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Statua di Doraemon trovata sul fondo dell’oceano: una tremenda scena dell’anime prende vita

Diversi giorni fa ci ha abbandonato il co-creatore di Doraemon, Fujiko Fujio A, e per l’occasione avevamo già espresso il nostro cordoglio ricordando soprattutto il suo contributo al mondo dei manga. Parlando del noto Doraemon, l’infanzia di molti dei nostri lettori è senza dubbio stata composta dai primi anime giunti nei canali televisivi italiani, e tra questi ci sarà sicuramente anche il conosciutissimo gatto proveniente dal futuro.

E se la sua popolarità è da sempre palpabile nel Bel Paese, possiamo ben immaginare quanto la serie fosse seguita (e lo è tutt’ora) nella sua patria, il Giappone. Doraemon viene considerato ancora come uno dei cartoni più amati dai bambini di tutto il mondo, e soprattutto in Giappone continua a ricevere diversi omaggi, come un museo dedicato e diverse statue sparse in tutta la nazione.

Di recente, un sommozzatore giapponese ha scoperto però un fatto tanto curioso quanto inquietante: mentre si trovava a effettuare delle immersioni a Enoura, nella baia di Sagami presso la prefettura di Kanagawa, esplorando i fondali marini egli è incappato in una figura piuttosto familiare incastrata nella sabbia, e che poi è risultata essere proprio Doraemon. Questa vicenda ha così riportato alla mente uno dei più drammatici in un film della serie, che portò il povero gatto-robot ad essere abbandonato in fondo al mare.

Doraemon

I traumi di Doraemon

Pubblicando le immagini del suo ritrovamento sui social, l’utente afferma di “non riuscire a togliersi dalla testa questa scena”, sostenendo come essa gli faccia pensare a un Doraemon “eliminato dalla società giapponese”. Per un personaggio così ottimista e vivace, si tratta di uno scenario alquanto difficile da immaginare. In aggiunta, le foto hanno riportato nella mente dei fan una certa scena risultata abbastanza disturbante al giovane pubblico, che ha avuto luogo nel quattordicesimo film dell’anime uscito nel 1993, ovvero Doraemon: Nobita to buriki no labyrinth (Doraemon – Nobita e il labirinto di latta).

In questo film, Doraemon viene catturato da un esercito alieno, venendo trasportato “molto, molto lontano” e finendo con l’essere torturato dagli alieni con intense scosse elettriche fino a “friggerne i circuiti”. Gli alieni allora decidono di sbarazzarsi del macchinario senza più alcuna utilità, gettandolo infine nell’oceano. Le immagini che seguono nel film mostrano quindi il povero gatto robotico inerte sul fondale marino.

Ma c’è di più: sembra infatti che il sommozzatore non sia stato l’unico a trovare un Doraemon “subacqueo”. Altri infatti hanno condiviso le loro esperienze con foto e video, di cui alcuni risalgono al 2015, sempre nella zona di Kanagawa, con aspetto differente da quello mostrato inizialmente. Il web si è quindi scatenato nel formulare possibili teorie che potessero spiegare questo fenomeno, o reagendo inquietati da queste rivelazioni:

“Beh, adesso rimarrà nei miei incubi”
“Se gli nuoti vicino durante la notte, inizierà a perseguitarti”
“è così inquietante il modo in cui i suoi occhi siano scomparsi”
“Doraemon viene dal futuro, quindi penso sia stato sommerso per evitare un paradosso temporale”
“Secondo me tutti questi Doraemon erano un’unico essere, ma con l’utilizzo delle macchine del tempo gli assi temporali si sono sovrapposti, permettendogli un’esistenza simultanea.”

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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