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Gli anime di “qualità media” sono sempre più difficili da produrre in Giappone

Se c’è un anime che in questi anni ha dimostrato che una serie appezzata e che continua a proporre ai fan quello che amano di essa avrà sempre successo è sicuramente l’adattamento animato di Dropkick on my Devil!!, arrivato alla sua terza stagione grazie ad un’ottima campagna crowdfunding che ha raccolto ben 67 milioni di yen.

La terza stagione dell’anime, Dropkick on my Devil X, è iniziata o scorso 5 luglio (potete trovarla su Crunchyroll assieme alla seconda stagione) e per commemorare l’inizio delle trasmissioni, il portale giapponese Akiba Souken ha intervistato il produttore esecutivo della serie Kouichiro Natsume e il produttore pubblicitario Kazuki Yanase.

Alcune domande riguardavano la produzione di questi progetti di “qualità media“, e se la produzione ha già dei piani per una possibile quarta stagione. A questo ha risposto Yanase, spiegando come la situazione per questo tipo di serie sia rigida.

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La situazione rigida per gli anime di “qualità media”

Yanase ha spiegato che la situazione è resa rigida da sei difficoltà:

– La prima riguarda il fatto che i cofanetti home video non si vendano, perché molti consumatori non sono interessati al loro acquisto e perché non si sono più negozi di noleggio che comprano decine di migliaia di dischi;

– la seconda riguarda invece la diminuzione del numero di sponsor, considerato anche che alcune aziende di giochi per cellulare non li sponsorizzano e si sono messe a produrre serie dedicate a giochi da loro sviluppati, e che è stato difficile acquistare dei pachinko (che una volta erano una redditizia attività “spin-off”);

– la terza riguarda la mancata partecipazione ad eventi dal vivo a causa del COVID-19;

– la quarta consiste nel fatto che la distribuzione in Cina è ritardata a causa dei severi controlli del paese (a questo si aggiunge poi che solo una decina di serie su 70 supra i controlli della censura cinese);

– la quinta riguarda la perdita dello yen rispetto alle altre valute, che rende difficile produrre qualcosa fuori dal paese;

– La sesta e ultima riguarda invece l’aumento dei costi di produzione (secondo Yanase sono aumentati del 30% in due anni), che però non corrisponde ad un aumento dei profitti.

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Per Yanase vendere le serie in home video e distribuirle in Cina sono solitamente gli obiettivi principali, e la differenza tra serie di qualità alta e qualità media è molto grande e porterà ad un cambiamento nell’industria: “Come avrai notato, attualmente c’è un grande divario nell’animazione giapponese c’è un grande divario tra serie di alta qualità e quelle che non lo sono. Gli anime di “qualità media” sono sempre più difficili da produrre. Il numero totale di produzioni diminuirà sicuramente: durante il periodo di apice del media c’erano 70 serie a stagione, ma in futuro ce ne saranno solo 40“.

Fonte: Somoskudasai.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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