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Rick Dufer lascia Twitch: la piattaforma viola è in crisi?

Rick Dufer – creatore di Daily Cogito, youtuber e streamer – ha recentemente deciso di abbondonare Twitch e tornare su YouTube. La scelta è piuttosto inusuale, ormai Twitch è diventata la piattaforma di streaming per eccellenza, scelta dalla maggior parte dei content creator italiani. Nel 2020, con la spinta della pandemia, Twitch è cresciuta molto; è passata da 1,26 milioni di spettatori medi nel 2019 ai 2,78 nel 2021. La pandemia ha portato molti youtuber – tra cui Rick Dufer – a investire nella piattaforma, soprattutto per i guadagni, la facilità d’uso, l’interazione con la chat e l’esperienza complessiva delle live che su Twitch era più soddisfacente rispetto a YouTube.

rick dufer

Cosa ha spinto Rick Dufer ad abbandonare la piattaforma viola? Ecco un elenco delle principali motivazioni:

  • Twitch non favorisce la crescita del canale, su YouTube è invece più semplice che il tuo canale cresca per via dell’algoritmo dei video consigliati e della homepage.
  • Mancanza di supporto da parte dell’assistenza partner, Rick ha ribadito che nonostante avesse cercato più volte di contattare l’assistenza per recidere il contratto di partner non abbia ancora ricevuto una risposta certa. Secondo delle fonti, l’assistenza di Twitch in quel periodo sarebbe stata occupata per il TwitchCon, non avendo quindi del personale sufficente per rispondere a tutti i quesiti dei partner.
  • Esclusività delle live: secondo il contratto partner Twitch mantiene l’esclusività assoluta delle live, impedendo allo streamer di fare una live su Facebook, Instagram o Linkedin, per esempio.
  • Presenza di contenuti correlati controversi: live IRL moleste, Slot Machine, contenuti Soft Porn…
  • Presenza eccessiva di pubblicità, spesso troppo lunghe, non regolabili e non skippabili.

La differenza nell’esperienza live

Twitch è strutturato diversamente da YouTube. Sulla piattaforma viola seguire live è molto semplice, basta andare sul canale interessato e verrai reindirizzato automaticamente sulla live in corso, mentre se il canale risulta offline sarai portato alla homepage del canale con i VOD. Su YouTube, invece, per cercare la live dovrai selezionarla all’interno del canale YouTube o dovrai cercarla dalla casella di ricerca, non c’è dunque il collegamento diretto come su Twitch. D’altro canto YouTube – essendo fondamentalmente un motore di ricerca – ha un notevole vantaggio nell’indicizzazione dei contenuti, molto più efficiente rispetto a Twitch.

La chat di YouTube è sempre stata un tasto dolente per le sue limitazioni rispetto alla chat di Twitch, molto più personalizzabile soprattutto con estensioni esterne come Betterttv. Un’altra differenza con la chat di Twitch è il limite di caratteri, su YouTube il mite è di 200 caratteri mentre su Twitch è 255.

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Aumento dell’abbonamento Amazon Prime

Recentemente Amazon Italia ha comunicato che l’abbonamento di Amazon Prime passerà da 36 euro a 49,99 euro l’anno (+38,6%) mentre al mese passerà da 3,99 a 4,99 (+25%). Secondo la dirigenza la motivazione principale dell’aumento sarebbe l’inflazione – che attualmente si aggira all’8% – ben inferiore rispetto all’incremento dei prezzi da parte di Amazon. L’abbonamento Prime include numerosi servizi oltre all’abbonamento su Twitch, come le spedizioni gratuite, Prime Video e Prime Photo. L’aumento dell’abbonamento potrebbe portare anche ad una diminuzione degli abbonamenti su Twitch in Italia, anche se è troppo presto per annunciarlo con certezza.

Twitch potrebbe considerare – probabilmente tra qualche anno – una volta resosi conto della non sostenibilità economica a lungo termine dell’abbonamento Prime – di togliere completamente questo tipo di alternativa, andando a danneggiare gli streamer ma non sé stessa, visto che la maggior parte degli utenti Prime fa l’abbonamento per le spedizioni gratuite e per il servizio di streaming Amazon Prime. Un’altra opzione sul tavolo è la possibilità che gli abbonati con Prime debbano vedere la pubblicità anche sul canale in qui sono abbonati, a differenza di oggi dove chi si abbona non guarda le pubblicità.

Twitch potrebbe rimodulare la percentuale di ricavo degli streamer?

Al momento, la ripartizione delle entrate per i partner è 50/50 per un abbonamento di livello uno , 60/40 al livello due e 70/30 al livello tre, a favore dello streamer. Dunque, secondo alcuni insider Twitch potrebbe eliminare il livello due e tre di partnership per normalizzare il livello uno a tutti i partner, andando a spingere le pubblicità per compensare i guadagni.

https://twitter.com/Nibellion/status/1519304721080766465?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1519314287575154691%7Ctwgr%5E3ae34bf5576b380b8ace4bafd089f9b34a2a87b1%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.eurogamer.net%2Ftwitch-may-reduce-the-revenue-split-for-its-partnered-streamers-according-to-reports

Sleeping Stream: l’apoteosi del Nulla

Twitch ha una categoria molto particolare di live: le Sleeping Stream, live dove il “content” è dormire, talvolta interrotto da delle donazioni che possono risvegliare lo streamer, privandogli anche di una buona qualità del sonno. Persino la pausa improduttiva, ovvero il dormire, diventa uno strumento su cui è possibile monetizzare, e Twitch consente ciò, a discapito dalla salute psico-fisica dello streamer di turno. Volevi dormire? Donazione di 10 euro dove l’utente della chat, per ridere un po’, invia tramite una cassa bluetooth un suono molesto; il conto corrente aumenta a discapito della salute. Non esiste più una scissione fra tempo libero e lavoro, se persino il non fare nulla è prodotto vendibile, non c’è più una ragione per smettere di lavorare, fino ad arrivare ad un inevitabile Burnout. Altro che Truman Show. Non smetti mai di lavorare?

Quando finire per essere il capo di sé stessi ti autoschiavizza.

Non solo Rick Dufer: per approfondire

Wesa, sul suo canale YouTube, ha trattato il discorso della scissione tra pubblico e privato. Per quanto riguarda le IRL abbiamo già affrontato sulle nostre pagine questo argomento, mentre per le live di slot lo streamer toscano Alessandro Nannipieri ha raccontato la sua esperienza con la sponsorizzazione del gioco d’azzardo a TheVision.

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