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Xiaomi traccia attività degli utenti nei suoi smartphone

Il colosso cinese Xiaomi ha un parco telefoni ottimo che garantisce una diffusione a macchia d’olio grazie ai prezzi bassi. Ciò però ha anche dei contro.

Xiaomi ha sempre prodotto e venduto smartphone dal rapporto qualità/prezzo ottimo, soprattutto entry level per chi non vuole o non può cedere ad Apple, Samsung, Huawei o altri telefoni più costosi. Questo però, spesso, non è sinonimo di sicurezza e l’ultimo rapporto di Forbes lo confermerebbe: Xiaomi invia dati degli utenti ad Alibaba.

Tracciamento nascosto, ma nessun problema di privacy?

Lo studio di Forbes afferma che le ricerche degli utenti sul browser predefinito dei dispositivi Xiaomi vengono registrate e inviate a terzi. Anche in modalità privata, ogni dato relativo a siti Web visitati, cartelle aperte e impostazioni data al browser viene raccolto e inviato a terzi. Come se non bastasse, Xiaomi addirittura identificherebbe il dispositivo con numeri unici.

Questo però, secondo Xiaomi, non reca danni alla privacy dell’utente. L’azienda ha infatti risposto confermando che i dati vengono crittografati durante il trasferimento. Peccato che, secondo il rapporto di Forbes, la crittografia sia in base64 e si possa decodificare fin troppo facilmente. Nonostante ciò. il produttore cinese ritiene di rispettare la privacy e la sicurezza degli utenti in modo conforme alle leggi. Un portavoce ha inoltre sostenuto che le informazioni raccolte sarebbero anonime e scollegate dall’identità personale.

Xiaomi Mi 10 Pro

Il comunicato dell’azienda

Con un comunicato ufficiale inviato a Forbes, Xiaomi s’è detta “delusa” dall’articolo pubblicato dal magazine americano. Per questo l’azienda, alla luce di un possibile fraintendimento tra le due parti e di una raccolta di dati errata, avrebbe contattato nelle ultime ore la redazione stessa di Forbes.

Sappiamo bene che la tensione tra Cina e USA, soprattutto ora a causa del COVID-19, sta aumentando. Ma si sa anche che molte aziende, cinese o americane che siano, tendono a rimanere vaghi sulla raccolta dei dati degli utenti. Staremo a vedere nei prossimi giorni cosa dirà Xiaomi al riguardo e se prenderà provvedimenti di qualche tipo.

AGGIORNAMENTO 2 Maggio 2020, ore 12:30 : Xiaomi, con un post sul blog ufficiale, ha oggi risposto pubblicando anche il codice sorgente d’interesse, assieme alla lista di certificati ISO che l’azienda ha ottenuto in materia di privacy e sicurezza. Il comunicato è consultabile integralmente qui.

FONTE

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Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

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