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Il Signore degli Anelli: Viaggi nella Terra di Mezzo – Prime Impressioni

Negli ultimi giorni abbiamo intrapreso un viaggio alla scoperta di Arda in compagnia del titolo del momento: Il Signore degli Anelli: Viaggi nella Terra di Mezzo.

Non hai visto il video di unboxing? Tu non puoi passare!

Visto il video? Allora siete pronti a raggiungerci in Arda, facendo una prova di Agilità… 2 successi richiesti, altrimenti subiamo 3 danni a testa!

Da un’anonima brughiera fin nel cuore dell’Eriador

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Il titolo Fantasy Flight Games edito in Italia da Asmodee Italia, si presenta come un dungeon crawler per 1-5 giocatori con apposita app associata; questa dà un tocco di freschezza al gameplay rendendo la gestione e creazione di eventi e dungeon più leggera. Il gameplay innova, a modo suo, il genere soppiantando i dadi con un ricco mazzo di carte che funge da dispensa per abilità e successi.

Quello che ci si potrebbe aspettare da un gioco ambientato nell’universo tolkieniano è un ambientazione molto vivida e ben dettagliata, ed è per questo che ad un primo impatto siamo rimasti abbastanza delusi. Al di là della scelta del nome di Elena (???), gli unici riferimenti chiari alla cara Terra di Mezzo sono esclusivamente i personaggi, con le proprie abilità ben caratterizzanti; una volta lanciatici all’avventura, però, i primi scenari risultano vaghi e generici nell’ambientazione, complici le tile dei terreni un po’ anonime. Insomma se non fosse per la grossa ascia di Gimli e lo sgusciante e silenzioso Bilbo difficilmente si potrebbe credere di essere nel mondo del caro Maestro.

Iniziando ad addentrarsi..

Proseguendo l’esplorazione però, con l’aiuto di tanti piccoli dettagli forniti di volta in volta dall’app, l’esperienza di gioco si anima a tal punto che cominci a chiederti da dove comparirà Tom Bombadil.
Si passa dall’uccidere orchi e goblin molto generici inseguendo dei ladri al dover ritrovare oggetti di grande valore tra le rovine delle grandi città del Regno di Arnor che fu.
Spettri dei tumuli, troll, orchi capoguerra e loschi figuri con terribili piani escono dalle ombre, lasciando un senso di meraviglia e terrore grazie ad uno storytelling ben curato.
Ci tengo a dire che scrivo questo a campagna in corso, con diversi elementi ancora da scoprire, ma il climax narrativo finora vissuto merita un plauso. Certo siamo lontani dall’opera originale ma siamo tutti ben consapevoli che eguagliare l’operato di Tolkien non è cosa per mortali… e forse neanche per gli eterni e sapienti elfi.

Innovativo, ma non troppo. Una maggiore gestibilità

Ciò che alternativamente fa tanto odiare o amare i giochi di questo genere – che per macrocategoria potrebbe definirsi come “American” – definizione che col tempo sta sempre più lasciando spazio a classificazioni più precise – è la presenza di una gran quantità di dadi. Rollare manciate di d20 in base alle statistiche del proprio personaggio rappresenta una tra le più grandi soddisfazioni onanistiche degli appassionati, mentre per i maniaci del controllo è ogni volta un colpo al cuore.

L’idea alla base di Viaggi nella Terra di Mezzo, che fa un richiamo ad una meccanica del colossale Gloomhaven, è quella di rimuovere completamente la casualità dei dadi dal gioco. Il posto dei geometrici amici è preso da un deck composto dalle carte del proprio personaggio, carte base comuni per tutti e le carte specifiche della classe scelta. Le carte forniscono le abilità indicate, se preparate, e fungono da “roll” per le varie prove;
Ogni prova chiederà al giocatore di scoprire delle carte dal mazzo personale e valutarne il risultato in base ai simboli successo rivelati.

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Un deck-building/management abbastanza leggero ma di rilevante importanza è il migliore alleato di chi vuole controllare il proprio destino.
Preparare una carta con successo come abilità dà in genere un’ottima capacità aggiuntiva al personaggio, ma allo stesso tempo rimuove un successo dal mazzo rendendo più difficile il superamento degli skill-check. L’esecuzione risulta intuitiva, anche per giocatori meno esperti, e dopo alcuni turni si comincia a prendere confidenza con il proprio personaggio.

Una taglia unica (più o meno) per tutti i giocatori: da Hobbit a Troll di montagna

È lampante, dopo le prime svariate ore di gioco, l’incredibile livello di fruibilità de Il Signore degli Anelli: Viaggi nella Terra di Mezzo, complice il buon lavoro fatto con l’app companion. La semplificazione del “mantenimento” tramite la generazione degli eventi primari e secondari, della mappa e dei nemici rende l’esperienza leggera e fluida. Sembra quasi di essere di fronte ad un gioco “Plug and Play” se non fosse per il fatto di dover cercare le carte che compongono il proprio mazzo ad ogni setup.
Si potrà fare però affidamento sull’app che registra tutti i progressi dei personaggi tra uno scenario e l’altro: miglioramento dell’equipaggiamento, oggetti trovati e i titoli acquisiti.

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La presenza dell’app, sebbene in alcuni frangenti un po’ invadente, permette l’ingresso di nuovi giocatori al tavolo anche con esperienza molto limitata o nulla.
La difficoltà non è stellare, sebbene in diversi scenari ci si possa ritrovare con l’acqua alla gola se si fanno le scelte sbagliate, ma l’esperienza resta soddisfacente anche per i giocatori più esigenti.
Una nota di merito va fatta alla sua buona scalabilità, che permette di affrontare avventure piacevoli in solitaria, in coppia o in gruppi più numerosi.

Leggi anche: La Terra di Mezzo in una scatola – 5(+1) giochi nel mondo di Tolkien

Casa è alle spalle, il mondo avanti…

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Il gioco è al momento disponibile su Amazon.it al prezzo di 87€

Lasciando osservazioni più tecniche a campagna terminata, almeno una volta, bisogna dire che questi primi passi nella Terra di Mezzo sono stati carichi di emozioni, un continuo crescendo con l’avanzare della sparuta compagnia di eroi. Il fascino di scoprire cosa succede dietro le quinte prima degli eventi della Trilogia dell’Anello, di poter vivere quei momenti, in certi attimi suscita curiosità, in altri nostalgia, stupore per quanto le forze del male siano in continuo subbuglio e per quanta determinazione abbiano i popoli liberi, pur sembrando costantemente schiacciati dall’ombra.

Quindi?

Il gameplay d’altro canto presenta un po’ di ripetitività in certi tratti, e la si percepisce di più soprattutto in alcune ambientazioni un po’ fiacche. Anche i mostri da affrontare alla lunga sembrano essere uguali a se stessi, ma ci auguriamo e crediamo che nel tempo questo aspetto possa essere migliorato senz’altro, sia tramite l’app stessa che con nuove espansioni. L’elemento che però fa brillare questa gemma è l’evoluzione delle abilità del proprio eroe: questa dipenderà dalla classe scelta ad ogni inizio di scenario, cosa che permetterà anche un multi-classing che, a medio/lungo termine, mette in mostra il buon potenziale di combo e sinergie tra varie classi, accoppiate di volta in volta con le abilità personali dei diversi eroi.

Il Signore degli Anelli – Viaggi nella Terra di Mezzo finora si è mostrato un gioco valido e accattivante, che però in certi tratti pare mancare di mordente sull’aspetto dell’immersione. Non escludiamo che con il proseguire della campagna la trama possa definitivamente esplodere. Strizza molto l’occhio alle esperienze classiche da gioco di ruolo e ne riporta su plancia una trasposizione molto interessante sotto l’aspetto della personalizzazione, nonostante il vincolo della componentistica fisica.

Insomma, le strade da seguire possono essere davvero tante, vedremo la nostra dove ci porterà.
Come sempre vi invito a lasciare commenti, osservazioni e feedback per poter arricchire la sezione con il vostro parere.
Play hard, stay board!

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Gianluca Corazza

Gianluca Corazza

Board game e craft beer addicted, aspirante giurista a tempo perso. Ex-musicante ed appassionato di videogame con purtroppo 2k+ (in aumento) ore giocate a Dota 2.

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