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My Hero Academia, Stagione 4: Commento episodi 10-11

Mentre la squadra di supereroi di “My Hero Academia” continua a spezzettarsi sempre di più col passare del tempo, nel campo di battaglio entra in scena un’altra fazione. A seguito della conversazione avvenuta tra Shigaraki e Overhaul, infatti, la Yakuza è riuscita ad aumentare momentaneamente le risorse a sua disposizione. All’apparenza l’unico a trarne beneficio sembra proprio Overhaul, ma la verità è che Shigaraki sta soltanto attendendo il momento giusto per entrare in azione. Chiunque tra Overhaul e gli eroi la spunti, lui deve soltanto aspettare che si ammazzino a vicenda e fare le pulizie finali. Come si suol dire: tra i due litiganti il terzo gode.

Un punto interessante che mi piacerebbe toccare è quello della relazione tra i villain. In questa stagione abbiamo avuto modo di conoscere più a fondo la Yakuza, e non serve una laurea per notare quanto siano poco affiatati come gruppo. Non sappiamo ancora cosa sia successo esattamente, però una cosa è certa: Overhaul non si è affatto guadagnato il rispetto dei suoi sottoposti. A motivarli, infatti, non è un ideale o un ambizione in comune, bensì l’egoismo o la semplice paura. E notate una cosa: questa è esattamente la direzione opposta verso la quale Shigaraki decide di imbarcarsi. Dichiarando apertamente di confidare nei suoi compagni — trattando tutti i suoi sottoposti come degli esseri umani, il neo-capo dell’Unione dei Villain instaura un legame di genuina cooperazione che guarda non solo al presente, ma anche al futuro.

A questo punto dovremmo domandarci se questa sua mossa sia stata altrettanto genuina, e se lo chiedete a me la risposta è si. Nel momento in cui si toglie la maschera, Shigaraki sta chiedendo ai suoi compagni di testare la sua sincerità guardandolo negli occhi. Si mette completamente a nudo, esposto al giudizio di coloro che dovrebbe comandare. Per questo riesce a convincerli, perché quel “io mi fido di voi” lo pensa davvero. E in cambio di essa il villain non chiede devozione o assoluta obbedienza, bensì altrettanta fiducia. “In voi ripongo la mia fiducia, e mi aspetto facciate lo stesso”, ecco quello che sta dicendo. Se il suo obbiettivo fosse stato soltanto quello di manipolare i suoi compagni allora avrebbe attuato in maniera più subdola. Avrebbe attuato come sta facendo Overhaul. Questa è la differenza, l’enorme divario che sicuramente condurrà l’Unione dei Villain a prevalere sulla Yakuza.

My Hero Academia

Ebbene, passiamo direttamente allo scontro tra Milio e Overhaul. Guardando a ritroso questi sviluppi non erano così difficili da prevedere. In fondo è tutta una questione di contrasti. Donando a Deku il potere di realizzare il suo sogno, All Might ha reso giustizia ad un povero ragazzino maledetto dalla sorte. Eppure, al contempo ha compiuto un ingiustizia verso Milio, che più di tutti aveva dimostrato di meritare il titolo di simbolo della pace. Togliere Eri dalle grinfie di Overhaul significa sicuramente fare giustizia ad una ragazzina il cui unico reato è stato quello di possedere un quirk pericoloso, eppure farlo vuol anche dire compiere un ingiustizia verso se stessi. A differenza del padre, il biondino ha raggiunto la sua attuale posizioni grazie ad enormi sforzi, eppure non ha esitato un momento ad ignorarli per compiere con il suo dovere di eroe.

C’è un qualcosa di profondamente inumano nel suo gesto: un incondizionato altruismo che non dobbiamo emulare ciecamente, bensì inseguire in eterno con tutte le nostre forze. Nel momento di maggiore incertezza, Milio si getta contro quel proiettile stampando sul suo volto il più grande e sincero dei sorrisi. E la vera tragicità non sta neanche nel gesto in se, bensì in ciò che esso simboleggia. Perché è nel momento in cui Milio salva qualcuno esattamente come faceva All Might che più si dimostra pronto e degno a vestire il suo mantello, e che tra tutti sia proprio quello il suo ultimo gesto da eroe, è un qualcosa di tremendamente spiacevole. Ma come possiamo esser tristi per lui? In fondo in quel momento i suoi occhi non hanno tradito alcuna esitazione. Milio era contento per davvero, e allora dovremmo esserlo anche noi.

Per quanto l’adattamento animato di “My Hero Academia” sia stato fedele nel trasporre gli avvenimenti del manga, non è comunque riuscito ad accontentare tutti. Infatti, una considerevole fetta di fan non ha gradito la scelta di alternare alla lotta un considerevole numero di still frames. E per quanto sia impossibile negare che chiunque avrebbe gradito una qualche bella scena animata al loro posto, bisogna anche comprendere il contesto. A porsi come ostacolo nel processo creativo del regista non è stata soltanto la difficile ma comunque superabile impresa di doversi inventare completamente un combattimento che nel manga viene completamente saltato, composto tra l’altro da un villain con un potere indiscutibilmente arduo da portare su schermo, ma anche e soprattutto quella di dover fare tutto questo rispettando il tempo a sua disposizione. Il regista Masahiro Mukai non è certo un incompetente, semplicemente spesso ci sono dei fattori che sfuggirebbero di mano a chiunque.

Piuttosto che concentrarci su quello, dovremmo chiederci invece come sia possibile che un episodio con artisti anche di un certo livello come Gem — che continua a fare apparizioni grandiose in Black Clover — non sia riuscito a prendere il volo nelle parti che invece si muovono. Questo si che è un argomento di cui bisognerebbe parlare, in tutta onestà. Perché si, alcuni animatori importanti se ne sono andati, lo sappiamo già, però non è che non c’è più nessuno di capace. E allora com’è possibile che, a parte il solito Yutaka Nakamura, sono in così pochi a spiccare? La verità è che quello di My Hero Academia è un ambiente abbastanza conservativo che mette molti freni dal punto di vista creativo agli animatori. La visione c’è, è una, e va rispettata senza troppe sbavature. Volenti o nolenti.


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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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