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The Legend of Zelda compie 35 anni, il nostro omaggio: “è pericoloso andare da soli..”

The Legend of Zelda compie 35 anni, ecco il nostro omaggio! 

It’s dangerous to go alone.. Take this!

The Legend of Zelda, una delle saghe più importanti della storia dei videogiochi, festeggia oggi il suo 35esimo anniversario. 35 anni dal giorno in cui, per la prima volta, milioni e milioni di giocatori impersonarono il giovane Link, venendo a conoscenza delle maestose e fantastiche lande di Hyrule; lande che all’epoca erano composte da nulla più di una manciata di bit, ma che sarebbero state inconsapevolmente destinate ad ospitare quella che sarebbe diventata, perdonate il gioco di parole,  una vera e propria leggenda

The Legend of Zelda

La Triforza e il suo semplice ma genuino significato

Perché The Legend of Zelda è questo: una leggenda, sotto tanti punti di vista. Una leggenda che è partita da basi narrative non propriamente originali, figlie di quella squisita semplicità propria degli anni ’80: i protagonisti erano Link, un giovane “cavaliere” appartenente alla razza Hylia, Zelda, una principessa da salvare, e Ganon, una mostruosità decisa a sfruttare un immenso potere per i suoi scopi malvagi. Un triangolo di personaggi apparentemente semplicistico, ma che rappresenta qualcosa di più nella cosmogonia di Hyrule: ognuno di essi non è altro che la materiale rappresentazione della Triforza, una sacra reliquia creata dalle dee Din, Nayru e Farore, basata su tre elementi: la Forza, propria di Ganon o Ganondorf (antagonista di alcuni capitoli della saga), il Coraggio, elemento che contraddistingue Link, e la Saggezza, caratteristica principale della principessa Zelda. Le basi narrative di cui sopra sono state tuttavia espanse nel corso degli anni, evolvendo quei semplici concetti, quelle spoglie terre e quei “banali” personaggi in qualcosa di diverso, in qualcosa di nuovo. In qualcosa che, da 35 anni, detta legge nel mondo dei videogiochi sotto tanti punti di vista

The Legend of Zelda

Tra innovazione e classicismo

Nonostante infatti la serie di The Legend of Zelda non venga considerata né dai fan Nintendo, né dalla stessa Casa di Kyoto, come il suo brand principale (che, manco a dirlo, risulta essere ancora Super Mario), l’apporto che la saga con protagonista Link ha dato al mondo dei videogiochi è enorme, forse pari a quanto fatto dall’idraulico italiano. 
La serie creata da Miyamoto e Tezuka, supervisionata da più di un ventennio da Eiji Anouma, è riuscita più di una volta a porre le basi del game design tanti videogiochi che hanno caratterizzato il nostro percorso di vita; il mondo aperto, l’esplorazione prima bi e poi tri-dimensionale, il lock on sui nemici, e così via, sono tutto merito di The Legend of Zelda; una saga che, nonostante il suo essere perennemente ancorata ad uno squisito classicismo, riesce sempre ad innovare il medium videoludico.

The Legend of Zelda

Basti pensare al più recente Breath of the Wild: un capolavoro capace di rivoluzionare per sempre il mondo degli open world, che rende addirittura obsoleti titoli arrivati sul mercato dopo la sua pubblicazione. D’altronde, The Legend of Zelda rappresenta appieno lo spirito di Nintendo, forse addirittura più dello stesso Super Mario; uno spirito che sembra restare ancorato al classico, almeno all’apparenza, ma che si pone come obiettivo quello di sconquassare le fondamenta del mondo dei videogiochi con un terremoto che di volta in volta non distrugge, ma crea qualcosa di nuovo, e di meraviglioso.

The Legend of Zelda

L’emozione dell’avventura

Ma allontaniamoci dai discorsi relativi al medium videoludico, almeno per un momento; dimentichiamoci di game design, di dettami narrativi, di analisi tecniche, e passiamo a pensare a ciò che Zelda ci ha donato. Perché ogni Dungeon, ogni conquista della Master Sword, ogni scontro con Ganon, ed ogni cavalcata su Epona hanno lasciato qualcosa dentro ognuno di noi; qualcosa di inspiegabile, di intangibile, ma capace di legarsi a noi per sempre, o quasi. Non sappiamo se sia felicità, stupore, tristezza, gioia della scoperta, meraviglia.. sappiamo solo che c’è, e che difficilmente ci abbandonerà. E forse non sappiamo cosa sia perché The Legend of Zelda è tutto quanto detto poc’anzi, e fa parte dei nostri più cari ricordi legati al mondo dei videogiochi.

The Legend of Zelda

Nessuno di noi dimenticherà mai il primo viaggio nel tempo in Ocarina of Time, la conquista della Master Sword in A Link to the Past, la prima veleggiata in Wind Waker o il senso di meraviglia che tutti noi abbiamo provato quando Link, svegliatosi da un sonno eterno, dà una nuova, prima e splendida occhiata alle vaste lande di Hyrule, attanagliate dalla Calamità Ganon, in Breath of the Wild. Ma d’altronde, ciò è, almeno per chi vi scrive, una manifestazione dei desideri di Nintendo la quale, rendendo Link muto, ci stava mandando un messaggio tanto semplice quanto efficace: Link siamo tutti noi, coraggiosi videogiocatori che non vedono l’ora di salvare la Principessa Zelda, imbarcandosi in una nuova e meravigliosa avventura.

The Legend of Zelda

Grazie di cuore Nintendo

Ecco dunque perché, secondo noi, la saga di Zelda è molto più che un videogioco.. è una vera e propria leggenda, che ci ha accompagnato e ci accompagnerà, si spera, ancora per parecchi anni. Un atto d’amore da parte di Nintendo verso noi videogiocatori che, quando ci sentiremo smarriti, avremo dalla nostra parte sempre un barbuto saggio chiuso in una grotta illuminata da due sparuti fuochi, che, offrendoci una spada che rappresenta idealmente tutto il senso d’avventura di The Legend of Zelda, ci sussurrerà.. “It’s dangerous to go alone. Take this“. 

The Legend of Zelda

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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