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Spyro: Reignited Trilogy, la recensione del ritorno di fiamma

Spyro: Reignited Trilogy: il ritorno di una fiamma leggendaria

Correva l’anno 1998 mentre Insomniac Games si preparava a lanciare una delle icone del platforming 3D, che insieme ad un noto marsupiale di lì a poco avrebbe ridefinito il mercato Playstation. Un concept tanto semplice quanto geniale per l’epoca: un draghetto viola di piccola statura. il quale aveva come ingrato compito il salvataggio di vari regni dal cattivo di turno. Nello specifico, tre furono le avventure che resero celebre la serie e che oggi tornano in una collezione completamente rinnovata dal punto di vista grafico e con delle gradite aggiunte, le quali rendono l’atmosfera dell’epoca coinvolgente tutt’oggi.

Spyro: Reignited Trilogy è la raccolta definitiva della trilogia dedicata al famoso draghetto viola, e contiene Spyro the Dragon, Spyro 2: Ripto’s Rage e Spyro 3: Year of the Dragon, originariamente rilasciati rispettivamente nel 1998, 1999 e nel 2000. L’intento di Activision è  quello di riportare alla luce un classico immortale dal valore inestimabile per il mondo videoludico, che possa far vivere ai ragazzi di un tempo e alle nuove leve quei momenti classici e indimenticabili del platform vecchio stile, che solo poche semplici mosse e una varietà ampia di situazioni sanno regalare. Come è stato fatto precedentemente con Crash Bandicoot:N. Sane Trilogy, noi abbiamo giocato Spyro Reignited Trilogy a fondo, sviscerando il mondo coloratissimo e i suoi abitanti, e questa è la nostra recensione. Venite a scoprire cosa ne pensiamo!

Vent’anni di fuoco

Pad alla mano, è impossibile nel nostro caso non avvertire un senso di profonda nostalgia. Ciò che è stato Spyro, ora è completamente rinato sulle console di attuale generazione, le quali consentono il rendering di una veste grafica completamente nuova, la quale rende il nostro amico viola e i comprimari freschi, adatti al panorama videoludico attuale. Spyro: Reignited Trilogy vuole far conoscere i riflessi della perla videoludica plasmata da Insomniac Games vent’anni fa, ma non è una semplice trasfigurazione estetica. I ragazzi di Toys for Bob (Skylanders) hanno voluto dire la loro anche in termini ludici, ampliando e caratterizzando al meglio un universo di gioco che aveva trasmesso molto all’epoca, ma che per ovvi motivi non poteva esprimersi al meglio il suo potere concettuale.

All’avvio del primo capitolo possiamo subito notare novità non appena ci troviamo davanti alle prime scena d’intermezzo del gioco, nella quale, nonostante non ci siano stravolgimenti in termini di narrativa rimanendo fedeli al prodotto originale, è possibile avvertire una caratterizzazione dell’ambiente e delle situazioni più matura e ben strutturata. I draghi anziani che libereremo sono tutti diversi sotto ogni punto di vista, ben distinti dall’anatomia al modo di porsi nei confronti del protagonista, oggi capaci di trasmettere di più. A tutto ciò va a sommarsi un doppiaggio rivisto e di maggior pregio rispetto al passato. Il gameplay è rimasto intatto: partendo dalle macro aree di riferimento, dovremo andare di mondo in mondo attraverso dei portali sparsi per il mondo di gioco, con l’obiettivo di sistemare i disastri combinati dal cattivo di turno.

Spyro: Reignited Trilogy

Coerenza, fedeltà e attualità

Viaggiando tra le varie location ci si accorge immediatamente dell’enorme lavoro di restyling effettuato su paesaggi e strutture annesse. Ciò che fu ideato da Insomniac un ventennio fa, oggi riacquista energia sotto una nuova luce. La perfettibilità con la quale sono stati realizzati gli ambienti è da subito manifesta, tanto da aver ingannato la nostra percezione per più di una volta pur dimostrando un’ottima fedeltà di fondo. Ogni stage di gioco ha al suo interno tradizionali strutture, biomi e buffe creature, rese ottimamente a livello di poligoni e dettagli, pronte a chiedere aiuto ad un poderoso draghetto viola di passaggio.

Se già in passato era possibile avvertire la varietà di ambienti e situazioni, grazie alla nuova grafica il tutto si distingue ulteriormente: dalla tundra alle vallate la varietà dei paesaggi in cui ci muoveremo è sbalorditiva. Quest’espressione è constatabile al meglio nel caso dei capitoli successivi al primo, che tutt’oggi si riconfermano di molto superiori al precursore. Grazie alla sopracitata caratterizzazione maggiorata, Ripto’s Rage e Year of The Dragon tendono a eclissare il primo capitolo in termini di sfide, longevità e varietà di situazioni proposte. Reignited Trilogy quindi può essere definita come un’opera omnia capace di racchiudere quell’ardore che accese i fan di vecchia data, mantenendo una fedeltà maniacale alle proprie origini ma con uno sguardo al presente che strizza l’occhio ai giovani, i quali non hanno ancora sentito narrare delle eroiche gesta di Spyro.

Spyro: Reignited Trilogy

Gli anni passano, Spyro no

Nonostante la formula di gioco sia comunque di stampo classico, presi i controlli del nostro protagonista, ci si accorge di come questi siano stati migliorati, svecchiando di fatto l’approccio a un’esperienza vecchio stile e remdendo l’interazione più fluida e fruibile da tutti. Controllare Spyro è una gioia per gli occhi e per le mani, lasciando alle spalle la legnosità che contraddistingueva i capitoli originali. Qui troviamo più precisione nei controlli e semplificazioni di alcune funzionalità che al tempo erano macchiate di macchinosità giustificata. Incornare, sputare fuoco e planare non è mai stato così fluido, divertente e intuitivo.

Al sistema di movimento classico di Spyro, oltre che alle classiche abilità apprendibili con l’avanzamento, è stato aggiunto in tutti i capitoli presenti nella raccolta, la capacità di rotolare con la pressione dei rispettivi dorsali, finora presente solo nel primo capitolo e di utilità marginale, ma che talvolta può risultare utile in situazioni piuttosto caotiche, specialmente con la telecamera. Quest’ultima, impostabile attiva o passiva, tende a rimanere imprecisa, specialmente negli spazi ristretti o subacquei.

Spyro: Reignited Trilogy

Funzionalità inedite e feeling intatto

Rimanendo sul fronte delle impostazioni, ci vengono in aiuto alcune funzionalità inedite messe a disposizione dei ragazzi di Toys for Bob, che possono rendere all’occasione l’esperienza più gradevole. È possibile infatti impostare dal menù una minimappa che di fatto annulla la dispersione che potrebbero causare le zone adibite che fanno da cuore dell’esperienza. Inoltre è possibile impostare le musiche originali al posto di quelle riarrangiate e viceversa, e l’inedita funzionalità di fast travel, utile per spostarsi tra i vari mondi senza il bisogno di dover tornare all’area centrale di gioco, anch’essa usufruibile dal menù.

Nonostante semplificazioni e ammodernamenti vari apportati ai titoli in questione, il feeling che sa regalare la trilogia restaurata è intatto: pagare a Riccone lo stesso quantitativo di gemme del passato ancora oggi risulta odioso in senso buono, così come prendere a calci Ripto e i suoi scagnozzi. Il senso di appagamento scaturito da una nuova personalità più profonda dei personaggi che compongono il cast del gioco, amplia drasticamente il senso di immersione in un’avventura che da anni sa regalare tante situazioni e piccole emozioni, capaci di far tornare bambini anche chi non pensava fosse possibile.

Spyro: Reignited Trilogy

Draghi della tecnica

Sul fronte tecnico e grafico del gioco non possiamo che premiare il lavoro svolto sulla Reignited Trilogy, laddove è praticamente impossibile fare un lavoro in termini di miglioramento grafico di questo senza andare a snaturare il prodotto in sé. Lo scopo degli sviluppatori, non avendo avuto accesso al materiale originale, è stato proprio quello di ricostruire fedelmente tutto ciò che ha reso celebre la saga agli albori degli anni 2000 e dargli più vitalità per rendere il tutto più fruibile ai giorni nostri. In tal senso il lavoro svolto è impeccabile, con i nuovi look dei personaggi che coerentemente si rifanno alle origini, dando però quella vivacità e originalità che forse mancava vent’anni fa.

Le cutscene di intermezzo scaturite da un evento importante della trama, sono dei veri e propri piccoli cortometraggi, che sebbene si rifacciano a una sceneggiatura molto fine a sé stessa, riescono in qualche modo a fornire coerentemente un perché logico del nostro operare. Unica nota dolente di tutta l’esperienza, la quale poteva veramente essere risolta con un pizzico di ottimizzazione in più, riguarda il frame rate, che non riesce quasi mai a rimanere ancorato ai 30 come dovrebbe.

Spyro: Reignited Trilogy

L’era dei draghi si riaccende

Sebbene l’esperienza generale non venga compromessa pesantemente da questa piccola magagna tecnica riguardante la frequenza dei fotogrammi, il primo impatto con il gioco appena avviato potrebbe creare spavento. Fortunatamente un leggero effetto blur concorre a mascherare il misfatto, ma esso rimane un problema evidente per la durata di tutte e tre le storie. Nonostante questo, il nuovo motore grafico fa il suo dovere: l’Unreal Engine 4 si esprime perfettamente anche qui, dove le ombre vengono gestite ottimamente e le luci vengono impiegate eccelsamente per concorrere alla vivacità del mondo di gioco. Infine, una nota di merito va alle sopraccitate musiche di gioco, riarrangiate ottimamente per l’occasione e interscambiabili con le originali, nonché al doppiaggio, degno di lode rispetto al passato e capace di rendere ogni sezione parlata, anche con personaggi secondari, di ottimo livello. Infine, addio a Spiro e benvenuto “Spairo” anche in lingua nostrana.

Spyro: Reignited Trilogy

In conclusione, la fiamma è ravvivata per l’eternità

Una fiamma che in vent’anni non si è mai spenta e che oggi si riaccende al suo massimo splendore, crepitando incessantemente e richiamando a se un vasto pubblico di persone, dai fan ventennali del draghetto viola ai neofiti che credono che i draghi siano solo delle leggende, o semplicemente agli amanti di un genere che oggi non è più così in voga come in passato. Spyro: Reignited Trilogy splende e vuole rilanciare un’icona leggendaria che ha nutrito le anime di tanti videogiocatori, un omaggio al mondo videoludico più vero di cui avevamo bisogno, che insieme alla Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy danno vita a un duo iconico capace di riportare alla luce delle glorie immortali di un genere unico: il platform tridimensionale.

Il lavoro svolto dai ragazzi di Toys for Bob è encomiabile, e sebbene un’ottimizzazione migliore poteva essere effettuata sul fronte del frame rate, nulla vieta al gioco di Activision di splendere e di dire la sua in un panorama videoludico saturo di colossal. Un’altra icona leggendaria oggi si è unita al presente e non ha nulla da invidiare a nessuno, quell’icona si chiama Spyro the Dragon. Il prossimo sarà l’orso musicista?

Spyro: Reignited Trilogy

Versione testata: PlayStation 4 Standard

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Mirko Proietti

Mirko Proietti

Videogiocatore classe '96 operativo dall'età di 3 anni. La prima esperienza con Sega Mega Drive e PlayStation in contemporanea. Prediligo il genere Platform e GDR, ma da sempre mantengo una visione a 360 gradi del panorama videoludico. Laureato in Comunicazione, cerco la completezza nella produzione del videogioco, che tendo a considerare un'arte vera e propria.

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