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Radium Girls | Recensione del fumetto di CY edito da Star Comics

Il primo quarto del XX secolo non è solo sinonimo di prima guerra mondiale, ma anche di importanti passi avanti in ambito scientifico. Significativi, soprattutto per i decenni futuri, sono i progressi compiuti nel campo della fisica nucleare e della radioattività, che contribuiranno alla creazione e all’impiego di armi che hanno lasciato un marchio indelebile nella memoria collettiva e nella storia della nostra specie. Nonostante il ruolo di sempre maggior rilievo che il sapere scientifico aveva iniziato ad occupare nelle società occidentali già da qualche secolo, in questi primi decenni del novecento la scienza della radioattività era ancora troppo giovane per fornire certezze, troppo debole per contrastare l’avidità di aziende ben più che pronte a sfruttare acriticamente le novità del campo per inseguire il profitto.

Nel 1914 a New York nasceva la Radium Luminous Material Corporation. L’azienda, dedita inizialmente alla produzione del tossico e radioattivo uranio, si spostò ben presto anche sul radio, ricavato proprio dal primo, che impiegò a partire dal 1917 per la produzione di una particolare vernice radioluminescente, brandizzata sotto il nome di Undark per la sua capacità d’illuminare le superfici al buio. Da quell’anno, fino al 1947, tale vernice fu applicata – principalmente in ambito militare  – da un cospicuo numero di dipendenti, principalmente donne, che entrarono a stretto contatto con il metallo. Molte di esse videro appassire velocemente la loro salute e le loro finanze. Altre non riuscirono a farcela.
Cyrielle Evrard (a.k.a. CY), racconta uno spezzone cruciale di questa vicenda in un fumetto intitolato Radium Girls (Le ragazze del radio), lo stesso nome che la storia ha affibbiato al coraggioso gruppo di operaie che, accortesi del problema, hanno lottato contro l’azienda per i loro diritti durante gli anni ‘20.

Edna, Katherine, Mollie, Albina e Quinta sono solo alcuni dei nomi delle donne che hanno portato a cambiare per sempre le leggi USA in materia di diritti sul lavoro. «I successivi tentativi di ottenere un risarcimento da parte delle sopravvissute», viene scritto nel record della Contea di Essex, «uniti al contributo della [National] Consumer League, giocarono un ruolo cruciale nella creazione di protezioni legislative contro le malattie industriali. Allo stesso modo, le investigazioni scientifiche effettuate sulle operaie, e su altre vittime di avvelenamento da radio, contribuirono alla stesura di misure per la protezione dei lavoratori in ambienti radioattivi, nonché all’affermazione della radiobiologia come campo di studio».

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Identificato per la prima volta verso la fine del 1800 dai celebri coniugi Marie e Pierre Curie, il radio fu una delle tante scoperte che succedettero rapidamente quella della radioattività stessa. Quest’ultima fu oggetto di vivace interesse e studio da parte della comunità scientifica, e già nei primi anni del novecento iniziarono ad emergere prove di potenziali danni alla salute provocati dall’esposizione di animali ai raggi X. Ma gli effetti biologici causati invece dalle sostanze radioattive non erano ancora stati documentati, e l’assenza di evidenze cliniche, unita all’euforia generale della scoperta, legittimò silenziosamente le aziende ad impiegarle all’interno dei loro prodotti, massicciamente pubblicizzati e venduti alle masse senza particolari controlli. Fu questo il periodo in cui il radio fu utilizzato per provare a curare alcune malattie, o mischiato all’acqua e venduto sotto forma di tonico.

La Radium Luminous Material Corporation, in futuro United States Radium Corporation (USRC), aprì così diverse nuove succursali, ed è proprio in una di queste che inizieranno a lavorare le future Radium Girls. Nella città di Orange, nel New Jersey, più o meno 300 dipendenti applicarono la vernice a particolari orologi utilizzati dall’esercito statunitense. Questo processo prevedeva una tecnica studiata appositamente per ridurre i costi di produzione: invece di utilizzare appositi strumenti, le dipendenti dovevano ammorbidire e lisciare l’estremità del pennello utilizzando le labbra o la lingua, poi bagnarlo nella vernice, applicarla sulle cifre nel quadrante dell’orologio, e infine ripetere il ciclo. 

A queste ragazze la USRC pose l’obiettivo giornaliero di 250 quadranti al giorno, lasciandole in balia del radio e del suo mortale effetto. L’azienda le rasserenò garantendo loro l’innocuità della vernice, e convinte di ciò esse iniziarono ad applicarla scherzosamente su alcune parti del loro corpo, per illuminarsi buffamente di notte e guadagnarsi l’appellativo di ghost girls.
Mentre esortavano le operaie a manipolare incautamente la sostanza, l’amministrazione e gli scienziati presenti in azienda utilizzavano molteplici precauzioni, tra cui maschere, guanti, e schermature. In altre parole, pur all’interno di un contesto di scarse evidenze scientifiche e cliniche, il seme del dubbio fu comunque presente, come evidenziato in maniera esplicita anche dal fumetto stesso. Persino il cambio di nome dell’azienda avvenne in seguito alla rimozione forzata del suo presidente, il dott. Sabin Arnold von Sochocky, che nel fumetto si verifica dopo che questo redarguisce una delle operaie per aver portato il pennello alle labbra.

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L’autrice CY scava in questa quasi dimenticata ma fondamentale pagina di storia trovando il giusto misto tra delicatezza e brutalità, illustrando anche alcuni raggelanti aspetti secondari delle vicende che hanno travolto le protagoniste, come la violenza domestica subita dai mariti a seguito del peggioramento della loro condizione fisica. Lodevole è anche la scelta dell’editore Star Comics di presentare il fumetto in Italia pochi giorni prima della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, il 28 aprile, attraverso il suo marchio ASTRA.

Il percorso di rassegnazione che le protagoniste di questa straziante storia di indifferenza e interesse economico sono costrette ad intraprendere è in un certo senso anche quello che la narrazione impone ai lettori. Seppur questi ultimi non possano sperimentare in prima persona la quotidiana tortura che queste donne hanno dovuto affrontare fino alla fine dei loro giorni, tanto fisicamente quanto psicologicamente, anch’essi sono condannati sin dalla lettura della prima vignetta ad acquisire sempre più consapevolezza riguardo il destino che le attende.

Nonostante la necessità di instaurare un legame emotivo tra i personaggi principali e i lettori in sole 150 pagine, CY ha il coraggio di presentare i primi come poco altro che semplici e comuni esseri umani intenzionati a vivere al meglio la loro gioventù e a costruirsi un brillante futuro. Non c’è alcun tragico passato in cui scavare, né tanto meno si avverte la necessità di scendere in profondità, nei meandri del loro animo. Questa storia non vuole, e discutibilmente non deve, soffermarsi in maniera eccessiva sui singoli casi specifici, perché quello che ci racconta è un orrorifico frammento di storia che in un modo o nell’altro ci riguarda tutti. Piuttosto, è il quadro complessivo che colpisce il lettore come un pugno dritto nello stomaco: la rasserenante immagine di un gruppo di rigogliose giovani adulte, completamente immerse nelle più comuni afflizioni e nelle gioie tipiche della loro età, trasformarsi gradualmente in quella di donne viscidamente ingannate e private del loro futuro, offerto in sacrificio al Dio del Denaro e della Guerra.

Anche se ormai più che centennale, la storia delle Radium Girls funge da fulgido monito che molte delle conquiste di cui oggi ci avvaliamo con disinteresse sono in realtà il frutto del sangue e del coraggio di donne e uomini venuti prima di noi. È qui che si cela la dimensione attuale di questo racconto: è essenziale non dare per scontate queste conquiste e difenderle con le unghie e con i denti. Ma, soprattutto, è essenziale chiedersi quali siano gli obiettivi per cui vale la pena lottare e le conquiste che vogliamo lasciare alle generazioni future.

La scheda tecnica di Radium Girls

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Titolo: Radium Girls
Autrice: CY
Editore: Star Comics – ASTRA
Dimensioni: 17×24
Pagine: 144
Prezzo: €13,90
Link all’acquisto: Star Comics, Amazon

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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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