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5 anime Cyberpunk da vedere assolutamente

Tutti matti per il Cyberpunk!

Okay, fermiamoci tutti un secondo e cerchiamo di essere onesti: a chi è che non piace il cyberpunk?

Perché, sul serio, forse è uno dei generi più divertenti e versatili di sempre. Col cyberpunk potreste trovare davvero qualsiasi cosa: prodotti caciaroni, visivamente spettacolari a serie che si concentrano più sull’introspezione.

Da un lato, cioè, potreste trovarvi di fronte a capolavori visivi: quale genere meglio del cyberpunk consente agli autori di mostrare spettacolari costruzioni, tecnologie avanzatissime e altre cose che molti generi a malapena si sognano?

Dall’altro lato è la premessa stessa a fare la fortuna del genere. Il termine “cyberpunk” è stato utilizzato per indicare opere dalla vocazione fantascientifica che fanno un passo oltre rispetto al semplice racconto: mostrano cioè futuri spesso molto lontani dal nostro in cui la tecnologia è ormai profondamente integrata nella nostra vita, talmente tanto che sarebbe impossibile vivere senza utilizzarla.

Spettacolare, direte voi, ma comporta anche dei rischi. Il cyberpunk infatti non si ferma al semplice mostrare la fantascienza, come abbiamo detto, ma anche i suoi rischi, le sue degenerazioni e i grandi dilemmi umani e filosofici che nascono di fronte allo sviluppo tecnologico.

Macchine, esseri umani, ordine prestabilito e tentativi di capovolgere completamente il sistema… Troverete di tutto.

Anche l’animazione giapponese si è scontrata con questo genere e ci ha regalato numerosi capolavori. Se vi piace il genere, o se vi state approcciando solo ora, ecco qui cinque anime/film d’animazione che non potete assolutamente perdere se avete amato Cyberpunk 2077!

Serial Experiments Lain

Lain 1

“Il Wired serve esclusivamente alla trasmissione delle informazioni, non è altro che uno spazio creato per comunicare. Non deve essere confuso con il Mondo Reale.”

Serial Experiments Lain è la serie più inquietante presente in questa lista, e penso anche una delle più inquietanti in tutta la produzione cyberpunk giapponese. Le animazioni non sono esattamente il massimo pur essendo un anime uscito nel 1998, ma non lasciatevi ingannare: siamo di fronte ad un piccolo gioiello.

Dopo il suicidio di una compagna di scuola, Chisa, la nostra protagonista Lain riceverà una strana mail da lei sul proprio NAVI (il computer) e, incuriosita e affascinata, inizierà ad avventurarsi nei meandri più sperduti e profondi del Wired.

È una serie molto particolare e difficile da classificare con un solo genere: cyberpunk, horror, thriller psicologico, Serial Experiments Lain è un anime che sperimenta parecchio al suo interno, così come Lain si fa strada nel Wired e nell’oscuro mondo del web facendo esperimenti dettati dalla curiosità.

Ma il Web è davvero sicuro come crediamo? E qual è il confine entro il quale l’uomo cessa di essere se stesso… per diventare tutt’altro, nel Wired?

Serial Experiments Lain è un prodotto coinvolgente che all’inizio vi lascerà confusi e spiazzati ma che, andando avanti, chiarirà ogni vostro dubbio. E forse ve ne lascerà altri, ancora più inquietanti e pericolosi, sui quali riflettere.

Dove finisce la realtà? E dove inizia il mondo virtuale? Scopritelo insieme a Lain.

Metropolis (2001)

Metropolis

Accade molto spesso che dei titoli meritevoli vengano soffocati dal successo di tanti mostri usciti prima: è proprio il caso di Metropolis.

Chissà come mai il film non ha fatto molto parlare di sé tra gli appassionati del genere e il suo successo è basso se lo confrontiamo con altri classici come Alita o Ghost in the Shell, tuttavia ciò non significa che non si tratta di un prodotto valido.

Metropolis, tratto da un’opera del maestro Tezuka, è ambientato in un mondo in cui uomini e robot convivono, anche se non pacificamente come tante opere di fantascienza ci hanno abituati. I robot sono infatti trattati da schiavi e obbligati all’obbedienza. Il protagonista è un anziano investigatore che, assieme al nipote, ha il compito di ricercare un trafficante, il Duca Red, capo del partito politico contrario al riconoscimento dei diritti dei robot.

Le vicende ruotano a torno a Tima, piccola androide che non conosce ancora il mondo, e al suo tentativo di approcciarsi ad esso con l’ingenuità di chi non conosce (ancora) le ingiustizie delle discriminazioni sociali.

Metropolis è un film che cerca costantemente di mostrarci il divario tra i poveri e i potenti e l’avidità e la corruzione di questi ultimi attraverso lo sviluppo tecnologico. Tema centrale, molto caro a tutta la produzione cyberpunk, è il rapporto tra uomo e macchina.

Che posto ha l’uomo all’interno della società se può venire sostituito da dei cyborg in ogni cosa?

Psycho Pass

Psycho Pass

Psycho Pass è il più recente tra i titoli presenti in questa classifica, la prima serie è stata infatti rilasciata nel 2013.

Il fatto che sia piuttosto recente è uno dei principali motivi per i quali raramente rientra tra i migliori titoli cyberpunk, ciononostante penso meriti decisamente la visione.

Ci troviamo un mondo futuristico nel quale la tecnologia si è evoluta talmente tanto da riuscire a leggere e monitorare lo stato mentale delle persone e nella quale, proprio per questo, i crimini sono molto diminuiti.

Tra le statistiche che lo strumento Psycho Pass consente di vedere c’è il cosiddetto Coefficiente di Criminalità, grazie al quale gli agenti possono individuare e arrestare le persone potenzialmente pericolose. Da qui seguiremo le avventure di Akane, appena entrata in polizia, e Kogami, che si ritroveranno ad affrontare i casi più disparati e particolari.

La trama è più o meno questa; cioè che rende interessante Psycho Pass è il suo affrontare numerose tematiche “filosofiche” nelle proprie storie.

Le domande che vengono poste allo spettatore sono tra le più disparate: prima di tutto, è giusto arrestare qualcuno che non ha fatto nulla solo perché può potenzialmente diventare un criminale? Che ne è dell’umanità in una società che ci si fida più di una macchina che di una persona?

Psycho Pass è tutto questo, assieme ad animazioni e atmosfere fantastiche che ci aiutano ad immergerci completamente all’interno di un mondo in cui la tecnologia è ormai diventata parte integrante della vita delle persone. Con tutti i suoi pro e contro.

Akira

cyberpunk

Che diamine sta succedendo? Che cos’è Akira? Chi è quello strano bambino con l’aspetto di un anziano che compare nei primi minuti di film?!

È innegabile che la visione di Akira sia molto spesso accompagnata, almeno per la prima metà, da una confusione generale dello spettatore. La pellicola, dal ritmo veloce e priva di tempi morti, dissemina effettivamente più domande che altro in un primo momento, e ciò che risalta per primo è il suo contesto.

Ci troviamo a Neo Tokyo nel 2019 in una realtà futuristica molto evoluta nella quale le macchine sono avanzate e il governo ha a che fare con loschi affari legati a intelligenze artificiali ed eugenetica.

Il film inizia ci catapulta subito negli eventi e nei primi minuti iniziamo a conoscere i personaggi, ad apprezzare il contesto cyberpunk, futuristico pieno di veicoli sofisticati ed costruzioni mozzafiato.

Posso dirvi poco della trama di Akira, purtroppo, perché qualsiasi cosa rischierebbe di essere uno spoiler. Kaneda, il protagonista, è il leader di un gruppo di motociclisti, verrà coinvolto in una guerra contro qualcosa che fino alla fine del film neppure lui capisce completamente e costretto poi a lottare contro essa.

Un suo amico d’infanzia, Tetsuo, svilupperà in seguito a degli esperimenti dei poteri psichici… Ma in mezzo a questi due personaggi, chi è Akira? O meglio, che cos’è?

Akira è un film che in pieno stile cyberpunk ci regala elementi futuristici e domande che vi tormenteranno dall’inizio alla fine del film, ma non si tratta solo di questo. In Akira ciò che viene rappresentato è l’esasperazione del conflitto tra l’umanità dell’uomo e la degenerazione che egli subisce a causa delle macchine e dell’eugenetica.

Fin dove possiamo spingerci, prima di avviare una trasformazione irreparabile?

Ghost in the Shell

Ghost in the Shell

Parlare in poche righe di quel capolavoro di Ghost in the Shell è praticamente impossibile. Ci troviamo di fronte a un’opera che ha fatto la storia dell’animazione giapponese e ha influenzato la produzione successiva, non solo quella nipponica.

Numerosi autori successivi che si cimenteranno col cyberpunk guarderanno con ammirazione a Ghost in the Shell, tra tutti le sorelle Wachowski per Matrix, Spielberg per I.A – Intelligenza Artificiale e tanti altri. Anche il recentissimo e discusso Cyberpunk 2077 trae diversi elementi da questa pellicola.

Siamo nel 2029 e il mondo è quasi interamente tecnologizzato. Nella polizia ci sono delle sezioni speciali composte interamente da cyborg realizzati artificialmente da scienziati e neurologi: la protagonista, Motoko Kusanagi, è una di loro.

Assieme alla sua sezione Kusanagi darà la caccia a un hacker soprannominato “Il Signore dei Pupazzi”, che per compiere i suoi crimini hackera la mente degli individui (tutti hanno almeno una minima parte tecnologica anche solo per potenziare l’intelletto, ormai) e cancella loro i ricordi per poi manipolarli.

La particolarità di Ghost in the Shell sta nel fatto che non è un semplice thriller poliziesco a tinte cyberpunk: è una vera e propria riflessione filosofica intorno al significato di anima (GHOST) e vita. È impossibile non sentire l’eco di questo film in molti altri prodotti d’animazione cyberpunk, perché tutti recuperano e ripercorrono almeno una delle problematiche trattate qui.

L’anima è qualcosa che solo gli esseri umani possiedono, oppure anche i cyborg, in quanto dotati di ricordi e di un “io” possono averne una? Le macchine possono essere considerate “forme di vita” se sviluppano una propria intelligenza?

E voi, Commodoriani, li avete visti? E, se sì, cosa ne pensate? Quali sono i vostri titoli cyberpunk preferiti?

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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