Il CEO di PlayStation Jim Ryan ha recente attirato su di sé le ire dei propri dipendenti a causa di una controversa email in cui il CEO invita i dipendenti a rispettare le opinioni altrui riguardo il diritto all’aborto.
La lettera ha fatto così infuriare i dipendenti di PlayStation che essi l’hanno resa pubblica. Nessuna testata ha finora riportato il testo completo della mail, ma alcuni estratti sono stati condivisi da Bloomberg in un articolo scritto da Jason Schreier.
In questi estratti si può leggere che “l’azienda (Sony) è multiforme e diversificata, con tanti punti di vista diversi […] Per rispettare i colleghi e i milioni di utenti PlayStation bisogna rispettare le differenze di opinioni che potrebbero esserci tra di noi e le comunità esterne“. L’email continua sottolineando che rispettare un’opinione non vuole automaticamente dire che si è d’accordo con essa, e che quel rispetto è fondamentale per quello che sono l’azienda e il marchio.
Infine Ryan ha messo nella mail cinque paragrafi di aneddoti spensierati riguardo i compleanni dei suoi due gatti e sul desiderio di voler adottare un cane, in quanto “il cane è davvero il miglior amico dell’uomo, sa stare al suo posto, ed eseguono delle azioni molto utili, come mordere i rapinatori e rincorrere le palle che gli lanci“. La cosa che ha fatto infuriare i dipendenti è che Ryan non ha preso una vera e propria posizione in merito.
L’aborto e gli Stati Uniti
Negli Stati Uniti il tema dell’aborto è tornato scottante perché la Corte suprema sta pensando di rovesciare la Roe contro Wade, una storica sentenza del 1973 che ha reso legale il diritto della donna all’aborto come scelta personale (prima di allora ogni stato americano aveva una propria legislazione a riguardo, tanto che in molti di essi l’aborto era considerato un crimine), e la Planned Parenthood v. Casey, la decisione del 1992 che tiene sostiene quel diritto. çLa sentenza decisiva è attesa per giugno.
Nella famiglia Sony c’è pure uno studio che si è già schierato contro il diritto all’aborto, ossia Bungie (Destiny) che ha definito la sentenza Roe contro Wade un attacco ai diritti umani.
