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Ori and the Will of the Wisps, la recensione: il ritorno nella foresta sacra

Ori and The Will of the Wisps: il ritorno del leggendario metroidvania fiabesco

Ori and the Blind Forest è stato indubbiamente uno dei giochi simbolo di questo decennio appena passato, riuscendo a portare la formula metroidvania a qualsiasi tipo di giocatore grazie ad un gameplay intuitivo, un’atmosfera fiabesca e una colonna sonora da pelle d’oca. Moon Studios rincara la dose pubblicando un Ori and the Will of the Wisps cresciuto, migliorato ed ampliato per quanto possibile; un titolo maturato e che rispedisce nuovamente il nostro spiritello bianco nell’olimpo dei giochi metroidvania di nuova generazione.

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Dopo un’emozionante ritorno all’iconico menù principale, Ori and the Will of the Wisps ci introduce alla nuova avventura attraverso una semplice ma efficace parte di prologo in cui veniamo introdotti al nuovo mondo e ad un nuovo protagonista che accompagnerà il nostro Ori: Ku. Il viaggio con questa nuova amica ci porterà in in una nuova terra sconosciuta, irta di pericoli e nuove creature che dovremo affrontare per riportare la speranza in un mare di corruzione.

L’inizio del titolo non si lascia a smancerie e ci catapulta subito nell’azione, proponendoci nemici ed ambienti di gioco letali. Sarà infatti di vitale importanza imparare a padroneggiare i comandi di base per riuscire a sopravvivere già nei primi istanti di gioco.

Superati enigmi ripresi dal primo capitolo, come le porta sbloccabili attraverso le chiavi di volta, veniamo subito cacciati da una nuova temibile creatura che ci lascia capire, ancora una volta, l’ostilità di questa nuova ambientazione. La prima boss fight, semplice ed elementare nel combattimento, ci permette di capire le prime dinamiche del titolo. La sensazione di essere soverchiati da queste forze è accentuata dalla mancanza di una vera arma per controbattere, se non fosse per una torcia recuperabile in alcune situazioni.

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Insomma, il titolo, sebbene l’aria fiabesca e trasognante, non bada a punire il giocatore facendo intuire la vera natura del titolo.

Durante le prime ore di gameplay, il giocatore è chiamato, quindi, a far sue le varie abilità che gli vengono date a disposizione e che vengono sbloccate man mano ad un ritmo costante già nelle primissime fasi di gioco.
Nonostante un’anima che favorisce e spinge al backtracking, la possibilità di esplorare vecchie aree con abilità che migliorano la qualità degli spostamenti o la potenza degli attacchi, contribuisce ad attenuare la noia e la tediosità di molte azioni. 

In nostro aiuto durante questo viaggio troveremo dalla nostra parte anche dei curiosi personaggi che potranno allietarci grazie a simpatici dialoghi, aiutare grazie a preziose informazioni, oppure, ancora, spendere le nostre “anime” per ottenere abilità o mappe. Rispetto al primo capitolo non troveremo difatti una foresta silente e popolata unicamente da nemici, ma troveremo anche animaletti e altri amici disposti a darci una mano durante tutta la durata del titolo.

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Il titolo di Moon Studios ci sorprende da subito con una grafica semplice ma estremamente funzionale e che regala un colpo d’occhio eccezionale grazie agli elementi in primo piano resi chiari e dai fondali animati realizzati superbamente. Il titolo non si smentisce nemmeno nelle animazioni dei vari nemici e del nostro Ori, garantendo movimenti a schermo sempre fluidi. Solo poche volte, nelle fasi più concitate, Ori andava a confondere troppo l’azione di gioco al punto da risultare ingestibile, con un numero esagerato di particellari e di effetti di luce quasi fastidiosi.

Dritti nell’azione

La nuova ruota delle abilità consente di accedere a nuovi particolari tipi di attacchi ottenibili durante il gameplay, riuscendo a creare un arsenale di mosse a distanza e fisiche degno di nota. Il giocatore potrà decidere in qualsiasi momento di selezionarne ben 3, cambiandone i tasti di attivazione scegliendo tra X, B ed Y. Ori favorisce estremamente l’utilizzo e la concatenazione di queste varie abilità e ciò permette all’utente di padroneggiare uno stile di combattimento che più si preferisce.

Per quanto abbiamo visto, Ori and The Will of the Wisps tradisce il predecessore favorendo un gameplay da attacco corpo a corpo, abbandonando quindi in parte l’utilizzo dello spiritello.
Questa evoluzione non ci fa però assolutamente rimpiangere lo scorso capitolo e, anzi, ci restituisce un feeling nei combattimenti decisamente più stimolante. Gli effetti visivi e le coreografie create dalle ottime animazioni, oltretutto, arricchiscono maggiormente una giocabilità già di per sé ottima.

Una delle piccole critiche che possiamo rivolgere al titolo è quella di aver inserito delle abilità secondarie sì utili, ma forse fin troppo trascurabili. Il fatto, poi, di dover scegliere le abilità tramite un menù a raggiera non ha certo aiutato a farci cambiare un setup di attacchi che è rimasto lo stesso dall’inizio alla fine. Ad arricchire maggiormente il sistema di combattimento troviamo anche delle abilità passive trovabili su tutta la mappa, che permetteranno di entrare in possesso di poteri decisamente interessanti.

Ori and the Will of the Wisps

Le varie abilità passive potranno essere anche ottenute dal mercante, personaggio che ci permetterà anche di potenziare quelle già ottenute.

I boss sono l’ennesimo scoglio che troveremo nel nostro viaggio, ognuno da affrontare seguendo uno schema di attacchi ben preciso sfruttando l’arena, che si modificherà pian piano, per riuscire ad abbatterli. Anche in questo caso l’evoluzione vede un progressivo cambiamento dell’arena, con conseguenti pericoli e nuove opportunità da poter sfruttare; un cambio di scena, l’allagamento di una zona o altro, potrà quindi aiutarci nella difesa e nell’attacco.

Ori però condivide l’animo puramente metroidvania con un’anima da platforming di pregevolissima fattura e che ci pone davanti sempre a nuovi enigmi ambientali, oltre che a nuovi metodi per superare le aree di gioco. Le varie zone che ci verranno proposte avranno man mano nuove sfide da proporre e da superare utilizzando determinate abilità. 

Enigmi sempre nuovi e vari e posizionati sapientemente durante tutto il gioco, richiederanno un’attenzione costante da parte del giocatore, che dovrà calibrare bene ogni azione ed ogni salto.

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Parlando della mappa di gioco, essa non differisce molto da quella del primo capitolo e rimane una salvezza per i giocatori. La carta ci permetterà di orientarci a colpo d’occhio e di individuare collezionabili individuati ma mai ottenuti. Ottima la possibilità di poter acquisire in anticipo la mappa di una determinata area una volta trovato il cartografo, stessa meccanica presente ad esempio su Hollow Knight.

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La navigabiltà in generale nella mappa di Ori and the Will of the Wisps è ottima e presenta, oltre ad un sistema di checkpoint molto ben pensato, anche degli hub di teletrasporto che ci consentono di arrivare in determinati luoghi dalla mappa in qualsiasi situazione. Ciò consente di poter recuperare tutti i vari collezionabili lasciati per strada con una facilità immensa e di diminuire enormemente il naturale tedio causato da tali sessioni di backtracking.

“Riportare la speranza in una terra corrotta”

Ori and the Will of the Wisps, come il suo predecessore, è un metroidvania che sfrutta moltissimo la sua impronta story driven, e basa su questa sua caratteristica l’intera struttura portante del gioco.
Ad arricchire un titolo ricco a livello di gameplay ed estremamente curato dal punto di vista tecnico, troviamo anche una trama semplice ma estremamente funzionale che spingerà il giocatore ad andare avanti per esplorare i personaggi e le situazioni che si creeranno a causa nostra. Piccola nota di demerito è forse proprio per la coprotagonista, Ku, fin troppo relegata a semplice personaggio secondario e casus belli dell’intera faccenda. L’obiettivo di Ori, anche questa volta, sarà quello di sconfiggere la corruzione dilagante riportando in vita l’albero sacro utilizzando e ritrovano i vari fuochi fatui sparsi per l’intera foresta.
Un ritorno al passato che tutto sommato non ci ha fatto storcere il naso anche se forse avremmo preferito un differente tipo di escamotage per farci muovere di zona in zona. 

Il cambiamento più importante svolto su questo piano è stato indubbiamente il rendere il mondo di gioco più vivo ed abitato anche da creature benevole. La foresta taciturna si trasforma infatti in un habitat pieno di vita che cercherà il nostro aiuto o che, semplicemente, sarà testimone del rapido cambiamento della situazione. Abbiamo gradito particolarmente questa scelta che ha permesso alle varie aree di essere decisamente meno solitarie.

Tali creature avranno anche il compito di dare ad Ori alcune particolari missioni secondarie che ci permetteranno di conoscere maggiormente il mondo di gioco e di ottenere alcune utili ricompense.
Le missioni più interessanti in tal senso sono quelle che ci permettono di modificare e “abbellire” quello che è l’hub centrale del gioco: il villaggio dei Moki. Ottenendo particolari oggetti avremo accesso a varie aree della zona prima inaccessibili. 

Ori and the Will of the Wisps

Un comparto estetico e una colonna sonora d’eccezione

Su questo punto potremmo fare un gioco a sé talmente Ori ha da offrire: la colonna sonora, gestita magistralmente sempre da Gareth Coker, è, per quanto ci riguarda, la vera coprotagonista e narratrice della storia. L’artista, infatti, è riuscito a catturare le meraviglie dipinte su schermo in maniera perfetta, riuscendo a restituire un’esperienza incredibile anche attraverso le nostre cuffie; inseguimenti, esplorazioni e boss fight avranno tutte uno sfondo musicale perfettamente adattato alle esigenze, proponendo ritmi incalzanti o più distesi. Consigliamo caldamente di dare un’occhiata all’album caricato sulle piattaforme di streaming come Spotify.

Anche l’occhio ha avuto però la sua parte, e lo conferma un comparto visivo da urlo, curato nei minimi dettagli e che saprà stupire e deliziare qualsiasi tipo di giocatore. Ogni zona che andremo ad esplorare è gestita e disegnata sapientemente con elementi in primo piano ben riconoscibili e superbi fondali che catturano perfettamente lo spirito delle varie aree che troveremo. Questa cura dei dettagli la troviamo anche nei nemici e nelle loro mosse, con modelli facilmente individuabili e moveset chiari e assimilabili già nei primi istanti del combattimento. 

Ori and the Will of the Wisps

Una degna conclusione

In conclusione: Ori and the Will of the Wisps è uno degli esempi lampanti di capolavori con un gioco a sé: una sinfonia irresistibile, una meraviglia per gli occhi e per l’anima che valorizzano maggiormente un mondo dei videogiochi in pieno fermento e che ha voglia di dire la propria al mondo. Una gioia da vedere e da giocare che compone, insieme al proprio predecessore, un capolavoro e una pietra miliare in questo genere di giochi – quello dei metroidvania – rinato e sbocciato in questi ultimi anni. Impossibile non consigliarlo, sopratutto considerando la sua presenza tra i titoli del Gamepass che lo rende accessibile a tutti in cambio di una cifra irrisoria. Insomma: munitevi di gamepad e di cuffie e fatevi il favore di giocare uno dei titoli più interessante degli ultimi anni.

Voto: 9.3

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Corrado Papucci

Corrado Papucci

Fruitore del mondo videoludico sin dalla nascita, il mio viaggio inizia partendo dalla versione freeware di Wolfenstein 3D e di Lemmings, passando per le mitiche PS2 e PS3 e le loro svariate perle , e termina ritornando ai cari e vecchi dispositivi dotati di mouse e tastiera. Un gran bel viaggio che spero possa continuare anche verso nuove direzioni e piattaforme. Possibilmente anche economicamente raggiungibili.

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