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Amazon distrugge milioni di oggetti invenduti ogni anno: viaggio nelle “destruction zone” dei magazzini

Amazon ha macerato milioni di articoli nuovi a causa della mancata vendita

Il Prime Day è passato, ma Amazon non smette mai di far parlare di sé. Stavolta, però, lo fa per un motivo molto lontano dalle sue grandi offerte e dalla velocità di consegna. 

A Londra, infatti, milioni di articoli che non hanno visto acquirente sono stati letteralmente macerati. Lo rende noto ITV, canale televisivo britannico che ha condotto e pubblicato l’inchiesta.

Proprio un reporter della tv inglese ha documentato, tramite una videocamera nascosta, la distruzione di migliaia di articoli. Una pratica che sarebbe addirittura giornaliera e che vedrebbe impiegato un vero e proprio modus operandi.

Ci sarebbe una cosiddetta ‘destruction zone‘ adibita allo smantellamento di beni di ogni tipo: 130.000 prodotti a settimana, di cui il 50% ancora imballati. Una quantità enorme che Amazon preferisce far fuori anziché mantenere in deposito, pratica che prevedrebbe un maggior esborso economico.

Questa è la motivazione che ha portato ad una vera e propria “ecatombe” che non vede, però, solo Amazon come unica responsabile. Tante sono, infatti, le società che sfruttano i magazzini dell’azienda come luogo per depositare la propria merce. Tanti sono anche i resi fatti dagli utenti che si accumulano giorno dopo giorno.

La società di Bezos ha rilasciato una nota ufficiale in merito:

Stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo smaltimento zero dei prodotti e la nostra priorità è rivendere, donare a organizzazioni di beneficenza o riciclare i prodotti invenduti. Nessun articolo viene inviato alla discarica nel Regno Unito. Come ultima risorsa, invieremo gli articoli al recupero energetico, ma stiamo lavorando duramente per ridurre a zero il numero di volte in cui ciò accade.

La situazione preoccupa molto a livello ambientale, poiché la quantità di spazzatura che si crea tramite questa gestione è davvero difficile da smaltire. Si tratta di una brutta gatta da pelare per Amazon, che dovrà trovare una soluzione alternativa alla distruzione dei prodotti rimasti senza acquirente.

FONTE

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