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I Migliori Anime di Italia 1 – Prima Parte

I tempi d’oro di Italia 1

Oggi le reti televisive italiane hanno praticamente smesso di trasmettere serie animate giapponesi, ma c’è stato un tempo in cui i palinsesti dei vari canali ne erano pieni.  E non parliamo solo del “periodo d’oro” della televisione, ma anche di quei primi anni 2000 in cui le fasce pomeridiane erano invase da titoli di ogni genere.

In particolare, per tanti anni il “punto di ritrovo” ideale è stato Italia 1, rete che aveva indubbiamente capito le potenzialità degli anime al punto di dedicare ore ed ore di programmazioni anche ad opere insolite, nel tentativo di beccare quella che potesse fare il botto e rimanere nei cuori degli spettatori.

Italia 1

Dragon Ball o Lupin sono oggi dei veri e propri oggetti di culto, serie che sono entrate a far parte della cultura comune grazie all’ampio spazio concessogli dalla rete Mediaset; e seppur altri anime non abbiano avuto lo stesso successo, al solo nominarli si riaccendono ricordi indelebili e preziosi.

La seguente lista si pone quindi l’obiettivo di identificare in più articoli i migliori titoli animati mandati in onda nei quasi 40 anni di Italia 1, per riportare all’attenzione quelli che ormai abbiamo chiuso in un cassetto del nostro cervello. Piccola nota: saranno assenti i titoli più famosi, perché sarebbe inutile (oltre che banale) ribadire le qualità di Dragon Ball o Lupin ad un pubblico che già li conosce  a menadito.

Prendi il mondo e vai (Touch)

Iniziamo con una triste precisazione: noi italiani vogliamo sempre modificare dei titoli molto semplici per renderli più sfarzosi ma, puntualmente, falliamo. E’ il caso di Touch, manga di Mitsuru Adachi trasposto in una serie da 101 episodi che è tra le più belle storie d’amore e di crescita del suo periodo. Come nella tradizione dell’autore, l’avventura sportiva viene sfruttata per raccontare le gioie e i dolori del periodo adolescenziale.

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I gemelli Uesugi, protagonisti di questa storia, iniziano a frequentare l’Istituto Meisei con le migliori intenzioni: per Kazuya, il primo, riuscire a raggiungere il mitico Koshien per realizzare il sogno della vicina di casa Minami; per il secondo, Tatsuya, condurre la sua vita scolastica in tranquillità.

Pur avendo personalità molto diverse, i due fratelli hanno un rapporto tanto intenso da portare il minore a rifiutare qualsiasi tipo di rivalità con il maggiore, in campo sportivo o romantico che sia. Entrambi hanno talento per il baseball e una forte attrazione nei confronti della graziosa Minami, ma l’affetto che Tatsuya prova verso Kazuya è fin troppo grande per permettergli di pensare a sé stesso ed essere in qualche modo un ostacolo. Almeno, fino al colpo di scena della serie.

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Per quanto possa essere una storia narrativamente molto semplice, non si può fare a meno di restare affascinati da quel modo unico di raccontare che caratterizza le storie di Adachi. Nella trasposizione, la poesia dei rapporti e dei sentimenti viene fedelmente riportata da un character design finemente espressivo e da una narrazione che si prende i suoi tempi, dedicando attenzione ai punti di svolta e ai dialoghi più rilevanti.

Oggi la stella di Adachi è leggermente offuscata dal non essere riuscito in tempi recenti a replicare i grandi successi che qualche decennio fa l’avevano elevato nell’olimpo dei mangaka, ma recuperare quel capolavoro immortale che è Touch è praticamente doveroso, in qualsiasi forma lo si faccia.

È Quasi Magia Johnny! (Kimagure Orange Road)

Altra serie di cui tutti ricordano alla perfezione la sigla e un po’ meno il contenuto, Orange Road si sta lentamente perdendo nei ricordi delle generazioni più vecchie senza avere molte occasioni per arrivare a quelle più giovani. Ed è un peccato visto che parliamo di un altro titolo capace di raccontare con delicatezza e poesia uno dei periodi più importanti nella vita dell’uomo.

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Kyosuke Kasuga è un adolescente dotato di poteri paranormali, che lui e le sue sorelle più piccole hanno ereditato dalla defunta madre; a causa della mancanza di controllo delle due bambine è ormai abituato a trasferirsi da una città all’altra, ma quando incontra la bellissima Madoka Ayukawa capisce di voler rimanere per sempre al suo fianco.

La storia si presenta come un semplice triangolo amoroso formato anche dall’esuberante Hikaru, innamorata del protagonista; tra le gag scaturite dai poteri dei tre Kasuga e l’intensità del rapporto che lega il protagonista alle due, però, lo sviluppo riesce a regalare emozioni di rara bellezza e a raccontare come l’adolescenza porti a capire come la vita sia tanto complessa quanto bellissima.

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Una storia che, aldilà degli ormai 30 anni, non invecchia ed anzi regala ancora un’esperienza inestimabile.

Alé alé alé o-o (Aoki Densetsu – Shuto!)

Qui ci spostiamo nel reame del totalmente sconosciuto con una serie che già ai tempi della sua trasmissione passò tristemente inosservata. La scarsa considerazione che ha avuto qui in Italia non deve comunque scoraggiare riguardo al valore di una serie sportiva che si distacca fortemente da quel Captain Tsubasa che, invece, ci ha sempre fatto pensare che i giapponesi vedessero il calcio come un susseguirsi di tiri della tigre e undicenni già forti come un calciatore di alto livello.

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Aoki Densetsu – Shuto! si focalizza su Toshihiro, Kenji e Kazuhiro, tre amici d’infanzia accomunati dal sogno di vincere i campionati nazionali. Dopo una squalifica causata dal coinvolgimento del secondo in una rissa, la storia subisce un time skip e ci ritroviamo nel periodo delle superiori, coi tre ragazzi ormai separatisi anche se ancora animati dalla passione per il calcio.

Da qui prende luogo la storia, che si sviluppa mostrando i diversi percorsi presi dai protagonisti e pone l’accento su situazioni piuttosto realistiche che servono a riunirli e a ricordargli l’importanza di avere un obiettivo. È molto facile che, nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza, le nostre vite prendano svolte inaspettate e le cose non vadano per come le avevamo immaginate.

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Ed è qui che si inizia a capire l’importanza di avere una speranza di cambiamento, comprendendo quali siano le persone giuste da avere affianco e, soprattutto, in quale direzione si vuole spingere la propria vita.
Aoki Densetsu – Shuto parla obiettivamente di questo, utilizzando il calcio per veicolare quei valori fondamentali (come perseveranza e voglia di migliorarsi) che bisogna sempre tenere a mente.

E tutti gli altri?

Beh, pensare di poter racchiudere in un solo articolo tutti i titoli migliori trasmessi in quasi 40 anni di storia è leggermente pretenzioso. Per questo, è mia intenzione rendere la rubrica un appuntamento bi-settimanale in maniera tale da coprire per bene tutte quelle serie di cui vale la pena parlare almeno per un po’.

Nel frattempo, speriamo che quelli cresciuti con queste serie siano stati sommersi dai ricordi e che ai più giovani, invece, sia venuta almeno un po’ di voglia di recuperarli. Alla prossima!

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