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I 20 migliori piano-sequenza della storia del Cinema – Parte 2

Rieccoci qua. Per i santi che hanno letto la prima parte (la trovate a queste coordinate) non c’è molto da spiegare, invece invitiamo tutti gli altri a leggersi il pistolotto iniziale dell’altro articolo, così ora non stiamo a spiegare troppo: state per beccarvi la seconda parte dei 20 migliori piano-sequenza della storia del Cinema.

Partiamo subito, la ciccia è tanta e voi volete mangiarvela tutta. Si spera. Eccovi la seconda e ultima puntata della miniserie “i 20 migliori piano-sequenza della storia del Cinema”.

Il piano-sequenza dei piano-sequenza – I protagonisti (Robert Altman, 1992)

Solo un genio dei film corali come Altman poteva orchestrare alla perfezione questo capolavoro. E perché lo è? Perché sono circa 8 minuti di piano-sequenza in cui… si parla di altri piano-sequenza famosi nella storia del Cinema (tipo Nodo alla gola e L’infernale Quinlan). Il paradiso del metacinema.

Fun Fact: la scena è stata programmata fin nei minimi dettagli prima di provarla con gli attori (le prove con il cast sono state fatte il giorno prima di quando si sarebbe dovuta girare). Per l’American Film Institute ci sono voluti dieci take per completare la scena, mentre altri dicono addirittura quindici.

La rapina in prima persona – Strange Days (Kathryn Bigelow, 1995)

Capolavoro fantascientifico energicamente diretto dalla Bigelow, Strange Days si apre con uno splendido piano-sequenza in soggettiva, dove noi siamo un rapinatore che fugge. Ma lo siamo davvero? Guardate il film e scoprirete tante terribili verità.

Fun Fact: il piano-sequenza non è stato filmato tutto nella stessa location, perché non si è riuscito a trovarne una adatta allo scopo. Perciò i tagli sono stati nascosti girando rapidamente la macchina da presa in orizzontale. Per questi motivi tutto il sonoro (inclusi i dialoghi) è stato inserito e doppiato in studio durante la post-produzione.

Nicolas Cage one-man-show – Omicidio in diretta (Brian De Palma, 1998)

La prova che con il giusto ruolo e il giusto regista Nicolas Cage è un grande attore. Omicidio in diretta comincia con un sontuoso piano-sequenza dentro un palazzetto dello sport americano, dove sta per iniziare l’incontro di boxe del secolo. E Cage è il mattatore assoluto della scena, grazie al genio totale di De Palma.

Fun Fact: teoricamente sarebbero venti minuti di piano-sequenza, ma ci sono degli stacchi nascosti qua e là. Pare siano 8, a voi la sfida: trovateli tutti.

Un unico, vero, piano-sequenza – Arca russa (Aleksandr Sokurov, 2002)

https://www.youtube.com/watch?v=x28o3s_oRis

Sokurov ci è riuscito davvero: girare un film intero in piano-sequenza. Senza stacchi, senza trucchi, solo con la magia del Cinema e tanta, ma tanta, buona volontà. Chapeau.

Fun Fact: i primi tre tentativi sono andati a vuoto per problemi tecnici, al quarto ecco il film. Ah, girato tutto in un solo giorno, perché l’Hermitage, dov’è ambientato, non poteva restare chiuso di più.

Corridoio e martello – Oldboy (Park Chan-wook, 2003)

Per spiegarvi quanto Oldboy sia un capolavoro vi basti sapere che Tarantino lo ha definto “il film che avrei voluto fare”. Cercando di evitare spoiler: il protagonista massacra letteralmente una sfilza di cattivi lungo un corridoio, mentre il piano-sequenza sublima la scena. Pazzesca.

Fun Fact: non ci sono tagli nascosti. Park Chan-wook l’ha filmata tutta in un solo take, con tre giorni di lavorazione, usando la CGI solo per mettere a posto qualche pugno e coltellata.

Il Muay thai non lascia scampo – The Protector (Prachya Pinkaew, 2005)

Il film, a dirla tutta, è un po’ al limite del trash, ma questa scena è mastodontica. Tony Jaa sublima tutta la sua bravura atletica mentre la macchina da presa lo segue in questa sua salita coreografata fin nei minimi dettagli. Quante belle botte.

Fun Fact: ci sono voluti cinque take per questa scena, in un mese di riprese. I motivi? Fra i tanti: oggetti di scena che non si rompevano e i tappeti per gli stuntmen che non venivano posizionati in tempo.

La fuga in macchina – I figli degli uomini (Alfonso Cuarón, 2006)

Cuarón si supera, inserendo questo splendido piano-sequenza nel suo fantastico film distopico. Ansia, paura, cuore in gola, sangue, fuoco: questo piano-sequenza ha tutto quello di cui avete bisogno.

Fun Fact: per girare la scena da dentro il veicolo (una Multipla, oltretutto) è stato installato un perno che facesse ruotare la macchina da presa. La Fiat era stata modificata in modo che sedili e parabrezza potessero muoversi e spostarsi all’occorrenza.

17 minuti e 10 secondi di conversazione – Hunger (Steve McQueen, 2008)

Lo splendido affresco della vita di Bobby Sands (interpretato da uno strepitoso Michael Fassbender) passa anche per questo piano-sequenza, un po’ diverso da tutti gli altri: camera fissa, solo dialogo, solo bravura registica nel coordinare gli attori. Fassbender e Liam Cunningham si superano e rendono questa scena un piccolo gioiello.

Fun Fact: per fare la scena al meglio Liam Cunningham si è trasferito per un certo periodo a casa di Fassbender, e insieme provavano tutto il dialogo dalle dodici alle quindici volte al giorno. Sul set, dopo quattro take sono riusciti a farla alla perfezione.

La bolgia dello stadio – Il segreto dei suoi occhi (Juan José Campanella, 2009)

Gli Oscar si vincono anche così. Il piano-sequenza in questo film è complesso, complicato, pieno di movimenti, persone, corse, salti, grida, rumore. Insomma, come andare allo stadio. Anzi, come andare allo stadio in Sudamerica. In questo caso a cercare un sospettato, però. Capolavoro.

Fun Fact: la scena è stata girata nello stadio dell’Huracán, e ha richiesto tre mesi di pre-produzione, tre giorni per le riprese e nove mesi di post-produzione. I cinquantamila spettatori sono stati aggiunti digitalmente.

Un lunghissimo piano-sequenza (con 16 tagli) – Birdman (Alejandro Gonzalez Iñárritu)

Non si poteva che chiudere con Birdman, girato e “mascherato” come se fosse un intero piano-sequenza che sfreccia tra corridoi, camerini, strade secondarie, bar e la mente di un attore al canto del cigno.

Fun Fact: Edward Norton e Michael Keaton, durante le riprese, tenevano un conteggio degli errori di tutti gli attori. A fine film Emma Stone è stata quella che ha sbagliato più battute, mentre Zach Galifianakis quello che ne ha sbagliate meno. In realtà ha confuso qualche dialogo, ma è riuscito a “nascondere” così bene gli errori che alla fine quelle scene sono state utilizzate nel film.

Dai, abbiamo finito, poteva andare peggio. Purtroppo non ci sarà una parte 3, questo piano-sequenza andava bene con un solo stacco nel mezzo. Voi, però, fate come Sokurov, da bravi.

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Edoardo Ferrarese

Edoardo Ferrarese

Nato a Novi Lugubre l’11/11/92, anche se nessuno lo ha interpellato sulla questione. Laureato in Lettere Moderne senza infamia e, soprattutto, senza lode, capisce che magari gli piace la critica cinematografica e il Cinema tutto, anche se troppo tardi, e che vuole scriverne, perciò prende pure un diploma alla Scuola Holden (tanto per non continuare a sembrare un radical chic di merda). Finirà per insegnare letteratura italiana nel liceo del suo diploma, però questo non ricordateglielo mai.

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