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I migliori anime di Italia 1 – Seconda Parte

Inaspettatamente, il primo articolo sui migliori anime trasmessi da Italia 1 non ha causato troppi fastidi. Quasi nessuno a contestare le scelte fatte o ad accampare alternative super famose, il che è già un traguardo.

Oggi proseguiamo dunque col parlarvi di altre tre serie di qualità, nel tentativo di ripescarle dal dimenticatoio in cui stanno lentamente finendo e presentarle alle nuove generazioni che ci seguono.

C’era una volta Pollon (Ochamegami monogatari korokoro Poron)

L’aspirante dea più pasticciona che ci sia è stata un’icona per buona parte degli anni ’80 e ’90, grazie ad una comicità diretta ed efficace. Oggi è sicuramente un bel ricordo per tante persone cresciute in quel periodo, ma in Italia non ha più quel ruolo già da una decina d’anni. Ed è un peccato, perché aldilà dell’immagine non proprio precisa che dà della mitologia greca, Pollon è comunque una commedia molto intelligente e irriverente.

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Partendo da una base semplice e a tratti volgare, le battute si scagliano contro l’inviolabilità del mito umanizzando le singole divinità tramite l’esplicitazione sincera dei singoli difetti. Pollon è un disastro ambulante, ma i suoi “parenti” non sono da meno. Ubriaconi, adulteri e irresponsabili: un perfetto esempio di famiglia disfunzionale pensato per dar vita a situazioni deliranti.

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E se oggi, con la quantità impressionante di parodie a tema religioso che ci sono in giro, può sembrare indubbiamente datato, non vanno tralasciati né il cinico umorismo dell’autore Hideo Azuma né la brillante intuizione di inserire svariati elementi culturali giapponesi per personalizzare l’interpretazione di un contesto che sulla carta non dovrebbe appartenergli.

Non è insomma un becero tentativo di sfruttare il mito per far ridere, ma un’opera con un’identità molto forte capace di far ridere esattamente come faceva quasi 40 anni fa.

Nadia – Il mistero della pietra azzurra (Fushigi umi no Nadia)

Diciamoci la verità: molti di noi hanno avuto la loro prima erezione guardando le forme di Nadia. E aldilà di questa piccola curiosità, Il mistero della pietra azzurra ha il pregio di mostrare dei contenuti piuttosto adulti in uno spazio prevalentemente dedicato ai bambini. Purtroppo, esattamente come per GunBuster, l’essere stato realizzato dallo stesso uomo che ha ideato Evangelion ha solo contribuito ad oscurarlo progressivamente in favore dell’opera più importante di Hideaki Anno.

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Questo nonostante sia, a tutti gli effetti, un vero e proprio prototipo della storia di Shinji Ikari. I due protagonisti, Nadia e Jean, compiono un’avventura che nelle sue premesse ricorda quella di “Giro del mondo in 80 giorni” e che, gradualmente, diventa un viaggio pensato per evidenziarne la crescita.

Soprattutto la ragazza inizialmente mostra grande energia e voglia di vivere, ma con la scoperta delle sue origini e la progressione della storia rivela lati della sua personalità che ne mettono in evidenza la necessità di appartenere a qualcosa.

L’atmosfera avventurosa della storia fa così rapidamente spazio all’approfondimento psicologico di personaggi e situazioni, fondamentale per esprimere con forza un messaggio incentrato sull’affrontare le difficoltà e sentirsi parte di qualcosa. I due ragazzini interagiscono con un cast variegato e sorprendente, scoprono luoghi meravigliosi e si confrontano con tutti i vari aspetti della vita, mettendo in scena una storia che aldilà di qualche battuta d’arresto risulta intensa e sentita.

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La serie è stata recentemente riproposta nella fascia mattutina di Italia 1, e dovrebbe essere nuovamente disponibile in formato home video a breve.

Curiosando nei cortili del cuore (Gokinjo Monogatari)

Altro caso di opera oscurata da una serie molto più famosa dello stesso autore (in questo caso, Nana), Cortili del cuore è un’intricata storia d’amore e di crescita che si focalizza sulla quindicenne Mikako Koda. Animata dal sogno di diventare una stilista famosa ed apprezzata, la protagonista intreccia diverse relazioni che la portano ad arricchirsi personalmente e a fare passi avanti nella realizzazione del suo sogno.

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Come nella tradizione di Ai Yazawa, la serie è caratterizzata da una struttura molto simile a quella di una soap opera, con costanti ribaltamenti di fronte e una drammaticità spesso elevata. I numerosi personaggi interagiscono ad un ritmo vertiginoso, dando vita ad un costante viavai di relazioni, litigi e situazioni che permettono allo spettatore di sentirsi partecipe delle loro vite.

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Si tratta sicuramente di un anime sentimentale piuttosto particolare, che si allontana dalla tradizione di questo tipo di storie grazie ad una narrazione travolgente ed un approccio che allontana da sé qualsiasi banalità.

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