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DNA, la Cina lo propone come documento d’identità

In Cina di recente si sta svolgendo una ricerca importante: trasformare la traccia genetica, il DNA, in una fotografia. Gli studi sono ancora acerbi, sviluppati in America ed in Europa, e permettono attualmente di poter ottenere solamente immagini molto grezze, adatte ad escludere sospetti in un’indagine o per aiutare la creazione di un identikit.

Il disegno dello studio del DNA

I soggetti coinvolti nello studio sono i detenuti della regione di Xinjiang, i quali rappresentano una popolazione eterogenea, con una forte percentuale di musulmani e di etnia Uighurs, ovvero originari delle regioni settentrionali della Cina. Degli incaricati li hanno prelevati per dei campioni di sangue, da cui poi ricavare le informazioni necessarie per ottenere un profilo genetico. Il dubbio sollevato è sulle finalità dello studio, l’uso dei dati e la presenza di un consenso.

Dalla prefettura di Tumxuk arriva uno spiraglio di verità: ricreare un’immagine del viso di una persona, per catalogare ogni cittadino.

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Images from a study in 2013 on 3-D human facial images. Credits: BMC Bioinformatics

La tecnologia è occidentale

Banalmente, ricorda le app per invecchiare come Faceapp; in pratica, sfrutta dei potenti elaboratori per costruire dei modelli 3D basandosi sulla struttura genetica. Ogni campione ottenuto aumenta la precisione del risultato migliorando l’efficacia del software d’origine americana. Questo viene talvolta adoperato in via sperimentale dalla polizia per creare foto segnaletiche.

La ricerca per il suo sviluppo è frutto del lavoro del Dr. Liu Fan e del Dr. Tang Kun, esperti della diversità nella genetica umana. Ricercatori in Belgio e Germania, da quest’ultima arriva la svolta: la Max Planck Society, un ente pubblico di ricerca scientifica che intende portare la ricerca su tutto un altro livello. Segue a breve l’interesse della polizia cinese.

La realtà di questi giorni

La Cina possiede il più grande database del mondo sul DNA con oltre 80mila profili registrati. Rappresentando un incredibile strumento di supporto per la caccia ai criminali, l’utilizzo del software è stato criticato per la mancanza di un consenso: addirittura emerge la testimonianza di abusi sui detenuti coinvolti, prelevati a forza. Sembra che i campioni siano stati raccolti durante dei progetti di prevenzione sanitaria, ma c’è ancora profonda incertezza al riguardo. Il caso passa anche per comitati etici che stanno provando a fare luce su questa questione, mentre alcuni giornalisti del Times sono stati intercettati all’aeroporto ed invitati ad andarsene appena atterrati.

Aspettative future

L’interesse mostrato dal Governo cinese per questa metodica, i nuovi requisiti per l’acquisto di un telefono, il previsto aumento di telecamere nelle strade per una maggiore sicurezza, fanno sorgere il sospetto che ci sia molto di più di quanto dichiarato. Se ascoltate attentamente, si può sentire la musica di Cole Porter recitare in sottofondo:

“I’ve got my eyes on you, so best aware where you roam”

FONTE

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