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Scarf – Recensione: catatonia ludica

In questa nostra recensione andremo a parlare di Scarf, titolo sviluppato dallo studio spagnolo Uprising Studio e pubblicato dal publisher Handy Games, appartenente alla compagnia THQ Nordic e dedicato alla realizzazione di progetti di piccole e medie dimensioni. Sappiamo come l’industria videoludica sia costituita da molti generi, alcuni più popolari di altri. Anche se possiamo trovare un elevato numero di titoli appartenenti alle varie categorie, solo alcuni di questi si elevano sopra la concorrenza, come ad esempio uno sparatutto più coinvolgente rispetto ad altre creazioni dello stesso settore.

E ciò vale anche per altri diversi tipi di giochi, che cercano quindi dei modi di innovarsi in vari aspetti, affinché non finiscano con il risultare una mera scopiazzatura di altre opere esistenti e dall’esecuzione migliore. Evitare di sfruttare alcune delle meccaniche vincenti può risultare una mossa saggia, ma le difficoltà nel trovare quella caratteristica in grado di far risaltare le proprie qualità sono spesso troppo grandi per riuscire a generare qualcosa di distintivo. In Scarf, troveremo numerosi elementi che potranno farci tornare in mente una serie di opere già viste e ben conosciute nel mondo dei platform. Ma riproporre questo genere di caratteristiche sarà davvero sufficiente a dar vita ad un gioco valido e in grado di intrattenere? Leggete le prossime righe per scoprirlo.

Prima della pubblicazione di Scarf, lo studio HandyGames aveva già donato al pubblico alcune creazioni particolari, come per esempio Chicken Police e One Hand Clapping. Il primo si era limitato ad essere un gioco prettamente narrativo, in stile Visual Novel e dal carattere noir. La storia però fu la parte più interessante di questo titolo, nella quale degli animali assumevano i panni di due detective alle prese con un caso misterioso. Con One Hand Clapping, invece, viene mostrata una delle meccaniche più curiose viste sinora in un platform 2D, che consentiva ai giocatori di muovere il personaggio che si va ad utilizzare mediante la propria voce, e l’intero gameplay s’incentra sulle abilità canterina dell’utente. Nell’E3 2018 fu presentato poi Scarf: è apparso già da subito come un platform piuttosto standard, richiamando sia per colori che stile di gioco a numerosi titoli simili già visti numerose volte in passato.

Anche il concept generale dietro il titolo non fornisce molta sorpresa: un esserino, colorato di un pallido celeste, ha il compito di risolvere vari enigmi e puzzle durante il suo cammino, aiutato da un dragone in grado di assumere l’aspetto di una sciarpa. I due protagonisti di Scarf iniziano poi a costruire un legame speciale, che si sviluppa nel corso delle loro avventure all’interno della mappa. Il gioco si presenta dunque in modo piuttosto esplicito, ma prima di andare ad analizzare in modo approfondito gli aspetti principali del gameplay di Scarf, volgiamo uno sguardo alla storia che si presenterà di fronte ai giocatori.

Un tessuto dalle proprietà uniche

Scarf apre la sua scena introduttiva presentando uno sfondo di eterno blu. Esso viene poi squarciato dall’apparizione di un fulgido bagliore, il quale man mano alleggerisce la penombra acquatica che scherma ogni fonte di luce solare. Da questo, si genera gradualmente una figura assopita, costituita da forme umanoidi e dal colore candido, con i suoi avambracci avvolti in delle fasce scure, ed un foro aperto nel ventre. Mentre l’esserino affiora in superficie, il cielo oltre lo specchio d’acqua si tinge sempre più velocemente di impressionanti tonalità rossastre. Prima di accorgersene, l’essere si ritrova in una distesa d’acqua, visibilmente disorientato, e in uno stato ignaro anche a sé stesso.

Nel medesimo momento, una sagoma dal colore cremisi si libra sulla sua testa e lo supera, cogliendo di sorpresa l’umanoide. La curiosità prende però il sopravvento, e con fare goffo ed instabile il bizzarro personaggio si appropinqua all’inseguimento della misteriosa creatura dalle fattezze draconiche, imperterrito a scoprirne l’identità. Non si lascia scoraggiare dalla narcolessia momentanea, e dopo aver rincorso la sagoma striata di bianco e rosso, tenta di avvicinarsi mostrando non poco timore. Dall’altra parte, la reazione a questo gesto non mostra segni di inimicizia.

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L’umanoide raccoglie allora una sfera di bagliore protetta da un cespuglio nelle vicinanze, e la porge al dragone che la divora di buon grado. Subito dopo, la creatura indice una piccola danza, per poi unirsi all’essere biancheggiante trasformandosi in una sciarpa (da qui si suppone l’origine del titolo, Scarf). Apparentemente, il drago dai materiali setosi è in realtà un essere più potente di quello che potremmo pensare, in possesso di un capacità in grado di modulare le fattezze dell’universo stesso.

Avendo perso la madre per mano dei bramosi abitanti di alcuni mondi, che si sono adornati con le sue rimanenze di stoffa dalla potente magia, l’addolorata creatura era partita all’inseguimento di questi esseri. Essa si è però ritrovata bloccata in un nuovo universo, dopo aver varcato un portale creato da queste impertinenti entità. Sarà lei che ci coinvolgerà nella sua ricerca per riappropriarsi del maltolto, e poter così tornare alla propria casa. Di lì in avanti, inizierà la missione del nostro avatar nel gioco: andremo anche a scoprire le origini di una civiltà ormai andata perduta, e le motivazioni che l’hanno portata ad estinguersi.

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Esperire l’estinzione

I personaggi di Scarf si limiteranno essenzialmente a noi e al drago-sciarpa che porteremo al collo. Non sapremo nulla riguardo la nostra vita sino a quel frangente, e l’unico modo per approfondire la storia e i fatti accaduti nel mondo in cui ci troveremo sarà per mezzo di vari lasciti, appartenenti alla popolazione precedentemente residente in quest’universo colorato. La mappa di Scarf è strutturata con una sorta di area centrale, ovvero quella in cui ci saremo risvegliati, dalla quale potremo poi accedere agli altri mondi mediante l’utilizzo di portali. Ogni portale si potrà sbloccare una volta raccolti dei “sigilli” in possesso di alcuni spiriti di esserini simili a noi, denominati “nomadi”. Sempre nell’hub troveremo anche una piramide circondata da mezze-sfere: interagendo con essa, si potranno rivedere tutti i ricordi raccolti durante l’esplorazione delle altre zone, che pian piano sveleranno la lore del gioco.

In ogni zona di Scarf alla quale accederemo dopo aver attraversato un portale, si potranno ottenere delle abilità speciali della nostra drago-sciarpa, che andranno ad aggiungersi al nostro repertorio di mosse. In Scarf il combattimento non sarà presente, e non avremo a che fare neanche con dei nemici veri e propri. Al loro posto, si presenteranno vari imprevisti che interromperanno il proseguimento della nostra avventura. Gli spiriti dei nomadi con ancora indosso le stoffe rosse cercheranno di non farsi raggiungere, rimuovendo con la magia le piattaforme su cui dovremo posarci.

Per ricomporle, dovremo raccogliere un certo numero di frammenti di luce sparsi nella mappa, fruendo delle abilità di salto e volo che la sciarpa ci darà. Delle volte, dovremo tentare di spaventare dei piccioni che ci impediranno di raggiungere i frammenti, o distrarre dei conigli con delle mele. Inoltre, potremo dover regolare anche il livello dell’acqua per arrivare a delle piattaforme, poiché questo elemento naturale sarà decisamente fatale per il nostro personaggio in Scarf.

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Ma ciò non sarà un ostacolo imprescindibile, poiché si avrà anche modo di “separare” le acque con il trasporto di una grossa sfera di luce, quasi sempre posizionata vicino a specifiche superfici acquatiche, e muovendoci insieme ad essa andremo ad esplorare i maestosi fondali senza troppi problemi, raggiungendo eventuali leve e piattaforme da spingere, o oggetti da raccogliere. Vi sono inoltre vari collezionabili inseriti all’interno delle aree disponibili in Scarf, come disegni, piccoli ninnoli e giocattoli sparsi in punti più o meno remoti e difficili da trovare. In aggiunta, delle pietre macchiate di una sostanza nera indicheranno la presenza di una misteriosa sfera oscura, che impedirà alla drago-sciarpa di avvicinarsi, portando dunque a spogliare momentaneamente il nostro personaggio nel caso volessimo interagire con lo strano fenomeno.

Nonostante il titolo cerchi di variare abbastanza sul genere di enigmi da dover risolvere, portandoci anche a visitare ambientazioni di vario genere, come il deserto, la foresta, delle oasi e località marittime, il level design di Scarf non brilla però di grande originalità. Oltre a risultare piuttosto monotono e poco divertente a lungo andare, capiterà delle volte di dover girare la mappa per svariati minuti, poiché non si riuscirà ad individuare il pezzo mancante per proseguire il proprio cammino. A rendere il tutto ancora più tedioso sarà anche il movimento donato al protagonista di Scarf, che risulterà decisamente troppo lento anche quando si utilizzerà lo scatto.

Colori accecanti e controlli snervanti

L’ultimo aspetto sottolineato riguardo il disorientamento causato dalla mappa ci porta dunque a discutere dello stile visivo di Scarf. Esso risulta estremamente variopinto, con sfondi caratterizzati da predominanti gamme di tonalità blu e rosse, contrastate anche dai colori caldi e freddi in base al bioma nella quale ci si trova. Dunque si verrà posti davanti a degli sfondi incontrati già ampiamente in altri titoli dalla produzione indipendente, come Rime, The Pathless e Haven. Tuttavia, in Scarf questo tipo di colorazione potrebbe essere leggermente problematica, poiché l’illuminazione esagerata di alcuni toni finisce con il rendere poco visibili i frammenti da raccogliere nelle zone con più luce. Per il resto, Scarf ha delle texture ben definite quando necessario, e i vari dettagli sparsi nello scenario, come le piante, i vasi, gli alberi e le decorazioni, riempiono in modo soddisfacente l’ambiente del gioco.

Il comparto audio è piuttosto godibile e usato con il giusto criterio a seconda delle situazioni, ma non è detto che finiremo con il ricordare la colonna sonora per motivi all’infuori dell’averla ascoltata troppo mentre ci trovavamo in esplorazione. I controlli di Scarf potrebbero essere una delle parti negative maggiormente impattanti nel titolo. Giocato attraverso un controller, i comandi d’interazione troppo spesso non saranno molto responsivi, e come già detto in precedenza il tasto per la corsa sarà praticamente inutile. Essendo un gioco platform, penseremmo che sia inclusa la possibilità di ricominciare un livello nel caso si finisca con lo sbagliare strada e non avere modo di tornare manualmente verso il punto d’inizio, ma questa opzione non sarà in alcun modo presente all’interno del gioco. L’unica scelta che il giocatore avrà nel caso egli rimanga bloccato, sarà quella di chiudere il gioco e sperare di rientrare in un checkpoint precedente al momento d’impasse.

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Le conclusioni finali

Nel caso si abbia intenzione di iniziare un nuovo titolo platform questo mese, prima di provare Scarf sarà meglio vagliare le altre possibilità. Se si tratta di un genere con cui non si ha avuto molto a che fare, allora non ci saranno troppi problemi nell’introdursi a questo tipo di avventure videoludiche attraverso il titolo in questione. Tuttavia, per coloro più navigati in fatto di platformer, e che magari sono reduci da opere ben più rinomate e hanno provato più titoli tra cui l’immancabile Journey, Scarf potrebbe risultare piuttosto stretto, e forse anche un po’ troppo simile al titolo sopracitato. Si tratta certamente di un gioco carino nel suo insieme, presentando una narrativa in grado di incuriosire i giocatori, ed interessarli all’oscuro passato dietro la sparizione della vita all’interno del suo mondo.

Inoltre, vi è anche un finale alternativo, sbloccabile a seconda del modo in cui viene approcciata l’esplorazione nel gioco. Tuttavia, la storia è contornata da una quantità di aspetti triti e ritriti nel mondo dei platfomer indie, e per questo finirà con lo stancare facilmente il giocatore, anche nonostante la sua durata piuttosto esigua (il gioco è terminabile in sei ore o meno). Il fattore rigiocabilità di Scarf viene penalizzato dalle sua lentezza estenuante, e per questa ragione, una volta raggiunto un finale, si potrebbe concludere la propria partita con l’amaro in bocca, pensando di dover ripetere dall’inizio l’esperienza. Infine, possiamo ritenere Scarf una creazione ancora piuttosto acerba, ed un primo approccio a questa categoria videoludica da parte di un piccolo studio che deve affinare le proprie abilità.

Scarf

Trama - 6.5
Gameplay - 6
Comparto tecnico e artistico - 6.7

6.4

Presentandosi come il primo titolo di uno studio spagnolo, Scarf è un titolo che non emerge nella schiera di platformer disponibili, mancando dell'attrattiva e originalità necessaria che lo porti a distinguersi.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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