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Facebook inciampa nel copyright: Meta esiste già

Ebbene sì, sembra che i guai per la compagnia fondata da Mark Zuckerberg non finiscano mai.

Pare infatti che esista già una piccola compagnia con marchio registrato Meta PCs: conta 25 dipendenti e si occupa di rivendita di laptop, tower pc e software per i gamer, e ha registrato il marchio il novembre del 2020.

L’occasione, si sa, fa l’uomo ladro, o meglio ghiotto. Zack Shatt – uno dei fondatori della compagnia – ha dichiarato:

Non eravamo al corrente dei piani di Facebook fino alla settimana scorsa e, se ce lo chiederanno, non venderemo il nome per meno di 20 milioni di dollari.

Viene quindi messa sul tavolo, in maniera neanche troppo sottile, una proposta a cui Zuckerberg dovrà controbattere.

Meta pronta alla sfida
Zuckerberg pronto alla sfida

Insomma, sembra proprio che questo cambio di marchio stia creando non pochi grattacapi alla casa californiana.

Non è certo il primo – e non sarà neanche l’ultimo – tentativo da parte di aziende più piccole di rivendicare una parte della gigantesca torta di profitti che Facebook – anche se ora sarebbe più corretto chiamarla Meta Platforms Inc. – ha generato nel corso di quasi vent’anni dalla sua fondazione.

Pochi giorni fa ci sono state lamentele per la creazione del logo, che pare essere già esistente. Che sia o meno un effettivo plagio non sta a noi deciderlo, fatto sta che è quantomeno singolare la somiglianza. Potete approfondire la faccenda cliccando qui.

Tweet ironico della Meta PCs sulla faccenda

Forse una soluzione per Meta c’è

Tuttavia, secondo delle indiscrezioni, questo “problema” potrebbe essere nulla più che un piccolo inciampo nel percorso di transizione dell’azienda.

Secondo Mark P Mc Kenna, professore di legge dell’Università della California, Facebook potrebbe riuscire ad aggirare l’ostacolo, perché “negli Stati Uniti, i diritti su un marchio non sono dati dalla sua registrazione, ma dal suo uso”.

Una delle strategie che Zuckerberg potrebbe adottare è il deposito della domanda di registrazione di Meta in “un Paese piccolo in cui i database non sono consultabili inserendo una data di registrazione precedente a quella di Meta PCs e l’utilizzo di quel documento come strumento per rivendicare i diritti sul nome“. Questa pare essere un’operazione abbastanza comune per le grandi compagnie.

Non resta altro da fare se non rimanere con gli occhi puntati sulla vicenda per studiare i suoi sviluppi,

Fonti: The Guardian

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