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NBA 2K20, la recensione: la perfezione distrutta dai casinò

NBA 2K20 porta con sé tante migliorie, ma anche un invadente problema. Ecco la nostra recensione!

Da qualche giorno è disponibile il nuovo capitolo del prestigioso franchise NBA 2K e, dopo il successo del titolo dello scorso anno, non vedevamo l’ora di poter toccare con mano quello che da molti è considerato uno dei migliori giochi sportivi presenti sul mercato. La stessa software house e l’editore, rispettivamente Visual Concepts e 2K Games, hanno sempre affermato di voler rendere il gioco sempre più fedele alla realtà trasportando il videogiocatore all’interno di una vera e propria partita di basket sia per le emozioni che per il gameplay vero e proprio. Nel capitolo precedente, NBA 2K19, erano state fatte delle grosse migliorie proprio sull’aspetto realismo, ma come ogni esperimento che si rispetti c’è stata qualche sbavatura in particolar modo nella resa del pubblico, in alcuni movimenti dei giocatori e nelle microtransazioni. In questi mesi precedenti all’uscita di NBA 2K20 si sono susseguiti trailer, video gameplay e demo che davano la sensazione di un grosso lavoro di miglioramento rispetto al precedente capitolo, quindi vediamo insieme se veramente 2K ha imparato dai propri errori e abbia reso NBA 2K20 il vero capolavoro sportivo di quest’anno.

Quando la carriera cestistica diventa un bellissimo film

https://youtu.be/ZLrtNIYcmiE

Una volta avviato il gioco ci troviamo all’interno del menù di selezione catturati sia dall’ampia scelta di possibilità che da una colonna sonora scelta magistralmente per intrattenere anche i videogiocatori con i gusti più esigenti. In questo nuovo capitolo troviamo le classiche quattro modalità di gioco: Gioca Ora, La mia Squadra, La modalità Carriera e La mia LEGA. Sono sostanzialmente identiche a quelle dei precedenti capitoli, ma solo nel nome perché nella sostanza presentano non poche novità. Partiamo quindi da quella che ha ricevuto un restyling decisamente più evidente: La modalità Carriera.

La modalità Carriera è il cuore individuale della serie NBA 2K, ma quest’anno è stata totalmente ristrutturata per migliorarne la fruizione e il realismo. Una volta avviata questa modalità il sistema ci permette di creare il nostro personale atleta utilizzando gli aspetti predefiniti modificabili o l’applicazione mobile MyNBA2K20 che sfrutta la fotocamera del telefono o tablet. L’editor è quindi, come al solito, molto ricco, completo e dettagliato sia nella gestione dell’aspetto che delle caratteristiche del giocatore che potremo sceglierle a nostro piacimento. È stato anche inserito una sorta di simulatore che permette di vedere la crescita del giocatore fino al livello 99 così da renderci conto se le caratteristiche scelte sono quelle che a noi interessano anche a lungo termine. È possibile, inoltre, simulare delle partite e testare il nostro giocatore proprio per capire appieno se rispecchia tutte le nostre aspettative. Questa è una novità molto interessante perché ci permette di capire, prima di sprecare intere ore, se il giocatore creato rispetta ogni nostra volontà anche futura. Se infatti volessimo un giocatore molto abile nel tiro da tre, basterà simulare il giocatore creato e modificare i parametri errati prima di iniziare a giocare.

Appena avremo il nostro giocatore ideale, ci ritroveremo catapultati all’interno di un vero e proprio film con i relativi pro e contro che ciò comporta. Tutto ciò che è inserito all’interno della storia sono di grande pregio e si vede la mano di LeBron James, che ha curato il progetto, e il tentativo di 2K di rendere il più realistico e attuale possibile la narrazione. Quindi durante la nostra corsa verso il successo e l’NBA ci troveremo a dover fare i conti con noi stessi, con la nostra moralità e con le nostre debolezze. Il tutto è reso ancora più veritiero grazie a grandi attori del calibro di Rosario Dawson e Idris Elba oltre a tante comparse come lo stesso James, Mark Cuban e Jerry Lorenzo. Scompare quindi la CBA dell’anno scorso e tornano invece le categorie minori statunitensi, ma la filosofia resta la stessa: ogni giocatore ha le sue caratteristiche specifiche che possono, in qualsiasi momento, mutare le sorti di una partita. Questo è un altro motivo dell’editor di creazione così approfondito e dettagliato. Dovrete scegliere con cura il vostro stile di gioco e il vostro ruolo perché saranno determinanti per tutta la carriera.

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Questa resa cinematografica della modalità carriera, sebbene sia parecchio intrigante, rende soprattutto l’inizio del gioco parecchio lento e con davvero poche sessioni di gioco vero e proprio. Anche il sistema di gestione delle risposte molto apprezzato nei precedenti capitoli è stato ridotto all’osso. Quindi all’inizio, quantomeno prima del Drift, ci ritroveremo ad osservare ampie sessioni di video (per fortuna superabili con la pressione di un tasto) e pochissime vere e proprie sessioni di gioco perché si limiteranno a brevi giocate che fanno da contorno alla storia generale. Questo da un lato è apprezzabile da chi ama la componente narrativa, ma potrebbe infastidire chi sceglie questi giochi per una breve giocata rapida. Una volta, però, che avremo raggiunto l’NBA il gioco prenderà il sopravvento sulla narrazione e qui si trovano altre novità rispetto a NBA 2K19.

Nel precedente capitolo era stato inserito il quartiere, un vero e proprio centro urbano dove potevamo girare liberamente e incontrare altri giocatori, acquistare gadget, migliorie o semplicemente modificare il nostro look. Adesso tutto questo è stato ridimensionato e trasformato in un semplice centro digitale e anche la palestra adesso rappresenta un semplice e veloce metodo per ricevere dei bonus temporanei alle nostre specifiche tecniche. 2K ha quindi pensato bene di dare maggior risalto al gioco del basket, sia online che offline, offrendo quindi un’esperienza più divertente, dinamica e coinvolgente che non abbandona mai la storia, ma che pone finalmente il gioco su un gradino superiore.

A tal proposito anche il sistema di progressione del giocatore è stato reso più veloce e meritocratico poiché tiene conto delle abilità del giocatore e le premia con le giuste ricompense di crescita. Sono comunque presenti dei bonus acquistabili o accumulabili tramite delle sfide, ma a differenza di NBA 2K19 sono meno utili. Certo, se si vuole crescere in fretta si può fare anche qui ricorso alle microtransazioni (argomento che tratteremo più avanti), ma il nostro consiglio è quello di godervi il gioco appieno perché vi dà ampie possibilità di farlo senza problemi.

La meritocrazia e la strategia si scontrano con le microtransizioni

NBA 2K20

Il secondo corposo restyling riguarda la modalità La mia Squadra perché questa volta ci troveremo di fronte ad una sorta di gestionale dove far progredire la nostra squadra, aggiungendo o togliendo elementi alla rosa, modificando tattiche, staff e allenatori. Si torna, però, allo spacchettamento di bustine all’interno delle quali troveremo gli elementi chiave della nostra squadra e se avremo la fortuna potremo vincere le tantissime gare e sfide messe a disposizione da NBA 2K20. L’elemento fortuna è fondamentale, ma si aggiunge una componente che farà felici a molti di voi: la strategia. Era una componente presente anche nei precedenti capitoli, ma poi andava a finire che chi aveva più carte aveva anche più possibilità di vittoria. Questa volta non è così e dimostra come 2K abbia voluto cercare un modo per premiare i giocatori più talentuosi e non più fortunati o spendaccioni. A dire la verità, però, le microtransizioni, ampiamente criticate nel precedente capitolo, sono presenti anche qui e sono divenute, addirittura, più invadenti trasformandosi in una sorta di casinò con vere e proprie slot machine (stiamo comunque parlando di un titolo PEGI 3). 2K ha cercato di metterci una pezza rendendo il gioco più meritocratico e strategico possibile, ma c’è riuscita in parte.

Passiamo adesso alle altre due modalità. La modalità Gioca Ora mostra, come sempre, un grande numero di squadre che vanno da quelle odierne a quelle classiche e a quelle più prestigiose come i Chicago Bulls della stagione 91’-92’. Quest’anno, però, vi è anche l’aggiunta della WNBA, nonché la Lega femminile di basket, che ci permette di provare uno stile di gioco totalmente diverso. Attraverso 12 squadre e 140 giocatrici avremo modo di giocare un basket totalmente diverso dove la tecnica e la destrezza prendono lo spazio della fisicità e la spettacolarizzazione. L’ultima modalità è quella de La mia Lega che ci permette di vivere pienamente un vero e proprio campionato con la nostra squadra preferita. Potremo non solo giocare partite di campionato, ma strutturare degli allenamenti e organizzare delle giornate di approfondimento tattico oltre che gestire il Draft e gli All Star Games, il tutto organizzato sapientemente all’interno di un calendario.

“Credo di essere andato su un canale sportivo per sbaglio!”

NBA 2K20

Dal punto di vista tecnico ci troviamo ad osservare un capolavoro con davvero pochi difetti. Appena iniziata la prima partita, l’impressione è quella di non essere all’interno di un gioco, ma di esserci sintonizzati su un canale sportivo. La resa grafica è stupefacente e nettamente migliore della già sbalorditiva grafica di NBA 2K19. Esteticamente la grafica è stata sapientemente ritoccata a tal punto da renderla la più veritiera possibile, definendo meglio alcuni particolari come il pubblico, le arene, il parquet e i riflessi di luce. Quest’ultimi sono, però, gli unici elementi che non sono sempre perfetti poiché a volte sembra di star osservando un brutto e irreale effetto cromato e lucido sui giocatori a causa della loro esagerata rifrazione della luce. Il realismo, però, si fa più forte quando si ascolta il tifo e quando si osservano gli intermezzi televisivi che anticipano ogni match i quali mescolano attori reali e riproduzioni digitali con tanto di infografiche accurate che regalano la sensazione di assistere ad una vera e propria partita di basket.

Un grande lavoro è stato fatto anche per quanto riguarda la giocabilità e in particolare i comandi. Adesso tutto è più curato, meno frustrante, ma più tecnico. La levetta analogica destra ritorna ad essere il fulcro del gioco poiché con essa possiamo tirare, fare finte e realizzare movimenti differenti che possano confondere gli avversari. Finalmente è stata resa più reattiva ed è stata tolta la fastidiosa barra di intermezzo per il tiro introdotta con NBA 2K19. In NBA 2K20 però non sarà necessario solo saper lavorare bene con i pulsanti, ma sarà necessario conoscere bene sia i giocatori in nostro possesso che avversari. La fisicità, la robustezza, l’altezza e la velocità caratterizzano notevolmente i giocatori e vanno ad influenzare pesantemente lo stile di gioco. Adesso sarà molto più complicato passare la palla e puntare direttamente al canestro, ma sarà quindi necessario analizzare la posizione dei giocatori e conoscerne di ognuno le caratteristiche tecniche. Questo è un sistema che se da un lato potrebbe scoraggiare i novizi del genere, dall’altro dimostra quanto NBA 2K20 sia meritocratico e stimolante alla crescita.

In conclusione…

NBA 2K20

NBA 2K20 è quindi un gioco che rispecchia perfettamente la volontà di 2K di realizzare l’eccellenza dell’intrattenimento sportivo. Sono stati modificati sapientemente alcuni dettagli che hanno sempre fatto la differenza rispetto agli altri titoli sportivi e questi hanno reso il gioco più curato visivamente, più realistico, più meritocratico, più stimolante e più coinvolgente. L’introduzione di un sistema di crescita simulato nella modalità Carriera e l’aggiunta della WNBA aumentano notevolmente il divertimento. La modalità Carriera merita certamente una menzione speciale poiché ha ricevuto la ristrutturazione più grossa ed evidente del gioco: questa volta, finalmente, il basket è al centro della perfetta narrazione e sebbene l’inizio non sia veloce e a tratti tedioso, il resto è puro divertimento. Tutto potrebbe essere perfetto, potremmo direttamente dare una votazione piena e rotonda affermando di essere davanti al miglior gioco sportivo mai realizzato, ma non è così a causa delle microtransizioni. È una caratteristica ormai presente in moltissimi giochi, ma qui nonostante le modifiche apportate rispetto al precedente capitolo, risulta ugualmente invadente e poco in linea con la filosofia della casa di produzione. La software house pare abbia capito, però, su cosa deve puntare e cosa deve eventualmente modificare e se continua su questa strada NBA 2K21 potrebbe davvero essere la perfezione.

Pro

  • Grafica accurata e piena di dettagli, rasenta quasi la realtà
  • Gameplay più tecnico, preciso e dinamico
  • Modalità Carriera curatissima sia come narrazione che come giocabilità…

Contro

  • …l’inizio è però un po’ troppo lento e con poche sessioni di gameplay
  • Le microtransizioni sono ancora invadenti e spezzano ritmo e realismo
  • Potrebbe risultare non poco complicato per i neofiti del genere

VOTO: 8,5/10

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Giovanni Arestia

Giovanni Arestia

Ingegnere informatico con la strana passione per la scrittura. Essa, unita alla passione per la tecnologia, mi ha portato ad essere qui. Chiamatemi pure Gioare, ormai anche i miei genitori mi conoscono così.

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