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Giappone: elencano in TV dei nuovi tipi di molestie, ma alcune di esse sono molto… discutibili

Negli ultimi anni in Giappone hanno iniziato a creare sempre più scalpore i problemi riguardanti le “molestie” sul luogo di lavoro, che in giapponese vengono solitamente definite con il termine “harassment” o “hara” in breve. A differenza della connotazione che potrebbe produrre la nostra mente sentendo questa parola, le molestie alle quali si riferiscono i giapponesi rappresentano in realtà quelli che noi definiamo “abusi”. Essi possono essere di vario tipo, ma vanno tutta a significare degli atti indesiderati, volti a ferire gli altri, attaccarli, umiliarli o a disturbarli.

L’harassment può avere luogo non solo sul posto di lavoro, ma anche nelle scuole o all’interno delle proprie case. Non importa poi quali siano le intenzioni reali del possibile molestatore; se la persona a cui ci si rivolge non si sente a suo agio, si tratta di molestia. In Giappone in particolare, le molestie vengono classificate in numerosi diversi generi, e non è raro che dei lavoratori si trovino ad additare i loro superiori con questi tipi d’accusa.

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Di recente, inoltre, sul web in Giappone è diventata virale la lista di altri “nuovi” tipi di molestia apparsa nel corso di un programma televisivo nipponico. Tuttavia, questo elenco di “molestie moderne” ha creato una forte discussione tra l’utenza, poiché alcuni dei punti sembravano essere davvero alquanto eccessivi.

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I tipi di molestie in Giappone iniziano ad essere un po’ troppi

Le “categorie” di molestie più conosciute in Giappone sono prevalentemente sette: il pawahara (power harassment), il sekuhara (sexual harassment), il jenhara (gender harassment), il morahara (moral harassment), l’aruhara (alchol harassment), il matahara (maternity harassment), il yamehara (quitting harassment). Nella cultura giapponese ci sono in realtà numerosi “hara”, tutti etichettati in questo modo per mostrare consapevolezza su come questi comportamenti non siano per nulla accettabili.

Ci sono però dei momenti in cui chi si serve di questi “hara” lo fa senza il giusto criterio, denunciando così anche le minime accezioni che potrebbero rientrare in una delle molestie elencate. In più, adesso, sembra che quelle già esistenti non siano sufficienti per alcune persone, perlomeno non ora che siamo entrati in questa nuova era di modernità e tecnologia, denotando allora la necessità di aggiungerne altri, più consoni al nostro stile di vita.

Un’immagine che ha fatto il giro del web, e che ritrae una lista di nuovi “hara” elencati in un programma televisivo in Giappone, va ad illustrare quali sono le altre nuove tipologie di molestie. Ricordiamo che, seppur non perseguibili per legge, venir accusato di un hara porta chi lo compie a venir giudicato in modo molto severo dalla società:

  • Kokuhara: confessare il proprio amore quando non ci sono sentimenti romantici
  • Nuovo powerhara: cercare di demotivare chi è motivato
  • Zoomuhara: creare scompiglio nelle stanze riservate alle riunioni online
  • Agehara: “ecco perché non bisogna lasciar fare ai novellini”
  • Bloodhara: presumere la personalità di qualcuno in base alla tipologia di sangue
  • La presentazione di queste molestie in realtà è datata a dicembre scorso, e oltre a quelle elencate prima ne erano state aggiunte anche altre:
  • Ruhhara: looking harassment, ovvero quando non vuoi che qualcuno ti guardi ma quello lo fa comunque
  • Hiahara: hearing harassment, non vuoi essere ascoltato ma qualcuno si mette a sentirti
  • Toohara: talking harassment, non vuoi che ti parlino, ma qualcuno finisce comunque con l’iniziare una conversazione con te
  • Iguhara: existing harassment, non vuoi che esista, eppure esiste

Alcuni di questi nuovi hara, dunque, non sembrano essere andati a genio ad una parte dell’utenza online che ha potuto osservare la lista; ecco allora alcune reazioni:

“Tutto ciò che non piace alle donne diventa una molestia, heh”
(in risposta al commento precedente) “anche questa è molestia, sai”
“Facciamo che tutto quanto è una molestia”
“Hahaha, se sapessi che non ci sono sentimenti romantici, non mi confesserei, scemi”
“Sonhara: la molestia dell’esistere” (sonzai in giapponese significa “esistenza”)

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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