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Tgcom24 fa un servizio sui videogiochi, ma ha le idee un po’ confuse: ecco “Xenogears Chronicles 3”

Ci sono un bel po’ di giochi di ruolo che da anni fanno parte della line up storica di Nintendo, e la serie di Xenoblade Chronicles è solo uno degli esempi più recenti di quanto questo genere videoludico sia apprezzato dai giocatori della piattaforma nipponica.

Il suo terzo capitolo è stato rilasciato solo in quest’ultimo periodo, ma ha già avuto modo di vincere le opinioni dei fan più critici e di soddisfare le aspettative di coloro che lo attendevano da anni, e che si sono ritrovati sbalorditi dall’annuncio del suo arrivo solo una manciata di mesi prima della data d’uscita effettiva.

E a proposito di videogiochi e Xenoblade Chronicles, proprio il Tgcom ha realizzato in questi giorni un servizio per una sua rubrica sulla tecnologia, nella quale andavano a parlare di videogiochi come possibile forma d’arte, citando la mostra in atto a Venaria Reale, nel torinese. Vengono nominati titoli come Okami, Monument Valley e Asher, e fin qui tutto bene; peccato però per il resto del servizio, che va a concentrarsi su un fantomatico “Xenogears Chronicles 3″.

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Lo scivolone di Tgcom su Xenoblade Chronicles 3

Nel corso del servizio viene introdotto il tema dei videogiochi e le ambientazioni fantascientifiche, prendendo come esempio calzante la saga di “Xenogears Chronicles 3” (ehm, sì ma anche no, il nome è Xenoblade Chronicles, anche se conoscere il collegamento con Xenogears ci stupisce, a meno che non si tratti di una cosa accidentale). Il titolo viene descritto come un gioco di ruolo dal mondo aperto “unito ad elementi classici, come le battaglie (ma davvero?), immersi in un universo profondo e sfaccettato tra robot, alieni, sete fin troppo umana di potere”.

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Ma non si conclude qui, perché la rubrica a tema videogiochi del Tgcom ha spazio anche per titoli come Digimon Survive. A detta del giornalista, i Digimon fanno “da risposta” al franchise dei Pokémon, e Survive si distinguerebbe dai “soliti gacha game” mostrando un gameplay più simile a quello di una visual novel. Infine c’è anche una parentesi per quanto riguarda il nuovo gioco attualmente sulla bocca di tutti, ovvero Cult of the Lambs.

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Insomma, per quanto questo servizio prettamente videoludico e realizzato da una delle fonti d’informazione più note in Italia avesse l’aria di essere un’iniziativa piuttosto carina e interessante, ci sono molte informazioni inserite all’interno di essa che forse avrebbero fatto meglio a revisionare più accuratamente. La confusione tra Xenogears e Xenoblade, e l’idea che i Digimon siano nati come una mera “risposta” ai Pokémon sono forse le questioni più “gravi” del servizio, ma nulla a cui non si possa rimediare con un po’ di studio approfondito del media (da accompagnare magari ad una cadenza più intrattenente della voce narrante).

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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