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Demon Slayer, il pubblico si lamenta per la troppa violenza della seconda stagione

Kimetsu No Yaiba – Demon Slayer è ritornato più che mai al centro della discussione grazie all’arrivo della seconda stagione dell’anime, che però ha già riscontrato alcuni primi pareri non proprio positivi, che si scontrano però con quelli che sono i dati del successo dei primi episodi, ovviamente notevole.

Sappiamo infatti che la nuova stagione ripercorrerà per buona parte dei primi episodi quanto abbiamo visto nel film Demon Slayer: Mugen Train, e ciò ha ovviamente diviso i fan, tra chi è comunque contento di rivivere le avventure di Tanjiro e Rengoku e chi invece non capisce il motivo di questa mossa. Ma le polemiche non finiscono affatto qui.

Demon Slayer è troppo violento per alcuni telespettatori

Dopo la messa in onda della prima puntata infatti, i telespettatori hanno rivolto diverse critiche e accuse alla serie, e questa volta non semplicemente postando qualche tweet ma scrivendo direttamente al BPO, ovvero il Broadcasting Ethics and Program Improvement Organization, cioè l’ente Giapponese che si occupa di controllare i media e che il loro contenuto rispetti degli standard etici nei contenuti.

Le lamentele ricevute dal BPO riguardavano principalmente la violenza presente in Demon Slayer, giudicata eccessiva da alcuni telespettatori che si son imbattuti nel popolare anime. Alcune dei messaggi inviati dicevano ad esempio “ci sono troppe scene sanguinolente e cruente” insieme a “non mi sono affatto sentito a mio agio nel vedere scene di persone che vengono mangiate, braccia che vengono mutilate e altre scene altresì violente”.

Demon Slayer

La risposta del BPO? Facilmente intuibile: se non vi piace, cambiate canale. Ecco più precisamente cos’ha detto l’organizzazione a riguardo di questo episodio:

La popolarità della serie e del film suggeriscono che il loro contenuto sia considerato accettabile. Inoltre, il concetto di volontaria discrezione dello spettatore durante la visione è ampiamente compreso e accettato.

E la risposta non poteva essere altrimenti ed entrambi i punti sono validissimi. Demon Slayer è uno shonen, quindi di per sé il target è quello adolescenziale: se ha avuto così tanto successo allora è logico pensare che ai ragazzini vada bene ciò che c’è dentro; e ovviamente, se una cosa non ci piace per un qualsiasi motivo, non siamo mica obbligati a guardarla.

E diciamocelo: Demon Slayer non è assolutamente nemmeno l’anime più violento che ci sia, figuriamoci come show in sé per sé.

Per quanto possa sembrare una faccenda di poco conto, la risposta negativa dell’ente alle varie lamentele è significativa, in quanto fa sperare in un mondo dell’intrattenimento in cui le richieste dei consumatori vengono sì prese in considerazione ma non sempre accettate e assecondate, così come dovrebbe essere quando siamo di fronte a polemiche oltremodo sterili.

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Lorenzo De Padova

Lorenzo De Padova

Laureato in economia aziendale, appassionato di manga, anime, videogames e pop music e in generale di ciò che non è mai scontato e banale.

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