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In Francia Amazon ed e-commerce non potranno applicare la spedizione gratuita sui libri: la proposta di legge

Sono ormai anni che la discussione sulle piccole realtà di negozi fisici e i colossi dell’e-commerce è sempre più presente e accesa, non solo tra i consumatori ma anche tra gli organi politici. Quello dell’e-commerce, di cui Amazon è sì l’agente principale ma non l’unico, è un mondo che si è andato a solidificare pian piano ma che ora sembra detenere un potere incontrollabile, a discapito dei negozietti che invece faticano a tenersi su.

Uno dei settori maggiormente colpiti è stato quello dell’editoria, che ha risentito molto della (fittizia?) convenienza dell’acquisto di libri online piuttosto che nel punto di vendita fisico. Le soluzioni provate finora non sembrano aver funzionato molto, ma la Francia è pronta a riprovarci.

La proposta di legge sarà applicata a tutti gli e-commerce, non solo ad Amazon

La proposta avanzata dalla senatrice del partito conservatore Les Republicains Laure Darcos e dalla deputata di MoDem, partito alleato di Les Republicains, Géraldine Bannier è molto semplice: non potrà essere offerta la spedizione gratuita ai libri acquistati online, né che siano venduti da Amazon, né che siano venduti da altri siti di e-commerce.

E in realtà una legge simile in Francia c’è già, ed è stata approvata nel 2014, ma non stabiliva a quanto dovessero ammontare le spese di spedizione, per cui Amazon si è limitata a farla pagare appena un centesimo. Si parla oggi invece di un prezzo che può andare fino ai 7 euro.

amazon

La proposta è stata già approvata a giugno e ha anche il sostegno del presidente Macron e sarà presto discusso all’Assemblea Nazionale.

Gli altri operatori nel campo dell’editoria francese, quali Fnac, si sono dichiarati favorevoli alla legge nonostante questa intaccherà anche loro. Stando alle dichiarazioni del presidente della Fnac, per essere più concorrenziali ad Amazon hanno da sempre dovuto abbassare di molto le spese di spedizione, diminuendo i propri margini di guadagno; una legge del genere potrebbe dunque riequilibrare la concorrenza e far respirare di più le altre compagnie.

Amazon ha invece risposto che ciò danneggerebbe solo i clienti che vivono nelle piccole aree lontane da librerie fisiche, ma gli studi svolti da chi ha proposto la legge sembrano delineare un successo di Amazon soprattutto nelle aree urbane e densamente popolate, che dunque possono o permettersi l’acquisto in loco o il sovrapprezzo.

Una politica del genere potrebbe funzionare? Difficile a dirlo. A pagarne le conseguenze, anche in senso letterale, saranno innanzitutto i consumatori, che vedranno praticamente una tassa sul proprio acquisto. E l’unico modo per evitarla sarà quello di andare fisicamente in una libreria, con tutte le problematiche del caso (irrangiungibilità della stessa, mancanza di materiale in tempi brevi e così via).

Anche in Italia per stimolare l’acquisto nelle librerie fisiche è stato abbassato da qualche anno il limite massimo di sconto che è possibile applicare sui libri, dal 15% al 5%, di modo che almeno il prezzo non fosse un elemento discriminatorio per il consumatore finale tra la scelta dell’online e del negozio fisico.

Vedremo comunque se questa legge diverrà realtà e se possa effettivamente portare a una ripresa del settore.

Recentemente anche Amazon Italia è stata al centro delle attenzioni ma per qualcosa di positivo quale l’aumento dello stipendio dei lavoratori.

Fonte: Il Post

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Lorenzo De Padova

Lorenzo De Padova

Laureato in economia aziendale, appassionato di manga, anime, videogames e pop music e in generale di ciò che non è mai scontato e banale.

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