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5 anni fa moriva un gorilla, ma nasceva una leggenda: la storia di Harambe ?

5 anni fa veniva ucciso Harambe, un gorilla dello zoo di Cincinnati

Era il 28 maggio del 2016, una giornata come tante allo zoo di Cincinnati; il sole splendeva (?), ed i visitatori del parco trascorrevano felicemente la loro giornata. Nessuno sapeva che da lì a pochi minuti quello zoo sarebbe stato su tutti i giornali e telegiornali, né che uno degli animali al suo interno sarebbe divenuto una leggenda di internet. 

Un bambino di 3 anni, dopo essersi arrampicato su una recinzione, cade in una pozza d’acqua del Gorilla World; gli addestratori intimano ai gorilla presenti di stare alla larga, ma uno di loro non ascolta: è Harambe, un gorilla di circa 200 KG che voleva investigare su chi o cosa fosse la creatura caduta nel suo habitat. 

 Confuso dalle urla dei visitatori, che chiedevano giustamente aiuto in quanto preoccupati per la salute e la vita del bambino, Harambe comincia a tenere un comportamento piuttosto insolito, e dopo aver trascinato il piccolo in acqua, lo porta con sé su una scala che separava il fossato dalla terraferma. Il personale dello zoo, sempre più agitato, spara un colpo di fucile e pone fine alla vita dell’enorme gorilla per salvare quella del bambino. 

Harambe e il Bambino

Tale incidente viene ripreso da uno dei visitatori, che decide di caricare il tutto su Youtube. Il filmato diventa virale in pochi minuti, suscitando polemiche in tutto il mondo, in quanto stando alle immagini la vita del bambino non sembrava essere in pericolo. Addirittura viene organizzata una veglia per ricordare Harambe, tenutasi a Londra, precisamente ad Hyde Park. 

La questione raggiunge perfino alcune delle più note celebrità del mondo dello spettacolo, che si schierano contro il personale dello zoo di Cincinnati: tra questi ricordiamo Brian May, chitarrista dei Queen, e Ricky Gervais

Poi, accadde qualcosa che nessuno poteva immaginare. Su Twitter ed in generale sui social network cominciarono infatti ad apparire numerose immagini dedicate ad Harambe, che parlavano dell’accaduto con toni assolutamente parossistici e che probabilmente erano rivolti a chi faceva della questione un caso di interesse nazionale. Da lì, il delirio: Harambe era ovunque, photoshoppato sia sul Monte Rushmore, sia nelle foto di famiglia di Bernie Sanders

Arrivarono addirittura delle petizioni che chiedevano di mettere la faccia di Harambe sulle banconote da 50 $, o di mettere una sua statua alla Casa Bianca, o di chiamare Cincinnati “Harambe City”, o addirittura di far diventare il gorilla un Pokémon. Si arrivò perfino a creare un hashtag, “Dicks out for Harambe“, che invitava gli utenti a mostrare il pene in segno di rispetto nei confronti del gorilla. Come se non bastasse, molti elettori americani, circa 11.000 hanno votato per Harambe alle elezioni del 2016.  

Tutti credevano che quella fosse una wave momentanea, ma invece no. I meme di Harambe sono ancora oggi vivi, inscalfibili nonostante il tempo passato dalla vicenda; questi furono definiti una vera e propria satira nei confronti dell’indignazione che corre sui social dopo la diffusione di una particolare notizia e per questo motivo, sono divenuti immortali. 

Nonostante siano passati ben 5 anni dalla morte di Harambe, il gorilla di Cincinnati è più vivo che mai. Internet non dimentica, né dimenticherà mai una delle più grosse wave di meme mai concepite.

HARAMBE VIVE  ?

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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