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Rainbow: L’anime più triste di sempre?

Il seguente articolo sarà particolarmente sentito dal sottoscritto, poiché parla di uno degli anime che più mi hanno segnato ed emozionato: Rainbow.

Quest’opera mi è stata consigliata da un mio caro amico tanti anni fa, e mai avrei pensato che potesse piacermi così tanto. Inizialmente, ero piuttosto prevenuto, sicuro che si sarebbe rivelata qualcosa di mediocre, ma è bastata la sola visione del primo episodio a farmi cambiare idea.

Si tratta di una serie quasi sconosciuta, della quale si è parlato poco, ma che tutti dovrebbero vedere.

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TRAMA

Rainbow: Nisha Rokubou no Shichinin è un anime di 26 episodi, prodotto da MadHouse e tratto dall’omonimo manga scritto da George Abe ed illustrato da Masasumi Kakizaki.

Anno 1945, poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ci troviamo in un Giappone ancora segnato dalla sua devastante sconfitta. La storia vede protagonisti cinque ragazzi che vengono rinchiusi all’interno di un carcere minorile, un’esperienza che li segnerà per il resto della loro vita.

Quel riformatorio sarà un vero e proprio inferno che si abbatterà su di loro, un luogo dove la sofferenza e i maltrattamenti faranno parte della quotidianità. Dentro questo posto orribile, essi divengono bersagli di torture, aggressioni e, perfino, violazioni di tipo sessuale al fine di soddisfare la crudeltà dei loro carcerieri.

Tuttavia, proprio quando pensavano che peggio non potesse andare, i cinque giovani conoscono Sakuragi Rokurouta, un loro compagno di cella rinchiuso lì da molto più tempo che deciderà di prenderli sotto la sua ala, e che loro ribattezzeranno “An-chan”, ovvero fratello maggiore.

COSA LO RENDE SPECIALE?

Come avrete notato, la serie, fin da subito, da l’idea di cosa vuole mostrare e dei sentimenti che vuole suscitare. Tuttavia, a rendere Rainbow così speciale non è ciò che racconta, ma come lo fa.

Il tema principale è quello dell’importanza dell’amicizia, l’unica vera difesa che i nostri protagonisti hanno contro le aggressioni continue che subiscono dentro al riformatorio.

L’incredibile legame che nasce fra questi ragazzi è ciò che da loro la forza di non mollare dinanzi alle ingiustizie che patiscono; si sostengono sempre a vicenda, sono sempre pronti a rischiare la vita l’uno per l’altro e a sopportare qualsiasi dolore o tortura pur di aiutare un amico in difficoltà.

Tutto questo non può che toccare il cuore dello spettatore, che verrà invaso da una forte sentimento di tristezza e pena per quelli che, in fondo, sono solo dei poveri ragazzi rinchiusi in un inferno sulla Terra.

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PERSONAGGI

I personaggi sono tutti ben realizzati, nessuno escluso; alcuni sono più approfonditi di altri, ma tutti rimangono in qualche modo impressi. Lo spettatore finisce, inevitabilmente, per affezionarsi a tutto il gruppo e sperare che riesca sempre a cavarsela.

Ciascun personaggio ha la propria storia, ed essa ci viene raccontata nel corso dei capitoli tramite appositi flashback, in modo da capire quali sono i “crimini” che li hanno portati dentro le mura del riformatorio.

Inutile dire che ognuno è diverso ed ha un carattere ben definito, ma senza mai risultare stereotipato; questa differenza nelle personalità rende le loro interazioni molto più vere ed interessanti da seguire. Inoltre, ciascuno possiede un’abilità particolare che tornerà spesso utile all’intero gruppo in certe situazioni pericolose.

APPARATO TECNICO E SONORO

Per quanto riguarda i disegni e le animazioni, Rainbow non brilla assolutamente; l‘apparato tecnico è nella media e non raro da trovare in qualsiasi produzione dello stesso periodo. Anche i disegni, per quanto realistici, non sono poi così incisivi, sopratutto se li paragoniamo a quelli del manga, che sono dotati di un’espressività di gran lunga superiore.

L’apparato sonoro, però, è tutto un altro discorso: questo sì che risulta eccellente. È composto da moltissime OST e canzoni che accompagnano perfettamente la narrazione e si adattano ad ogni tipo di scena. Il tema principale di Rainbow risulta ancora oggi, dopo tanti anni, uno dei miei preferiti in assoluto.

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UNA SERIE CRUDELE

Sarò sincero con voi: Rainbow non è assolutamente un anime facile da guardare; addirittura, mi azzardo a dire che potrebbe rivelarsi disturbante per le persone più sensibili.

Si tratta di una serie estremamente cruenta, che non si risparmia affatto quando si tratta di mostrare, nei minimi dettagli, il dolore e la violenza, anche se quest’ultima non viene mai esagerata o resa scenica.

Ciò che arriva a colpire non è tanto la violenza in sé, ma il fatto che sia del tutto immeritata, e fa veramente male vedere i protagonisti picchiati, torturati ed umiliati ad ogni singolo capitolo. Il tutto sarà difficile da guardare, e proverete dolore, angoscia e rabbia in continuazione.

Durante la visione, difficilmente lo spettatore avrà mai un attimo di pace; ed ogni volta che questo arriva, non potrà fare a meno di provare, comunque, una certa dose ansia, conscio che è solo la quiete prima della tempesta. In questo modo, quando vedrà i protagonisti vivere un momento di gioia, automaticamente, lo vivrà insieme a loro, assaporando ogni istante di quella felicità così effimera, prima che la crudeltà e la violenza la distruggano brutalmente.

Nonostante questo, a differenza di molte altre serie, la violenza di Rainbow non risulta mai gratuita o fine a se stessa; piuttosto, serve a rendere molto più veritieri sia la storia che il contesto, come la serie stessa ci ricorda all’inizio di ogni episodio tramite un apposito messaggio.

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UN’OPERA REALISTICA

Rainbow è una serie che colpisce molto per il suo estremo realismo, e su questo non c’è alcun dubbio. Gli autori hanno deciso di mantenere una certa aria di credibilità, sacrificando qualsiasi cosa potesse renderla sopra le righe o esagerata.

In questo anime i problemi sono molto realistici, seri e per nulla facili da risolvere; non troverete nessun villain da affrontare per salvare il mondo, tesori da trovare navigando per i mari o nemici orripilanti da sconfiggere facendosi la tinta ai capelli.

I personaggi affrontano difficoltà ben più comuni: riuscire a trovare lavoro in una società che ti considera spazzatura, riuscire a riprendersi dopo un lutto subito, dopo la perdita di un amore, dopo che ogni tua certezza ti viene portata via e molto altro ancora. Ovviamente, questo rende molto più facile l’immedesimazione, per quanto possibile.

L’umorismo è quasi del tutto assente, e quel poco che c’è non ricorre mai al deformed o ad altre caratteristiche tipiche dello humour giapponese.

È piuttosto evidente l’intenzione di mantenere intatto il realismo che una storia del genere dovrebbe avere, e ciò è una scelta decisamente intelligente.

Hanno capito che non era il caso di esagerare o di scherzare troppo con simili tematiche.

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CONCLUSIONE

Mentre scrivevo questa recensione, sono stato particolarmente attento a non rivelare troppo della trama, proprio perché vorrei che coloro che sono arrivati a leggere fin qui dessero un’occasione a questa serie.

Rainbow non è il miglior anime del mondo, lungi da me affermare tale assurdità, ma è sicuramente adatto a coloro che cercano una serie matura ed emozionante.

Posso, tuttavia, affermare che è uno dei miei preferiti in assoluto e che non ho potuto fare a meno di adorarlo in ogni suo aspetto, per quanto alcuni possano trovare ridicole queste mie dichiarazioni.

L’ho conosciuto in un periodo in cui non avevo idea di quanto potesse essere incisiva l’animazione giapponese; è stato uno dei miei primi anime, nonché uno di quelli che più mi sono rimasti nel cuore.

Il tema dell’amicizia non è l’unico trattato: anche la discriminazione, la guerra, l’abbandono e numerosi altri temi sociali trovano il loro spazio all’interno di quest’opera.

Le emozioni che ho provato alla prima visione non si sono mai affievolite, e ancora adesso non posso fare a meno di provare un brivido lungo la schiena ogni volta che vedo un’immagine, guardo una scena o sento una OST di questo stupendo anime.

Se state cercando un’opera capace di emozionare come poche, non rimarrete delusi da Rainbow, perché verrete completamente trascinati dall’emozionante storia di questi 6 ragazzi e dalla loro lotta per scoprire che, perfino dietro le nuvole più oscure, si può nascondere un’ arcobaleno di speranza.

 

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