensione: l’anello mancante tra Sekiro e Bloodborne

Dopo gli innumerevoli successi collezionati da FromSoftware, molti sono gli studi di sviluppo a tentare la fortuna con il genere distintivo coniato dal team giapponese capitanato da Hidetaka Miyazaki, dando alla luce i più disparati titoli soulslike che possano dire la loro attraverso un linguaggio ludico estremamente apprezzato dal pubblico più hardcore di videogiocatori. È il caso del nuovo action RPG arrivato sul mercato, Thymesia, sviluppato da OverBorder Studio e pubblicato da Team17, che prende ispirazione dal capolavoro dark fantasy gotico esclusiva PlayStation, il pluriacclamato Bloodborne, traendo da quest’ultimo le atmosfere e il contesto narrativo ed estetico, sebbene riproducendo il tutto in misura drasticamente ridotta e semplificata, quanto basta per dare un senso al suo essere in un gameplay diverso e funzionale, che ci vedrà protagonisti in un regno afflitto da una grave epidemia.

Abbiamo testato a fondo Thymesia, il nuovo soulslike dello studio taiwanese e loro primo titolo come team, e siamo pronti a raccontarvi nel dettaglio l’esperienza action fantasy nella nostra recensione.

Alchimia del caos

Thymesia ci immerge in un regno devastato dalla malattia, fiorente prima di questa grazie alle conoscenze alchemiche, che lo rendevano integro mentre i territori limitrofi perivano per colpa di contagi ed epidemie. L’alchimia però, in qualche modo ha scatenato il morbo anche nel regno di Ermes che esploreremo. La soluzione a questa pestilenza è una formula che solo il protagonista di nome Corvus conosce, soltanto che è persa nei suoi ricordi, e proprio quest’ultimi rappresentano i segmenti giocabili dell’avventura, alla ricerca dei segreti che porteranno alla creazione della Soluzione di Ermes, in base alle informazioni acquisite durante le esplorazioni, che possono anche condurci verso esiti multipli. Thymesia infatti non è un titolo dall’ampia longevità, anzi tutt’altro, ma può contare su finali diversi in base ai vari elementi acquisiti durante i ricordi, tra progressione principale e incarichi secondari che ampliano la lore di gioco, puntando sulla ripetizione dei livelli tra ricerca di nuovi oggetti chiave e completamento di obiettivi.

L’esplorazione delle zone avviene in maniera molto lineare, dove di tanto in tanto alcune diramazioni porteranno alla raccolta di messaggi, diari, manifesti che raccontano il contesto nel quale ci troviamo, rappresentando a tutti gli effetti il metodo narrativo scelto per il titolo, che non ci ha convinto fino in fondo, non risultando propriamente elegante, tantomeno affascinante nei contenuti, passando sicuramente in secondo piano rispetto al gameplay della produzione, il comparto a nostro avviso meglio riuscito dell’intero progetto soulslike in questione.

Thymesia explore

Il combattimento di un corvo

Il combat system di Thymesia si avvicina molto più a Sekiro che a Bloodborne, il che comporta una serie di sfaccettature action marcate che denotano precisione d’esecuzione e riflessi al secondo. Corvus combatte principalmente con una sciabola che permette delle brevi combo di base, un pugnale che consente le parate, piume da lancio utili per bloccare gli attacchi critici dei nemici – oltre che fermare temporaneamente il loro recupero di salute – e degli artigli dai diversi effetti offensivi.

Il fulcro del sistema di combattimento di Thymesia è basato su un gioco di equilibri tra due barre dedicate alla salute dei nemici, dove la prima rappresenta quella delle ferite, che lascerà scoperta la vera salute per un paio di secondi prima di ricaricarsi. In questo sistema la sciabola funge come arma primaria per ridurre drasticamente la prima barra, dove i colpi consecutivi permettono il blocco temporaneo del recupero della salute, mentre gli artigli si rendono indispensabili per ridurre la vera barra della salute. Quando entrambe le barre di salute del nemico sono azzerate, esso verrà stordito e sarà possibile compiere un’esecuzione per finirlo.

thymesia combat

Negli scontri più complessi di Thymesia contro nemici visibilmente più resistenti, l’alternanza delle meccaniche risulta fondamentale per prevalere, tanto più quando ci troviamo davanti anche a diverse possibilità aggiuntive. Innanzitutto i parry, che hanno una finestra d’azione molto ridotta, possono contribuire ai danni della salute del nemico oltre che deviare i colpi in entrata con il giusto tempismo, così come le piume, che hanno un ruolo importante di contrattacco critico per alcune mosse imparabili ben segnalate e di blocco della rigenerazione a distanza per evitare che gli scontri si dilunghino.

Si aggiunge alla formula il colpo dell’artiglio caricato, che oltre ad infliggere ingenti danni alla vera salute può rubare un’arma pestilenziale dai vari nemici, che Corvus può riutilizzare in un colpo singolo evocandola sul momento, potendo mantenerne solo una per volta. Questi armamenti peculiari permettono colpi speciali di vario tipo, e con la progressione potremo anche equipaggiarci con essi e sfruttarli quando vogliamo in base alla nostra energia disponibile al momento dell’uso. Lo sblocco delle armi pestilenziali in Thymesia avviene con l’ottenimento di speciali frammenti che possono essere raccolti alla sconfitta dei nemici che brandiscono la relativa arma, e con gli stessi frammenti sarà possibile potenziarne ulteriormente gli effetti.

Thymesia artiglio

A tutto questo va ad aggiungersi un sistema di talenti in cui distribuire dei punti ottenuti ad ogni level up in diverse sezioni che riguardano ogni aspetto del combattimento per migliorarne l’efficacia o modificarne alcune dinamiche. Per quanto riguarda l’incremento di livello del protagonista, proprio come accade nei Souls, sconfiggendo i nemici si ottiene una valuta che si può perdere in caso di morte e recuperare al ritorno, in questo caso i frammenti di ricordo, che possono essere spesi nei specifici punti che fungeranno da falò al fine di incrementare i propri attributi tra forza, vitalità e pestilenza, dove la prima influisce sul danno degli attacchi con sciabola e le ferite riguardanti la prima barra di salute, la seconda sulla salute massima di Corvus, e la terza sui danni causati dagli artigli e sulla barra di energia del personaggio. Riposarsi in questi punti specifici permetterà anche di ripristinare le pozioni utilizzate per curarsi, e anche loro possono essere potenziate grazie a diversi elementi da trovare. Si potrà selezionare la tipologia di pozione tra tre tipi diversi, e ogni tipologia può essere potenziata in numero di utilizzi, efficacia dell’uso singolo e slot disponibili, in cui aggiungere ingredienti utili per sviluppare dei bonus aggiuntivi al consumo.

Insomma, all’atto pratico l’esperienza di gioco si presenta come personalizzabile e molto tecnica, sebbene non sempre bilanciata a dovere, dove il giusto set di equipaggiamento, ottimi riflessi e capacità di giudizio possono fare la differenza, in un’avventura breve con un buon tasso di sfida, che può essere risolta in circa 6 ore, inclusi diversi tentativi per ogni boss, se si ignorano le componenti secondarie, che possono estendere la durata di qualche ora in più soprattutto se si vogliono ottenere i diversi finali di una storia che non ci ha proprio convinto del tutto, forse complice anche l’ombra imponente di Bloodborne alle spalle che Thymesia non vuole allontanare.

thymesia arma pestilenziale

Oltre il sistema di combattimento cosa rimane?

Se dal punto di vista del gameplay Thymesia è riuscito a tenerci incollati allo schermo, dando il meglio di sé negli scontri contro i pochi boss di gioco – che si sono dimostrati delle eccellenti prove per confermare che il combat system funziona egregiamente – lo stesso non si può dire per tutto il resto, soprattutto quando parliamo di comparto tecnico e grafico. Il level design, per i pochissimi dungeon a disposizione, si è rivelato essere la parte più deludente dell’esperienza, con ambienti da esplorare troppo lineari e binari e per nulla stimolanti, poveri anche sul fronte estetico, per una realizzazione grafica tutt’altro che brillante, povera di dettagli e pigli qualitativi.

Anche alcune animazioni nelle fasi di movimento non ci hanno convinto del tutto, nonostante in sede di combattimento si avverte una certa cura per quest’ultime, dove la parte più tecnica e funzionale della produzione viene esaltata a dovere. Se non altro, la nostra prova su PC ha messo a disposizione diverse impostazioni grafiche che hanno permesso a Thymesia di girare a un frame rate sempre stabile oltre i 60 fps, grazie anche all’implementazione dell’AMD FidelityFX Super Resolution che funziona a dovere. Qualche hitbox ambigua e input dei comandi talvolta mancati contornano una realizzazione tecnica che avrebbe necessitato di ulteriore cura, lasciandoci comunque dinnanzi ad una bella prova di gameplay frenetico e di precisione che i fan degli action alla ricerca di una nuova sfida potranno apprezzare nonostante brevità e carenze. Il comparto sonoro infine fa la sua parte, con effetti coerenti e musiche interessanti, specialmente durante le battaglie con i boss.

Thymesia critical

Conclusioni

Thymesia è un prodotto in larga parte derivativo, con qualche spunto interessante sul fronte del gameplay action che lo contraddistingue, ma che purtroppo non dimostra un bel lavoro sul contesto narrativo e sul level design, il quale dovrebbe spingere alla rigiocabilità dati i possibili finali ma che non invoglia veramente a ripetere i livelli. Le battaglie contro i boss sono quelle più avvincenti, in cui le abilità del giocatore e l’uso marcato delle meccaniche di gioco vengono messe seriamente alla prova. Un peccato risultino pochi scontri effettivi, per un titolo che avrebbe meritato una longevità ben più importante per esprimere il proprio potenziale ludico, a fronte anche di un numero cospicuo di assetti possibili nella personalizzazione dell’esperienza.

In questo primo titolo del team di sviluppo taiwanese abbiamo percepito la volontà di voler proporre una visione di gioco un po’ diversa del classico soulslike, che possiamo lodare sul fronte del combat system, squisitamente tecnico e ben congegnato, ma non su tutto il resto, dove si poteva lavorare sicuramente meglio con del tempo in più e soprattutto con delle idee migliori, poiché il potenziale c’è tutto. Rimane comunque un titolo che sa intrattenere proprio grazie al suo gameplay e relativo tasso di sfida e che saprà incuriosire gli appassionati di videogiochi action.

Thymesia Recensione DRC

Thymesia

Voto - 6.5

6.5

Thymesia è il nuovo soulslike di OverBorder Studio e Team17 disponibile su Xbox Series X/S, PC e PlayStation 5.

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Mirko Proietti

Mirko Proietti

Videogiocatore classe '96 operativo dall'età di 3 anni. La prima esperienza con Sega Mega Drive e PlayStation in contemporanea. Prediligo il genere Platform e GDR, ma da sempre mantengo una visione a 360 gradi del panorama videoludico. Laureato in Comunicazione, cerco la completezza nella produzione del videogioco, che tendo a considerare un'arte vera e propria.

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