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Bohemian Rhapsody: ritirata la nomination ai GLAAD dopo le accuse al regista

Piovono nuove accuse contro Bryan Singer, regista del fortunatissimo biopic Bohemian Rhapsody, L’inchiesta giornalistica “Nobody is going to believe you“, pubblicata dalla testata The Atlantic, raccoglie la testimonianza di Victor Valdovinos (le cui prime accuse risalgono al 2017) e altre tre vittime di presunte molestie sessuali da parte dell’uomo.

Sebbene la 20th Century Fox avesse licenziato il regista già prima della fine delle riprese del documentario, il suo comportamento ricade negativamente sulle sorti di Bohemian Rhapsody, che si vede precludere la possibilità di partecipare ai GLAAD Media Awards. L’organizzazione no profit di attivismo LGBT ha infatti deciso di escludere la pellicola dal suo annuale concorso, il cui premio spetta alle personalità e alle produzioni che meglio riescono a rappresentare in modo rispettoso, accurato e veritiero la comunità omosessuale.

Attraverso una dichiarazione rilasciata a Variety, il GLAAD ha annunciato:“Alla luce delle ultime accuse contro il regista Bryan Singer, GLAAD ha preso la difficile decisione di rimuovere Bohemian Rhapsody dal concorso per il GLAAD Media Award nella categoria Outstanding Film – Wide Release di quest’anno. La storia di questa settimana su The Atlantic che documenta indicibili sofferenze subite da giovani uomini e adolescenti ha portato alla luce una realtà che non può essere ignorata o addirittura tacitamente premiata”.

L’opinione di Roger Taylor sul film

Nel film, guadagnatosi recentemente ben 5 nomination agli Oscar, si denota comunque una forte attenzione ai temi sensibili impossibili da evitare se si vuole rendere una rappresentazione coerente del geniale e non di meno fragile Freddie Mercury. Il consenso del pubblico è stato ampio, ma anche alcune persone vicine all’artista hanno voluto esprimere la loro buona impressione.

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In particolare, Roger Taylor, storico batterista dei Queen, durante un’intervista per NHK dichiara

Penso che Freddie vivesse una sorta di dicotomia. A quel tempo era tutto diverso, le cose venivano nascoste. Penso che lui vivesse in uno stato di grande confusione. Ha avuto diverse ragazze molto carine perché aveva un bel modo di fare. Era in conflitto con sé stesso e penso che questo aspetto sia stato trattato in modo molto accurato nel film. Penso che molte persone si sentano parte di una minoranza in qualche modo. Spero che questo aspetto del film abbia fatto breccia nei loro cuori e che queste persone riescano a trarne forza. Ci sono troppi confini, muri e limiti culturali, cose nelle quali io non credo affatto. Penso che dovremmo essere tutti liberi di pensare e che ciascuno di noi sia diverso.”

E voi, cosa pensate di Bohemian Rhapsody? Considerate giusto penalizzare un opera cinematografica per i comportamenti sbagliati del suo regista? Fatecelo sapere nei commenti.

 

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Martina Cappello

Martina Cappello

Instancabilmente amante delle storie, le legge, le guarda, le gioca e talvolta le scrive. Ingegnere di giorno, incontraddicibile fangirl di notte.

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