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Shingeki no Kyojin cap. 128 – L’inizio della fine

Caro lettore, il seguente articolo contiene spoiler sugli ultimi capitoli del manga Shingeki no Kyojin (L’attacco dei giganti), quindi, se non sei in pari con esso, ti consiglio di non proseguire con la lettura.

Inoltre, poiché quest’articolo è rivolto ai lettori del manga, ho parlato liberamente di persone, luoghi e avvenimenti all’interno della storia, senza dare spiegazioni e dando per scontato che sappiate a cosa mi riferisco.

Il capitolo 128 di Shingeki no Kyojin è stato molto atteso e, come in molti si aspettavano, ci ha mostrato l’inizio di quella che, probabilmente, sarà l’ultima battaglia fra l’alleanza e gli Jaegeristi.

È stato un capitolo molto interessante, e ci ha posto dinanzi ad un nuovo dilemma etico, l’ennesimo in questa serie.

DILEMMA

Il capitolo si apre con l’alleanza intenta a prepararsi per assediare il porto, poiché necessita di un’aeronave per raggiungere Eren, il quale, attualmente, si trova in un punto non specificato in mezzo ai migliaia di titani colossali liberati dalle mura.

Veniamo a sapere da Hanji che i colossali sono già arrivati in prossimità del continente di Marley, quindi l’alleanza deve agire subito, senza perdere tempo.

Questo dettaglio è molto interessante; ho sempre pensato che, se l’alleanza fosse riuscita a fermare Eren, ciò sarebbe avvenuto nell’isola di Paradis, invece sembra che l’attesissima “battaglia finale” avrà come scenario il continente responsabile della sofferenza degli Eldiani.

Non è chiaro, però, se ciò che Hanji ha detto sia vero, oppure sia nient’altro che una bugia inventata apposta per convincere tutti ad agire in fretta; immagino lo scopriremo nei prossimi capitoli.

Ed è proprio mentre stavano discutendo sul da farsi che Annie Leonhart ha iniziato il dilemma etico a cui avevo accennato prima: l‘alleanza vuole opporsi ad Eren, tuttavia pensava ingenuamente che sarebbe riuscita nell’intento senza sporcarsi le mani di sangue.

 

INDECISIONE

Esattamente come già aveva fatto nel capitolo numero 127, Annie ha posto l’alleanza di fronte ad un’ovvietà: se davvero Jean, Armin, Mikasa e Connie vogliono fermare Eren, saranno costretti ad uccidere quelli che, in passato, erano loro compagni d’armi.

Durante tutto questo dialogo, capiamo che l’alleanza è ancora attanagliata da dubbi e insicurezze; non ha affatto preso una decisione chiara e definitiva, anzi procede verso l’obbiettivo senza alcuna vera determinazione, spinta solo dalla moralità.

Tuttavia, Annie Leonhart e Reiner Braun non l’hanno incolpata, bensì sono riusciti perfettamente a capire i motivi di tale indecisione, dopotutto chi meglio di loro può comprendere quanto sia doloroso combattere contro i propri compagni.

Sono rimasto davvero molto colpito dalla grande empatia che i due guerrieri di Marley hanno dimostrato, arrivando addirittura a suggerire loro di non combattere affatto. Questo dimostra che, nonostante quest’alleanza risulti spiacevole per ognuno dei suoi membri, essi cercano comunque di venirsi in contro e di aiutarsi.

Fortunatamente, Hanji è stata in grado di spronarli un po’.

Interessante il fatto che il primo a decidere di combattere è stato Armin; la persona più pacifica di tutte, finalmente, sembra aver capito che uccidere è inevitabile in questa situazione.

È stata l’alleanza ad iniziare la ribellione, quindi è compito suo assumersi le conseguenze delle sue azioni e sporcarsi le mani di sangue, se necessario.

Armin Arlert ha dimostrato di avere ancora dentro di sé qualche traccia dell’utilitarismo che lo caratterizzava in passato; invece di scegliere la via più etica, ha deciso di fare dei sacrifici in nome di quello che lui crede essere “il bene superiore”.

MAGATH

Sul comandante Magath non c’è molto da dire; in questo capitolo sembrava aver cambiato completamente il suo modo di pensare, arrivando a chinare la testa dinanzi a quelli che, solo la sera precedente, aveva definito dei mostri.

Magath ha ammesso di essersi sbagliato e che gli eldiani di oggi non hanno colpe dei peccati dei loro antenati.

Ho notato che molti fan sono parecchio dubbiosi su questo cambiamento così repentino, poiché, se fosse vero, sarebbe avvenuto letteralmente nel giro di una notte.

Tuttavia, bisogna ricordare che Magath aveva già dato segno di un possibile cambiamento nel capitolo 127, quando ha allungato una mano per consolare Gabi e Falco, fermandosi all’ultimo momento.

Sarà davvero così? Ha davvero capito così rapidamente quanto si sbagliava sugli Eldiani, oppure non è altro che una messinscena per convincerli a combattere?

Gabi e Falco possono davvero riuscire a cambiare la sua ideologia sbagliata e razzista?

Mi piacerebbe sapere la vostra opinione a riguardo.

IL SEME DELLA VIOLENZA

Una delle parti indubbiamente più interessanti del capitolo è il dialogo fra Floch e Kiyomi Azumabito: “Se sei convinto che Paradis sarà al sicuro in questo modo, mi dispiace dirti che state solo rendendo il mondo più piccolo. Voi continuerete ad uccidervi a vicenda, come sempre…”

Hajime Isayama ha usato le parole della signora Azumabito per descrivere ciò che, probabilmente, accadrà qualora Eren riuscisse davvero a compiere il genocidio mondiale.

Come molti pensavano, gli eldiani non otterranno niente distruggendo il mondo, e finiranno semplicemente per uccidersi a vicenda, finché anche essi non si estingueranno.

Il seme della violenza è intrinseco in ogni essere umano, indipendentemente dalla razza o dalla religione, perciò è da ingenui pensare che il mondo diventerà una specie di paradiso per gli eldiani dopo questa tragedia.

Se Isayama ha voluto dare un significato alle parole della signora Azumabito, allora sarebbe questo senz’ombra di dubbio.

Alcune persone dell’isola sono rimaste uccise durante la distruzione delle mura, e i famigliari delle suddette vittime hanno espresso tutto il loro dissenso nei confronti dell’operato di Eren Jaeger.

A differenza di quello che molti fan credono, non tutti gli eldiani sono d’accordo con Eren, infatti c’è una gran quantità di persone che non lo perdoneranno mai e lo odieranno per sempre. Se anche tutte le altre razze scomaparissero, questo risentimento porterebbe a divisioni, conflitti e lotte di potere, causando continue guerre civili.

BENE E MALE

Inoltre, come Isayama ci ha sempre comunicato, in Shingeki no Kyojin non esistono né buoni né cattivi, ma solo umani violenti e avidi, quindi realistici.

Alle parole della signora Azumabito, Floch ha risposto dicendo che deve estirpare il seme dell’inquietudine. Il tirannico capo degli Jaegeristi vuole eliminare tutti quelli che non condividono i suoi ideali, poiché è profondamente convinto che il suo modo di vedere le cose sia quello inequivocabilmente più giusto per proteggere Eldia.

Floch è un personaggio che rimane coerente con sé stesso; molti non potranno fare a meno di provare disgusto per lui, ma ciò è deliberatamente voluto da Isayama.

Le azioni di Floch sono egoiste, fasciste e meschine, ma necessarie secondo la sua visione. Inoltre, ha aggiunto che basterà sbarazzarsi della tecnologia degli Azumabito per eliminare il dissenso, dimostrando una certa ignoranza della natura umana, che di certo non viene addolcita dalla mancanza di confort, semmai il contrario.

Per creare veramente un’utopia, tutti gli esseri umani dovrebbero sparire, nessuno escluso. Finché ci sarà l’uomo, sulla Terra continuerà ad esserci la violenza. Esattamente come Yelena ha detto a Levi nel capitolo: è impossibile togliere la violenza all’uomo.

Tutto questo mette lo spettatore dinanzi ad un notevole dilemma: fermare Eren e correre il rischio che le altre nazioni del mondo attacchino Eldia, oppure distruggere il mondo correndo il rischio che gli eldiani si distruggano a vicenda.

Più passano i capitoli, più aumenta la mia curiosità di scoprire come farà Hajime Isayama ha dare una conclusione sensata a Shingeki no Kyojin.

 

BATTAGLIA

Sulla battaglia in sé non ho molto da dire, poiché si è visto poco, però devo dire che è stata abbastanza spettacolare.

Abbiamo potuto ammirare Mikasa Ackerman in azione, facendo ciò che sa fare meglio: combattere. Davvero efficaci i calci rotanti con cui frantuma il cranio degli avversari, a riprova del fatto che la giovane Ackerman è un soldato di tutto rispetto.

Inoltre, anche Kiyomi Azumabito ci ha sorpreso, usando una presa con la quale intrappola Floch a terra, umiliandolo; scommetto che molti hanno apprezzato non poco quella scena.

Inoltre, è stato bellissimo vedere nuovamente Reiner ed Annie combattere trasformati.

 

SPORCARSI LE MANI

Durante la battaglia, Connie ed Armin si erano diretti verso l’aeronave, ma vengono sono stati interrotti da Samuel e Daz, due soldati della truppa 104 che non vedevamo da anni, che davamo per morti e di cui, sinceramente, non importa niente a nessuno.

Tuttavia, questi due servono a mettere nuovamente Connie ed Armin dinanzi all’ardua scelta di uccidere i loro vecchi compagni o no.

Non era questo che cercavano; speravano di poter concludere la missione senza uccidere, ma ciò è risultato impossibile nel momento in cui Floch li ha dichiarati dei traditori.

Dopo aver sentito gli ordini di Floch, piangendo, Samuel ha sparato ad Armin, lasciandolo per terra agonizzante.

Dopodiché, è avvenuto un fatto sconvolgente per via del personaggio che era coinvolto: Connie Springer. Lo stesso ragazzo che poco prima aveva affermato di essere lì per salvare vite e non per uccidere, è proprio colui che ha fatto il primo passo e si è sporcato le mani con il sangue dei suoi concittadini.

Davvero drammatico il fatto che una delle sue vittime è stato proprio Samuel, il ragazzo che molti anni prima era stato salvato da Sasha Blouse, che lui considerava come una sorella.

A volte, Shingeki no Kyojin mostra una crudele ironia, che aggiunge ancora più drammaticità all’opera di Isayama.

IPOCRISIA?

Molti credono che l’alleanza sia ipocrita, poiché afferma di voler salvare il mondo, ma poi uccide le persone. Su questo punto bisogna fare un discorso più ampio: l‘alleanza non prova alcun tipo di piacere per ciò che fa, o meglio, per ciò che è costretta a fare, anzi, attualmente, i suoi membri sono i personaggi eticamente più corretti di Shingeki no Kyojin.

Possiamo vedere chiaramente l’indecisione che attanagliava Armin, Mikasa, Jean e Connie all’inizio del capitolo, il fatto che fino alla fine hanno cercato di portare a termine il piano senza spargimenti di sangue e la disperazione di Connie e Armin quando sono stati costretti a mentire e poi ad uccidere.

L’alleanza non è composta da santi, ma, proprio come la fazione Jaegerista, da persone che lottano per i propri ideali.

 Sono sicuro che Connie non avrebbe mai voluto uccidere Daz e Samuel, ma è stato costretto a farlo per proteggere Armin e per evitare che l’aeronave venisse distrutta. L’alleanza, almeno, cerca di ridurre l’uso della violenza al minimo indispensabile, ricorrendo ad essa solo quando non se ne può fare a meno.

Semplicemente, questa è una guerra in piena regola e, come tutte le guerre, non può essere vinta con l’altruismo.

Shingeki no Kyojin ci mostra dei personaggi portati all’estremo, distrutti sia nella mente che nello spirito, in preda allo stress e alla paura.

Hajime Isayama si rivela un autore estremamente capace ad ogni capitolo, dimostrando quanto sappia perfettamente plasmare nelle tavole del suo manga tutto l’orrore della guerra e le sue conseguenze.

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