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Kao the Kangaroo, la recensione: un tuffo nel passato

Gli anni ’90 ed i primi 2000 furono, senza dubbio alcuno, un’epoca in cui ogni giocatore si ritrovò sommerso da platform di ogni tipo; dato il successo riscosso da titoli divenuti poi leggenda quali Super Mario, Crash, Spyro, Banjo-Kazooie e così via, numerosissime software house impiegarono tutte le loro forze per produrre il loro personalissimo platform, nella speranza di far saltare il banco e raggiungere un successo insperato.

Tra queste vi era anche una software house polacca, X-Ray Interactive, che prendendo spunto dal successo ottenuto da Crash Bandicoot, decise di tentare la fortuna inserendo un altro marsupiale, per la precisione un canguro, come protagonista del suo videogioco: Kao the Kangaroo.

Il titolo, che più che un clone di Crash sembrava essere pesantemente ispirato al famosissimo Croc, riscosse un discreto successo sia tra i critici, sia tra il pubblico, che a quell’epoca risultava essere sempre pesantemente affamato di platform di ogni tipo. Tale successo portò alla pubblicazione di un seguito, molto più strutturato del suo predecessore, e addirittura di un remake del primo capitolo di discreta fattura.

Ecco la nostra recensione di Kao the Kangaroo!

Dopo l’inaspettato e clamoroso declino del genere tuttavia, Kao ed i suoi colleghi scomparvero lentamente dalle scene. Con l’avvento dei remake di Crash e Spyro prima, e di Crash 4 poi però, i platform hanno – per fortuna – iniziato a vivere una seconda vita; tale seconda vita ha portato al ritorno sul mercato di alcune vecchie glorie tra cui troviamo proprio Kao.

Tate Multimedia ha infatti deciso di sviluppare un nuovo platform old school dedicato al secondo marsupiale più famoso del mondo dei videogiochi; disponibile per tutte le console e per PC dal 27 maggio, Kao the Kangaroo è un reboot che potrebbe suscitare interesse sia nei più piccoli, sia nei tanti affamati di platform. Dopo aver messo i guantoni ed aver provato a lungo il titolo siamo finalmente pronti a dire cosa ne pensiamo. Curiosi? Proseguite nella lettura!

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Una trama classica, con qualche guizzo

Dal punto di vista narrativo, Kao the Kangaroo non propone praticamente nulla di eccezionale, mettendo sul piatto una trama che risulta essere nulla più che un pretesto per affrontare la lunga e colorata avventura del marsupiale boxer. Kao è infatti un adolescente che vive con sua madre sulla gioiosa isola di Hoopala; durante la notte tuttavia la tranquilla vita del giovane viene scossa da alcuni incubi piuttosto “reali” che vedono la sorella del protagonista in grave pericolo. Mosso dalla voglia di scoprire cosa stia accadendo alla sorella, e di saperne di più in merito al padre scomparso da tempo, Kao decide nonostante gli ostacoli posti in essere dalla madre di imbarcarsi in un lungo viaggio.

Durante il suddetto, con l’aiuto del suo maestro Walt, Kao trova dei misteriosi guantoni da boxe chiamati Guanti Eterni; questi pericolosissimi guantoni parlanti nascondono dei poteri mistici, e sembrano essere legati a doppio filo con le vicende di Koby e Kaia, rispettivamente padre e sorella del protagonista. La pericolosità dei Guanti Eterni tuttavia non sembra toccare Kao, che a differenza di tutti gli altri abitanti dell’isola risulta essere capacissimo di padroneggiarli senza troppi problemi.

Questa è, chiaramente, solo una piccola parte della narrativa imbastita dai ragazzi di Tate Multimedia; narrativa che mette in mostra una serie di personaggi secondari dalla realizzazione altalenante ma che, seppur essendo utilizzata solo come mero pretesto, non risulta essere troppo banale o mal riuscita. Le tante linee di dialogo presenti, alcune delle quali particolarmente tediose, sapranno inoltre soddisfare i più piccoli, che sono sicuramente il target principale cui questo titolo si riferisce.

kao frog fight

Un vero e proprio ritorno al passato!

Dal punto di vista del gameplay, Kao the Kangaroo è un vero e proprio ritorno al passato. Il titolo infatti è un platform 3D piuttosto classico, in cui mondi e livelli sono stati imbottiti di collezionabili di ogni sorta: si va dalle classiche monete alle nostalgiche lettere che compongono il nome Kao, passando per delle gemme e per degli Artefatti che saranno utili a sbloccare nuovi livelli ed a progredire nell’avventura.

Questi ultimi saranno disseminati sia nei vari livelli presenti, sia negli hub che permetto l’accesso agli stessi; vi anticipiamo tuttavia che raramente ci siamo ritrovati a dover ri-affrontare un livello per guadagnarci l’accesso al prossimo, in quanto sotto questo e tanti altri punti di vista il titolo Tate Multimedia risulta essere particolarmente generoso.

Non mancano, ovviamente, dei livelli bonus, che possono anche essere rigiocati nel caso in cui vi siate persi uno o due dei tantissimi collezionabili presenti. Da come avrete inteso fino a questo momento, a differenza di Crash Bandicoot 4, Kao the Kangaroo fa di tutto pur di essere un’esperienza rilassante e mai frustrante. I livelli, per quanto intricati infatti, risultano essere parecchio facili da completare e per i giocatori più esperti morire sarà davvero difficile. I tanti nemici presenti infatti sono particolarmente facili da sconfiggere, così come i boss di fine livello che raramente hanno richiesto più di un try per essere battuti. Anche la raccolta dei collezionabili, per quanto cervellotica in alcuni casi, fila via senza intoppi di sorta.

kao screenshot

L’unico elemento capace di aumentare leggermente la varietà dei livelli presenti, che per quanto differenti l’uno dall’altro risultano tutti seguire più o meno uno stesso filo conduttore, risiede nei poteri dei Guanti Eterni. Progredendo nel corso dell’avventura infatti, i guanti di Kao vi permetteranno di accedere ad una realtà parallela per far apparire determinate piattaforme altrimenti inaccessibili, o verranno intrisi di poteri elementali utili soprattutto a risolvere alcuni enigmi, per la verità piuttosto facili.

L’alternarsi dei poteri in ogni caso non rappresenta un aumento del livello di sfida, tarato pesantemente verso il basso, quanto piuttosto una divertente aggiunta che riesce sicuramente ad innalzare la qualità del gameplay di Kao the Kangaroo; gameplay che, in ogni caso risulta essere comunque ben congegnato e capace di divertire chiunque ami i platform old-school. Siamo sicuri che, tuttavia, un livello di difficoltà maggiore avrebbe posto il titolo sotto un’altra luce, ed avrebbe fatto ancor di più le gioie di tutti quelli che sono cresciuti a pane e Crash Bandicoot. La difficoltà bassa tuttavia non va vista come un vero e proprio difetto, ma se state meditando l’acquisto vi consigliamo di tener presente questo tipo di “problema” in quanto, se cercate un platform impegnativo, vi converrà approdare su altri lidi.

kao and barrel

Bello da vedere, ma con riserva

Kao the Kangaroo, grazie ai suoi colori sgargianti e al suo immaginario fortemente cartoonesco, è una vera e propria gioia per gli occhi. La qualità tecnica ed artistica delle varie ambientazioni, dei personaggi principali e dei nemici è sicuramente di ottimo livello, ed il gioco fa la sua figura sia su console old che current gen. Tuttavia, nella build da noi provata, abbiamo trovato numerosi bug e glitch che vanno ad impattare sia sulla vera e propria tecnica, sia sul gameplay. In più di un’occasione infatti ci siamo ritrovati costretti a riavviare il gioco, perdendo tutti i progressi da noi compiuti fino a quel momento. Per fortuna, tutti questi “problemini” possono essere tranquillamente risolti con una patch correttiva. Buono il doppiaggio in inglese, così come le musiche; nota di demerito però per quanto riguarda i filmati, che sembrano soffrire di qualche piccolo problema legato alle animazioni.

kao chasing

In conclusione..

Kao the Kangaroo è una vera e propria lettera d’amore indirizzata a tutti quei platform degli anni ’90 e 2000, che fa della semplicità sia il suo più grande punto di forza, sia la sua più grande debolezza. Se vi aspettate un titolo impegnativo, o capace di rivoluzionare il genere di appartenenza siete totalmente fuori strada; se invece avete voglia di reimmergervi in quelle coloratissime e nostalgiche atmosfere, capaci di rievocare bellissimi ricordi, Kao the Kangaroo è il titolo che fa per voi. Un titolo semplice, divertente e mai noioso, che soffre tuttavia di qualche piccolo problema tecnico che potrebbe minare l’esperienza generale.

kao on the roof

La nostra valutazione

Voto - 7.8

7.8

Kao the Kangaroo è una vera e propria lettera d'amore indirizzata a tutti quei platform degli anni '90 e 2000, che fa della semplicità sia il suo più grande punto di forza, sia la sua più grande debolezza. Se vi aspettate un titolo impegnativo, o capace di rivoluzionare il genere di appartenenza siete totalmente fuori strada; se invece avete voglia di reimmergervi in quelle coloratissime e nostalgiche atmosfere, capaci di rievocare bellissimi ricordi, Kao the Kangaroo è il titolo che fa per voi. Un titolo semplice, divertente e mai noioso, che soffre tuttavia di qualche piccolo problema tecnico che potrebbe minare l'esperienza generale.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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