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La Cina vieta contenuti omosessuali in anime e videogiochi

Qualche giorno fa in Cina è stata approvata una restrizione sui contenuti yaoi per l’intrattenimento televisivo. Sembra che in TV non potranno più essere trasmessi programmi che promuovano immagini di uomini effeminati, dato che costituirebbero diffusione di “cattiva cultura”.

Gli show televisivi con “intrattenitori effeminati” sono stati cancellati, così come è stata proibita l’esibizione di “idol maschili effeminati”. Le autorità cinesi hanno anche comunicato che i controlli al riguardo saranno alquanto rigidi, e che sono previsti provvedimenti pesanti contro le aziende che non rispetteranno le nuove regole. Molto probabilmente, la normativa impedisce anche la trasmissione di anime yaoi, che promuovono quel modello ormai tanto disprezzato dal governo cinese.

Nei giorni successivi, il governo cinese ha esteso il provvedimento anche ai videogiochi on line. Non saranno consentite più produzioni videoludiche basate su relazioni amorose tra adolescenti di sesso maschile, secondo la notifica giunta alle compagnie di produzione. Il provvedimento va a completare quello inerente alle limitazioni televisive, per impedire la diffusione di una cultura non apprezzata dai vertici della Cina.

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La notizia è stata riportata da TV Asahi, l’8 Settembre 2021. La comunicazione è stata fatta proprio dal Dipartimento di pubblicità del comitato centrale del Partito comunista cinese, che ha etichettato i videogiochi con elementi yaoi come “illegali all’interno del territorio cinese” o anche “promotori di falsi valori”.

Altre restrizioni in vista per gli yaoi?

Molti si domandano se la restrizione sugli yaoi sarà applicata anche a libri e fumetti. Dal momento che il governo non ha escluso i videogiochi dalle nuove misure, è probabile che le prossime vittime saranno proprio le storie narrate su carta. Sembra assurdo che provvedimenti del genere vengano presi nel 2021, e oltre al terribile impatto sociale, ci si chiede se la decisione porterà anche conseguenze economiche, e se si arriverà a una sorta di protesta contro quanto stabilito dalle autorità in Cina.

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A proposito di censura di contenuti a sfondo sessuale, vi ricordate di quando il presidente della compagnia giapponese Kadokawa aveva indirettamente lasciato intendere di essere a favore di una limitazione di tali contenuti in anime e manga? Secondo il dirigente, molte opere dell’editoria giapponese non supererebbero gli standard di Google e Apple. La sua opinione ha causato il disappunto del popolo del Web e di altre figure di spicco nel settore. In seguito è stato punito proprio dalla compagnia con una riduzione di stipendio. Kadokawa ci ha tenuto anche a precisare che le sue parole non erano in linea con la politica dell’azienda. Per saperne di più, date un’occhiata a questo link.

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Giovanni Parisi

Giovanni Parisi

Laureato in Ingegneria Chimica, aspirante professore alla Great Teacher Onizuka, esploratore di universi di fantasia, illuso sognatore, idealista, cinico a tratti. Ma ho anche dei pregi.

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