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My Hero Academia, Stagione 4: Commento episodi 2-3

Dopo i convenevoli del primo episodio di My Hero Academia si torna finalmente in pista. O meglio, ci si prepara per tornare in pista. Perché in fondo quello del post-All Might è un periodo di instabilità. Un momento nel quale gli eroi e i villain devono rivedere la loro strategia per realizzare il futuro che desiderano.

E per i cattivoni questo vuol dire iniziare a pianificare una vera e propria rivolta. Una cosa però è chiara sin da subito: il mondo dei villain non è composto soltanto da Shigaraki e dal suo gruppo. Proprio come succede a Midoriya durante il confronto con Sir Nighteye, Shigaraki deve confrontarsi con una realtà dal retrogusto amaro. Entrambi sono stati eletti per svolgere un compito di enorme importanza, ma la verità è che hanno ancora parecchio da imparare. Il problema però è che adesso il tempo è giunto. All Might e All for One se ne sono andati, e la fazione più solida e pronta sarà quella che riuscirà a prevalere.

I due personaggi sembrano prossimi a gettarsi in un’esperienza molto formativa che li vede confrontarsi con il mondo reale da una posizione di responsabilità. Questa volta niente videochiamate con il Boss e niente Eroi Professionisti su cui scaricare le responsabilità. Midoriya e Shigaraki dovranno cavarsela con le loro forze sperando di commettere il minor numero di errori possibile.

My Hero Academia

Domanda: ma quel proiettile lanciato dalla Yakuza che ha praticamente annullato il quirk di uno dei membri del team di Shigaraki per quanto tempo ha effetto? Spero vivamente che la risposta non sia quella che penso, perché altrimenti sappiamo tutti dove andremo a finire. La Yakuza ha intenzione di eliminare gli eroi, questo è chiaro, e con un’arma del genere a disposizione sarà molto meno difficile farlo. Che poi… qualcuno mi spieghi come funziona e soprattutto come ha fatto un’organizzazione sull’orlo dell’estinzione ad ottenerla, grazie.

Un’altro interrogativo che dovremmo porci riguarda la relazione tra All Might e Sir Nighteye. Da quanto visto finora sembra che il secondo si aggiunga in qualche modo al team dei delusi insieme a Endeavor. Che lo adori è innegabile, chiariamoci, però All Might è stato chiaro nel dire di non avere alcuna intenzione di vederlo per adesso, dato che è “finito esattamente come lui aveva detto”. Quali saranno state le scelte passate compiute dal più forte degli eroi che il suo sidekick non ha condiviso? Sir prova un qualche rancore o rammarico nei suoi confronti? La situazione di Mirio ha effettivamente peggiorato le cose? Staremo a vedere.

Midoriya nel frattempo decide di riformulare il suo obiettivo. La sua intenzione è quella di diventare un eroe così forte da non far preoccupare più nessuno per la sua incolumità. Un cambiamento che tutto sommato può sembrare quasi impercettibile, in effetti. D’altronde il suo obiettivo precedente, quello di voler diventare il più forte degli eroi, in qualche modo implica il secondo. Chi è che si preoccuperebbe per un eroe così forte da spazzare via qualunque nemico?

Però il punto forse non è questo. Durante il primo periodo alla Yuuei il nostro protagonista ne ha passate di cotte e di crude. È entrato in stretto contatto con la crudeltà di un mondo nel quale la luce di All Might non era più così abbagliante, e in questo modo ha vissuto sulla sua pelle delle esperienze molto forti. Alle volte ha persino dovuto mettere in gioco la sua vita o quella di chi lo circondava, e dato che spesso ha dovuto fare i conti con la sua debolezza si è ritrovato a desiderare di essere più forte. E questo cambio improvviso è un po’ il simbolo di questa piccola, grande evoluzione. Il nuovo obiettivo che si è posto potrà in pratica essere essenzialmente lo stesso, però per lui acquista un significato molto più intimo.

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Per raggiungerlo, però, il nostro eroe dovrà affrontare parecchi ostacoli. Primo tra tutti Sir stesso, che lo mette a dura prova. Anche se non ci è stato detto di quanto, Midoriya sembra essere riuscito a superare il suo limite con One For All, il che è buono, ma soprattutto si conferma nuovamente un personaggio dalle notevoli capacità analitiche e in grado di pensare velocemente. C’è un qualcosa di profondamente fuori posto in un personaggio che assume il discepolo del proprio idolo solo per mostrare a quest’ultimo di essere nel torto, però è meglio rimandare i giudizi a quando avremo il quadro più chiaro. Piccola nota negativa: la concezione della fase di reclutamento nelle agenzie come una breve opportunità per fare crescere Midoriya non è un problema in sé, però lo diventa quando viene ripetuta schematicamente. Un po’ più di creatività non guasterebbe.

Masahiro Mukai continua ad accompagnare la narrazione di My Hero Academia con delle inquadrature molto ampie, con le quali trasforma anche le scene più ordinarie in un qualcosa di interessante da guardare. I riflessi ingegnosi che vediamo nel primo episodio continuano ad apparire qua e là, e questa scena della scala conferisce all’episodio un’aura quasi mistica che onestamente non mi dispiace affatto. Per quanto riguarda le animazioni la serie sembra conservare ancora il suo asso nella manica per gli episodi successivi, però non per questo evita di fornirci qualche cut interessante, come quello di Ken Arto.

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Se siete stati così temerari da aspettare fino alla fine dell’ending dell’ultimo episodio di My Hero Academia, allora sapete cosa è successo. Midoriya si è imbattuto in quello che sembra essere uno dei personaggi chiave dell’arco narrativo, insieme ad Overhaul, e sono davvero curioso di vedere come reagirà. A turbarmi sono le anticipazioni, però. All Might sembra non passarsela proprio bene, e se le mie intuizioni sono corrette… dovremmo preparare i fazzoletti.


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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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