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Weathering with You: Shinkai ce l’ha fatta di nuovo?

Il film d’animazione più atteso dell’anno, Weathering with you

Ora che Weathering with You è uscito, posso dirlo: parlare di Makoto Shinkai è diventato piuttosto difficile.
Ai tempi de “Il Giardino delle Parole” le dimensioni della fama del regista giapponese permettevano ancora di discuterne in termini obiettivi, cosa che dall’uscita di Your Name si è fatta sempre più complicata. Non è certo mia intenzione parlare di sopravvalutazioni et simila, visto che lo stesso Shinkai è spesso intervenuto per ridimensionarsi da solo; ciò a cui mi riferisco è quell’opinione comune che, dal reputarlo uno tra i tanti in attesa di emergere, è passata troppo rapidamente a considerarlo uno dei volti dell’animazione nipponica nel mondo.

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Da regista talentuoso, Shinkai è diventato maestro. Da autore di film dai risultati altalenanti, è stato capace di effettuare un enorme salto in avanti e imporsi alla cima della catena alimentare senza passare per le solite “tappe intermedie”.
E questo, volenti o nolenti, ha portato Weathering with You ad essere considerato come quel film che serve per confermarsi, per consolidare la posizione e piantare saldamente la bandiera. Un peso gravoso, che preferisco lasciar cadere in sede di recensione. Dopotutto è sciocco credere che le aspettative siano da tenere in conto, durante un’analisi; sono solo pippe mentali che non coincidono con le intenzioni dell’autore, e quindi non servono certo a identificare il valore dell’opera.
Che dite, cominciamo?

Uguale ma diverso

Il giovane Hodaka scappa dall’isola in cui vive per recarsi a Tokyo – coperta da una pioggia incessante – e provare a liberarsi del senso di oppressione che lo pervade; dopo una serie di avvenimenti poco piacevoli, riesce a trovare lavoro presso il burbero Keisuke Suga e fa la conoscenza di Hina, studentessa in gravi difficoltà economiche che gli aveva offerto a suo tempo un Big Mac (o un Crispy McBacon, non lo so). Avendo scoperto che quest’ultima è in grado di modificare le condizioni atmosferiche con il semplice gesto della preghiera, Hodaka decide di aiutarla a mettere su “un’attività”.

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Dalle premesse, la mano di Shinkai è nettamente percepibile. Un forte legame, Tokyo e folklore: sembra che il regista di Your Name non voglia più separarsi da questi tre elementi, a maggior ragione dopo che il suo ultimo film ne ha confermato la validità commerciale. Ripetersi è prerogativa di un autore, di chi ha in mente una precisa poetica da sviluppare secondo metodi altrettanto precisi. E Shinkai, che dio mi fulmini, ha consolidato la sua figura da autore dopo aver raggiunto il suo picco artistico.

In Weathering with you, tuttavia, si sente molto la necessità di crescere sulla base di tali particolarità per non restare fermo sul posto: i temi crescono, si espandono, e con essi deve farlo anche la poetica autoriale. Per questo, dalla Tokyo più benestante passiamo a Kabukicho e alle periferie; dall’assenza di una condizione sociale precisa si arriva alla fuga di Hodaka e alla povertà di Hina, perlatro anche orfana assieme al fratello; da personaggi secondari impalpabili come quelli di Your Name, Suga e la sua assistente Natsumi acquisiscono ruoli più prominenti e uno spazio maggiore per esprimersi. C’è una diversa concezione di fondo, dunque, che lo porta a differire dalla produzione precedente almeno per intenzioni.

Le intenzioni di Shinkai

Ricordate come in Your Name, ad esempio, tutto il contorno della storia di Taki e Mitsuha fosse impalpabile? Era un mondo vuoto, costruito attorno alla necessità di raccontare il legame e non il resto. Weathering with You, invece, presenta un cast soggetto a vaste pressioni sociali: Suga che vuole riottenere la custodia della figlia, Hina che vuole vivere col fratellino Nagi e quindi lavora il più possibile, Hodaka che si sente incompreso e oppresso, Natsumi che vorrebbe trovare una sua strada. I personaggi, insomma, vivono in un contesto sociale chiaramente mutuato da quello reale. Le loro azioni hanno conseguenze effettive sulle vite di tutti, andando a definire una Tokyo popolata da ambizioni, desideri e vitalità.

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La realtà risuona così tra le pieghe del racconto, incontrando l’elemento fantastico nel legame intrecciato da Hina e Hodaka: due ragazzi che condividono dolori e incomprensioni, due adolescenti costretti ad affrontare la vita ben prima del tempo. In un mondo che sembra sempre avere un motivo per non ascoltarti, i protagonisti trovano nella reciproca compagnia un modo per sopportare ed andare avanti. Non è semplice amore, anzi; quello descritto da Shinkai è un vincolo indissolubile, in cui le necessità di entrambi vengono compensate.
Hina e Hodaka si incontrano perché hanno l’uno bisogno dell’altra, anche se nel grande schema delle cose è stato profilato per loro un diverso finale.

La realtà sovrasta la fantasia

I primi due atti del film procedono con un ritmo molto pacato, conferendo alla storia quell’ampio respiro di cui ha bisogno. Differentemente dalle altre pellicole di Shinkai, Weathering with You presenta infatti un cast molto più presente a cui viene inizialmente consentito un certo screen time.
L’esempio migliore, in questo senso, è Suga, un vedovo con una figlia a carico che empatizza con la situazione di Hodaka e lo assume nella sua agenzia di notizie sul paranormale. Il film ci fa capire che si rivede molto nel protagonista, specialmente perché a suo tempo anche lui è scappato di casa.

Suga Keisuke

Da quella fuga Keisuke è riuscito ad ottenere la felicità nella conoscenza di sua moglie, per poi perderla con la solita casualità che tanto si confà alla morte.
Egli conosce perfettamente la durezza della realtà, e continua a sperimentarla sulla sua pelle per ottenere l’affido della figlia. Il suo ruolo è dunque quello di fungere da ancora di salvezza per un Hodaka fin troppo inconsapevole di come funzioni il mondo: il giovane crede di poter vivere per sempre in quel momento di felicità che ha scoperto, ma la vita non va così.
Ogni giorno è un’incognita e dev’essere preso per quel che è, facendo tesoro dei momenti felici anche quando non ci sono più. Questo vuol dire crescere.
…o almeno, è ciò che vorrei dire.

Dove cominciano i problemi

Dico vorrei perché, a conti fatti e senza fare spoiler, Weathering with You dedica l’intero atto conclusivo a negare con forza questo concetto.
Se nei primi due Shinkai lavora per definire un aspetto sociale concreto, legandosi alla realtà anche tramite tematiche di forte attualità, negli ultimi due il film cambia volto riprendendo le atmosfere fiabesche di Your Name. Al reale si sovrappone il fittizio, mettendo da parte tutti i concetti su cui la pellicola sembrava basarsi.
Nel riappropriarsi della sua poetica, Shinkai effettua un marcato dietrofront: dall’essere prominenti, i personaggi secondari si riducono a macchiette e le tematiche espresse dalle loro vicissitudini si appiattiscono davanti alla necessità di portare sotto i riflettori la storia d’amore dei due protagonisti.

A questo punto, insomma, il film si stacca nettamente dalla sua prima parte per prendere un’altra direzione. La pacatezza dei primi due atti si trasforma in un brutale tour de force verso la conclusione, con tanto di inseguimento rocambolesco. Piuttosto che insistere sugli argomenti sociali snocciolati in precedenza, l’attenzione si sposta su quegli elementi che più possono fare presa sul pubblico.
Così, si arriva ad una scelta finale dedicata a mettere in dubbio il valore della morale attraverso un dilemma vecchio tanto quanto lo è il mondo. E’ in quell’istante che il film diviene confuso e perde sé stesso, come se tutta l’ora precedente non ci fosse mai stata.

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La razionalità si mette da parte, con Suga che cede nel giro di pochi secondi, e fa spazio dunque all’irrazionale, a ciò che non accadrebbe mai. Dal presentare un prezzo da pagare, il film passa a trattare coi guanti il suo protagonista anche quando le sue azioni si rivelano negative per chi gli sta intorno. Non importa se la prima parte ha stabilito con forza dei concetti reali, perché ciò che il pubblico di Shinkai vuole è vedere un lieto fine in cui a essere premiato sia l’amore e non l’effettivo funzionamento della vita.

Raccontare una storia

Nella postfazione della novel di Weathering with You, il regista afferma di aver pensato al film dopo aver pesato le reazioni di critica e pubblico all’uscita di Your Name; la sua intenzione, con questa nuova pellicola, era di raccontare una storia che non seguisse standard morali e non si preoccupasse di raccontare “un desiderio segreto, di quelli che farebbero aggrottare le sopracciglia a tutti“.
Nel concreto, però, è presente una grossa parte morale, rappresentata da Suga e dalle istituzioni. E quest’ultima mostra con sincerità la realtà delle cose, concentrando il dolore della vita in eventi che purtroppo accadono anche da questo lato della barricata.

Hodaka per contro è un ragazzo irresponsabile, e rispecchia quell’idea di amoralità insita nelle origini del film; c’è anche da dire però che, nel corso degli eventi, il re degli scappati di casa effettua una crescita graduale. Dal fuggire dalle proprie responsabilità, finisce col prendere seriamente il lavoro con Suga, molto più dello stesso capo. E quando scopre i poteri di Hina, pensa puntigliosamente a come metterli a frutto.
Si riesce a vedere una maturazione che lo porta sì a considerare la ragazza come un punto fermo della propria esistenza, ma anche a capire che nel mondo esistono tante persone che condividono i suoi desideri.Trailer 2 Hotaka Morisaki

A questo contribuiscono gli incontri fatti per il lavoro di Hina, in particolare quelli con due persone già conosciute dai fan di Shinkai. Eppure, quando sarà chiamato a compiere una scelta nel finale, il protagonista finisce col ritornare al punto di partenza. Evito di dire di più per paura di spoilerare inavvertitamente, ma per piacere ricordatevi che nella vita non si deve mai tornare indietro: bisogna andare sempre avanti.

E quindi?

Al netto di tutto, Weathering with You finisce per apparire come un film piuttosto confuso. La pienezza della prima parte viene sovrastata dalla rapidità della seconda, che francamente mi è sembrata quasi contraddittoria. E dopo aver letto la postfazione della novel, i dubbi che avevo si sono praticamente decuplicati. Perché è presente un elemento sociale se l’intenzione era quella di non averne?
A differenza di molti altri suoi film, la classe sociale dei personaggi spicca fortemente e la Tokyo qui rappresentata è quella delle periferie, dei ceti meno agiati. Eppure, lo stesso autore ha dichiarato con forza di non voler raccontare quel tipo di storia. E quindi…cosa dovremmo dedurne? Perché quelle cose ci sono?

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Forse, e il mio è un azzardo, ha solo voluto sperimentare con qualcosa che gli permettesse di arrivare alla seconda parte, a ciò che voleva davvero raccontare. Dopotutto, Shinkai è un autore che pensa al cinema animato come ad un intrattenimento. Non espone delle idee precise in termini sociali ed ideologici, come Miyazaki. La forza dei suoi film sta nella capacità di emozionare lo spettatore con storie particolari ed intense, oltre che in un apparato tecnico molto appariscente. E di conseguenza, almeno secondo me, il suo nuovo film può essere riassunto goliardicamente con “Fanculo Greta Thunberg, io voglio scopare”.
Per concludere, il suddetto apparato tecnico in quest’ultimo film mostra anche più carte del solito; sotto la pioggia, ad esempio, Tokyo è davvero meravigliosa. Un po’ meno lo sono certe scelte registiche, come certi movimenti della camera3D, ma nulla di dannoso.

Conclusioni

Non credo di poter sconsigliare Weathering With You; nonostante tutti i vari difetti, devo ammettere di essermi divertito durante la visione. E in ogni caso, anche se fosse andata diversamente, avrei comunque spinto i vostri culi nerdosi nella direzione del cinema più vicino. Shinkai è attualmente l’autore più in vista, nella scena dell’animazione giapponese. E’ importante farsi un’idea della sua ultima uscita anche per capire un po’ di più come si sta muovendo il settore. Ma poi, se non andate a vederlo di cosa parlate coi vostri amici?

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