Tra le serie animate che più sono passate in sordina lo scorso anno, una di queste è senza ombra di dubbio Ranking of Kings. L’anime, che attualmente si trova a trasporre l’opera cartacea originale, ha avuto inizio a partire dalla metà di ottobre 2021.
Nonostante sin dal principio ci fossero poche aspettative riguardo Ranking of Kings, per via della sua apparentemente banale ambientazione medievalesca e una premessa posta in modo non troppo intrigante, sin dai primi episodi si verrà coinvolti all’interno di una fiaba dai caratteri leggeri ma profondi, incentrata sull’ascesa al potere di un giovanissimo principe consapevole delle sue carenze (tra cui la sordità), ma determinato comunque a mostrare il suo valore per le responsabilità che lo attendono.
Eppure, quest’anime pieno di significato e che porta ad accogliere le diversità altrui, negli scorsi giorni si è trovato al centro di una polemica che in realtà era già iniziata diverso tempo fa, per via di alcuni contenuti che, a detta di alcuni utenti, mostrano in modo esplicito dei sentimenti anti-coreani e revisionisti.
L’allegoria di stampo nazionalista in Ranking of Kings
Per descrivere meglio la scena di cui si parla, bisognerà spoilerare alcuni degli episodi della serie, precisamente il 18 e il 19 della serie animata. Nel corso di questa puntata, viene introdotta la storia di due Paesi, Houma e Gyakuza: in Houma vivono brave persone, potenti maghi che combattono dei tirannici Dei, e che aiutano la gente di Gyakuza. Questi ultimi, invece, sono mostrati in modo del tutto negativo, come un popolo subdolo, dominato dall’egoismo e dalla debolezza.
Secondo la narrativa di Ranking of Kings, i Gyakuza sono così per via di una lunga storia di sfruttamento da parte di altri: essi vengono presentati come gente “primitiva” che vive in baracche, più povera e sporca degli Houma. Gli Houma decidono di aiutarli insegnando loro la magia affinché combattessero insieme contro gli Dei, ma i Gyakuza finiscono per approfittare della loro gentilezza, tradendoli.
In seguito la storia viene riscritta in modo che i Gyakuza avessero un ricordo degli Houma come malvagi oppressori. Eppure, dopo aver parlato agli Dei degli affronti effettuati dagli Houma, i Gyakuza non riescono in alcun modo a spiegare come mai essi avessero costruito scuole e ospedali. A questo punto emergono le accuse verso Ranking of Kings: la vicenda rappresenterebbe una visione che i nazionalisti giapponesi avrebbero riguardo la relazione storica tra Giappone (Houma) e Corea (Gyakuza). Gli Dei, inoltre, raffigurano le potenze occidentali intente a colonizzare il mondo.
Nel 1910, infatti, la Corea è stata annessa all’allora Impero Giapponese. Quest’occupazione è durata fino alla fine della seconda guerra mondiale, e durante questo periodo il Giappone ha tentato di sopprimere con violenza la cultura e l’identità coreane con l’obiettivo di “unificare i due popoli”. Gli occupanti fecero vietare la lingua coreana all’interno delle scuole e delle università in favore del giapponese, e ben presto quest’ultimo divenne la lingua “ufficiale” adottata nei luoghi pubblici e nei film. Insegnare la storia prendendo come riferimento dei testi “non approvati” divenne un crimine in Corea, e le autorità diedero alle fiamme centinaia di migliaia di documenti storici coreani.
Con l’incalzare della seconda guerra mondiale il Giappone obbligò centinaia di migliaia di donne coreane e cinesi a divenire “donne di conforto”, schiave sessuali alla mercé dei soldati giapponesi. I giapponesi fecero inoltre rimpiazzare gli alberi locali con delle specie non native, modificando drasticamente l’ambiente circostante.
Quest’atto è stato percepito da sempre come un «genocidio culturale» da parte dei coreani, ma il ramo di destra nazionalista del Giappone giustifica tali avvenimenti affermando che in realtà grazie all’occupazione giapponese la corea si sia modernizzata. In questo senso è facile notare delle somiglianze con la relazione tra Houma e Gyakuza.
Anche gli scenari mostrati nell’opera sembrano ispirate alle foto che mostravano lo stato in cui versava la Corea prima e dopo l’arrivo dei giapponesi nel Paese, alimentando ulteriormente queste supposizioni.
Già ai tempi del manga alcuni utenti giapponesi avevano individuato queste possibili connessioni nel manga, dando luogo a una polemica e numerosi commenti dalle idee discordanti:
“È un manga mal strutturato che proietta l’immagine della Corea di un nazionalista su un gruppo di personaggi finti”
“Spero che i coreani lo leggano e vedano la verità su di loro”
“All’inizio, non ho visto affatto un parallelismo. Ciò mostra che tipo di lettori ci sono”
Sosuke Toka, autore del manga, non ha rilasciato alcun commento ufficiale riguardo la vicenda.