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Sull’ineluttabilità del Joker

Negli ultimi giorni sui uno dei tanti, troppi, gruppi facebook a tema fumetto, a qualcuno è venuta la brillante idea di parlare del Joker interpretato da Joaquin Phoenix, il film vincitore del Leone d’Oro a Venezia.

Quale occasione migliore per saggiare il campo alla ricerca di disagio fatto nerd?

Del resto Joker ha una fanbase in qualche modo fanatica. Quindi capirete bene perché la discussione poteva rappresentare una magnifica occasione per osservare il disagio allo stato brado.

 

Joaquin Phoenix

Joaquin Phoenix nell’ultima incarnazione di Joker

«Ma questo non è il Joker…»

La discussione cominciava a prendere la piega che mi aspettavo. Questo utente sosteneva che il film fosse spazzatura, ovviamente senza averlo visto, per un motivo semplice quanto importante – secondo lui: «…non può essere il vero Joker, perché non c’è Batman».

Vi lascio un minuto per rifletterci.

Stiamo parlando di un tale che pretende di giudicare un film solo dal trailer, per sua stessa ammissione. 

Direi che abbiamo un vincitore! Ecco il babbo che stavo cercando.

Il tipo lo crede un film che oltraggia e usa impropriamente il nome di quel magnifico personaggio che è Joker, nonostante non ne metta in dubbio la validità cinematografica – e per fortuna, avevo paura volesse lanciarsi in una filippica contro la totalità della critica italica che lo ha premiato. Parliamo dell’ultimo vincitore del Leone d’Oro del Festival di Venezia, non della Coppa della briscola del circolo; che pure è prestigiosissima se ti chiami Peppinello e hai 76 anni. Ma sulla questione critica tornerò e vi prometto che sarà divertente.

Sorprendentemente il signore prova pure a spiegare le sue ragioni sul perché quello nel film non fosse Joker, che vi riassumo brevemente in tre punti:

  1. non c’è Batman, nonostante Bruce Wayne sia presente;
  2. la differenza di età tra Joker e Wayne è troppo grande;
  3. le origini del Joker sono completamente diverse dal canone.

Motivazioni più che condivisibili.

Non da me.

Batman Slap

Batman e Robin

Nonostante possa anche capire il dubbio riguardo il terzo punto, non comprendo come ci si possa lamentare degli altri due e non ho voglia di entrare nel merito perché vorrei mantenere un po’ di dignità.  Avete bisogno che ve lo spieghi? Il commento riduce Joker a semplice antitesi di Batman. Ne nega la sussistenza in quanto essere indipendente, che pure è.

Possiamo ripeterci quanto vogliamo «senza uno, l’altro non può sopravvivere» – nemmeno fosse Harry Potter – o riflettere a più riprese del rapporto amore-odio tra Batman e il suo amico pallido e simpatico, ma dopo 80 anni direi che Joker si è meritato un posto indipendente al tavolo.

Le origini a fumetto

Ma parliamo del punto tre. Le origini di sta povera nemesi vengono rimaneggiate ogni due anni, con pagine e pagine di inchiostro, spesso inutili e ancora più spesso non conclusive. Sogni, visioni, universi alternativi, racconti di testimoni. E’ un casino. Se ne comincia a parlare per la prima volta nel maggio del 1950 e ancora oggi non sappiamo con certezza cosa sia successo.

Prima di procedere oltre sulla questione origini, è bene fare un ulteriore passo indietro alla storia del mio ormai amico di facebook. E qui torniamo anche sulla questione critica che vi avevo promesso. Così dal nulla, de botto, senza che centri la più beneamata, il signore se ne esce con un: «come fa la critica a paragonare Phoenix a Ledger? E’ impossibile che Phoenix sia migliore di Ledger perché lui era già perfetto e non si può migliorare la perfezione…»

Heath Ledger

Il celebre Joker di Ledger con le sue sexy cicatrici

La questione è semplice: Ledger avrebbe interpretato un Joker perfetto e soprattutto fedele a quello del fumetto, Phoenix no. Potevo pure essere d’accordo che il più recente film ha poco del Joker cartaceo, però non per le motivazioni di cui parla sto tipo; ma non mi si può venire a dire che una cosa è brutta solo perché qualcos’altro è meglio. Livello ragionamento: bimbo di 3 anni con gli Action Man. Non li fanno più vero? Peccato.

Vi risparmio cosa è stato risposto alla domanda del perché considerasse perfetta l’interpretazione di Ledger posta da un mio compare. Non si è nemmeno sforzato di mettere più di due parole in croce, ma ormai avevo capito con chi stavo parlando.

Però, proprio da quell’interpretazione di Ledger al cinema, bisogna dargliene atto, il fumetto ha preso molto.

Nel 1998 sulle pagine a vignette di un albo si torna ad affrontare il tema delle origini del Joker. E’ una storia parecchio famosa, che io ho prestato al mio amico Luca 4 anni fa e ancora non ho rivisto. Luca se stai leggendo, per favore, ricordati di rendermelo!

In quella storia lo squattrinato Jake si dà al crimine per mantenere la moglie incinta, ma rimane invischiato nella criminalità e durante un colpo precipita dentro una vasca di sostanze chimiche, colpito da Batman, che lo trasformano nel pagliaccio più pericoloso ecc. ecc…

The Killling Joke

Due vignette del fumetto The Killing Joke, in cui uno squattrinato comico Jake si dispera per non poter mantenere la moglie

Crisi sui Joker infiniti

Questo è canone, vero, però, e c’è un grande però, la storia viene rimaneggiata più volte anche dopo, lasciando come unico punto fermo quello della vasca di sostanze chimiche, che oltretutto era già apparsa parecchio prima sempre a proposito delle origini. 

Quando Grant Morrison prese in mano la serie Batman dopo la Crisi Infinita fece un lavoro assurdo, decidendo di rendere canonico tutto ciò che era stato mai scritto sul personaggio dal 1939 ad oggi. Una casino pazzesco. Per spiegare tutte le differenti incarnazioni del Joker nei decenni, Morrison lo dipinge come un personalità che si distrugge e ricrea ciclicamente in seguito a eventi traumatici. Per questo il Joker degli anni ‘40, il serial killer, nonostante sia molto diverso da quello del decennio successivo, il burlone, rimangono comunque entrambi canonici ed entrambi il vero Joker. Vorrei prendermi il merito di questo paragrafo ma ho chiesto aiuto: le Crisi DC mi mandano in confusione.

Ora io chiedo a voi: Ledger, rispetta il canone? Nel Batman di Nolan c’è una scena con qualche bagno verde fluo in cui cade qualcuno?

Perché lamentarsi di Phoenix poco rispettoso del fumetto e amare Ledger alla follia, dicendo che lui sì che è «aderente» agli albi?

Cos’è Joker?

Ma parliamo un po’ più del personaggio nel corso del tempo.

Tra le centinaia di interpretazioni autoriali che negli anni si sono avvicendate, è oggi complesso dare una definizione totalizzante del personaggio. Probabilmente dare una spiegazione del genere sarebbe difficile persino per un terapista: del resto proprio nelle pagine del fumetto questo è uno dei cardini narrativi su cui poggiano alcune storie iconiche. Da un lato la follia insita nel personaggio stesso, dall’altra le varie incarnazioni, anche multimediali, ne hanno, sì forgiato l’immaginario, ma allo stesso tempo lo hanno anche rotto, reso instabile di moltissime versioni. 

Eppure proprio l’iconicità del suo viso ha fatto scuola, rendendolo oggi il modello di riferimento per il clown. Ancora più iconica è poi la versione di Ledger, che ha portato nelle case di tutti un personaggio che era già apparso al cinema e in tv, vero, ma non era mai stato così amato dal grande pubblico di non appassionati.

Ironicamente, per un personaggio che cresce sul fumetto, è proprio dal cinema che bisogna partire per raccontarne la genesi. L’uomo che ride è un romanzo di Vicor Hugo, da cui nel 1928 venne tratto un film; su quella pellicola appare il prototipo di quello che sarà il comparto grafico del Joker, Gwynplaine.

Gwynplaine

Conrad Veidt nel 1928 nel ruolo di Gwynplaine. Fa paura a me oggi, figuriamoci negli anni ’20

Joker al cinema

Ma la prima vera versione sullo schermo di Joker è degli anni ‘60: parliamo dell’interpretazione che ci ha lasciato Cesar Romero nella prima serie televisiva su Batman (ma non la prima serie in assoluto, perché Batman aveva già avuto, durante la guerra, un serial cinematografico, senza il personaggio di Joker). Un capolavoro del kitsch, che ha lasciato perle alla contemporaneità, come il bat-repellente per gli squali. Qualcosa di parecchio strano agli occhi di chi la guarda oggi, per noi abituati al Cavaliere Oscuro di eredità Milleriana, ma era un prodotto totalmente fedele, aderente, per recuperare il termine, a quello che era il fumetto ai tempi, psichedelico e molto poco gotico; diverso dalle origini di 25 anni prima e ancora di più dallo sviluppo di 25 anni dopo.

Eppure era una produzione immensa, con un cast stellare. Romero era un attore quotatissimo allora, un vero divo di Hollywood, di quelli che piacciono tanto a Tarantino, celebre per i suoi baffi. Era tanto famoso da potersi permettere, proprio come ci si aspetta da un divo del genere, di imporre alla produzione le sue scelte; ecco perché Romero girò tutte le scene con quel fastidioso baffetto sotto il cerone, nascosto alla meno peggio. Una visione disgustosa, eppure oggi è un altro tassello che compone il trash della serie.

Cesar Romero

Cesar Romero nei panni del Joker. Notate i baffi coperti dal trucco bianco. Orribile

Una ventina di anni dopo, questa volta esclusivamente al cinema, è Jack Nicholson che ci riprova. Quella vecchia volpe, che di matti ne aveva già interpretati non pochi e in realtà aveva pure vinto un Oscar per aver fatto il matto – quindi direi più che qualificato per essere Joker.

Anche in questo caso, l’interpretazione, che si rifà a una versione del fumetto diversa a quella a cui siamo abituati, è un po’ sopra le righe, pensando a quello cui siamo abituati ora. Ci troviamo di fronte a un film dalle ambientazioni gotiche, che tutti riconoscono e che in effetti sono più che iconiche per la generazione nata tra gli anni ’80 e ’90. Ancora una volta è un personaggio molto vicino all’anima del Joker cartaceo, molto più dark del Batman di Adam West, ma che non aveva ancora assorbito a pieno quello che in quegli anni stava nascendo: il Cavaliere Oscuro.

Jack Nicholson

Jack Nicholson nel film del 1989 di Tim Burton. Che classe di attore!

La rivoluzione Ledger

Finalmente arriviamo al punto. Ledger.

Sono 10 anni che io guardo il film e ripeto a tutti: «ehi si fighissimo, ma quello non è Joker, è solo uno che gli somiglia». Allo stesso modo di come sta facendo su facebook quel signore. 

Mi sento sporco dentro. Ho usato lo stesso linguaggio di un minorato di cui avere pena. 

Ma a mia difesa devo dire che l’unico motivo per cui insistevo era intavolare dibattiti sul tema con i fanatici fan, come il signore suddetto. Ho una strana passione per le discussioni animate.

Ledger ha fatto sicuramente un’ottima prova attoriale e non solo perché «ha creato un Joker pazzesco, fantastico, memorabile» con tautologia annessa, ma, e glielo spiego io al mitico di facebook, perchè ha eseguito una prova tecnicamente rilevante, in cui ha dato parecchio di suo a un carattere che era, già da principio, stato scritto diverso rispetto al fumetto.

Quello che il fan medio tende a dimenticare è che il Joker di carta, quando Nolan approdò al cinema con il suo secondo capitolo di Batman, non era per nulla come Ledger lo aveva rappresentato. Lo divenne solo dopo. Grazie al grossissimo successo che aveva riscosso il film, la DC pensò bene di cavalcarne la popolarità, ma anche in quel caso, a parte pochi momenti, il fumetto rimase più simile alle origini che non al profeta del caos Nolaniano dalle idee molto confuse.

Vi risparmio le menate su Jared Leto

Non ho voglia di scrivere nemmeno due righe riguardo uno che sullo schermo c’è stato appena quindici minuti. Vi dico solo che avevo grandi speranze per questo ragazzo, con una versione parecchio pop. Però è stato quello che è stato, troppo poco per giudicare davvero. Peccato.

 

Jared Leto

Jared Leto nella sua versione iper-pop e visivamente inquietante

C’è o ci fa?

Ma torniamo al punto principale. Abbiamo visto le differenti incarnazioni cinematografiche, ne abbiamo scovato le origini tra le pagine del fumetto, dimostrando che non esiste una sola versione canonica di Joker, ma una psiche sfaccettata dalle diverse penne degli autori. Un Joker al cinema dovrebbe essere rispettoso dei canoni classici sul personaggio?

Non è una risposta semplice da dare. Sicuramente è più importante che rientri all’interno di canoni visivi, prima di tutto, perché non esiste una interpretazione unanime di come debba essere cesellata a livello caratteriale questa nemesi. A questo punto diventa più importante che sia subito riconoscibile come Joker; in realtà è probabilmente l’unica cosa che conta, aggiungendo, di volta in volta, sempre nuove personalità e profili al principe dei pagliacci.

Quindi cosa rimane da dire al tipo su facebook? Da un lato afferma che Phoenix è lontano dal Joker del fumetto perché ha una genesi molto diversa, dall’altro lo stesso tipo dichiara perfetta la versione di Ledger, nonostante anche questa sia lontana dal fumetto, come abbiamo visto. Delle due l’una: o è in malafede, oppure è babbo e basta.

 

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