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Tumblr: traffico calato del 30% dopo il ban del porno

Sono passati tre mesi dall’entrata in vigore del ban dei contenuti pornografici su Tumblr, e il social network non se la cava molto bene. La piattaforma ha infatti registrato un considerevole calo di traffico.

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Che Tumblr fosse noto ai più per i suoi contenuti sessuali non è una novità; che fossero utenti iscritti o visitatori sporadici, il social network era per molti un’affidabile alternativa ai veri e propri siti pornografici.

Dopo la rimozione dell’app di Tumblr dall’App Store a causa di contenuti pedopornografici presenti sulla piattaforma, però, i gestori del social network hanno deciso di bandire ogni tipo di contenuto pornografico presente sulla piattaforma. Che è un po’ come tirarsi la zappa sui piedi, conoscendo le tendenze del proprio sito.

Ma un ban era necessario, almeno per riavere l’app sull’App Store. E così, tra censure di atti sessuali, genitali, capezzoli femminili e di Gordon Ramsey, il porno è stato debellato e Tumblr è diventato un social network pulito e sicuro. O almeno in teoria, visto che alcuni contenuti sessuali sarebbero ancora visibili.

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Ma ciò è bastato per far migrare gli utenti verso altri lidi – lo stesso CEO Jeff D’Onofrio ha dichiarato che “di siti su internet che contengono contenuti per adulti non ne mancano” –, non senza ripercussioni sul social network.

Secondo SimilarWeb infatti, dall’entrata in vigore del ban, Tumblr avrebbe perso il 30% del suo traffico. Ciò si traduce in una perdita di 151 milioni di utenti, dai 521 di dicembre agli appena 370 registrati a febbraio. Che dire.

Un trend che si conferma anche per i visitatori unici, da desktop e da mobile: il sito Statista riporta anche qui un calo vertiginoso, dai 521 milioni di visitatori di dicembre ai 437 di febbraio.

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Non possiamo certo dire che non ce l’aspettavamo. Tutto il web, all’annuncio del ban, sembrava unanime sul fatto che Tumblr senza pornografia sarebbe morto – e in un certo senso sta andando così.

Oltre alla mera questione della reperibilità di materiale pornografico, però, ciò che ha fatto molto discutere è stato il fatto che il ban ha spazzato via anche numerosi blog in cui spesso nascevano e si promuovevano conversazioni sane sulla sessualità. Tipi di blog che sfortunatamente non trovano posto su altri social network.

Insomma, sono finiti i tempi d’oro di Tumblr. Custodiremo con cura i suoi lasciti, come quella volta che alcuni utenti calcolarono la lunghezza del pene di Luigi.

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