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Le più belle locandine della storia del cinema

Andiamo alla scoperta del massimo elemento di espressione per un film fuori dallo schermo

Il marketing si sta sicuramente evolvendo in modo esponenziale, sono sempre di più i mezzi per pubblicizzare una pellicola. Dalla promozione via web a quella via televisione o radiofonica, solo un metodo espressivo è stato però in grado di mantenere invariato il suo fascino originale col passare degli anni: la locandina.

Oggetto bramato e idolatrato dai più appassionati della settima arte, alcune locandine sono oggi ricordate come opere d’arte a tutti gli effetti. Quel ritaglio di carta è stato in grado di conquistare i molti, a volte guadagnandosi un grado di celebrità quasi paragonabile a quella del film che rappresentava.

Senza contare che, una volta, in assenza di anticipazioni e clip delle pellicole, la locandina era quasi l’unico punto di riferimento che aveva lo spettatore prima di recarsi in sala. 

Con il tempo, il modus operandi per realizzare una locandina è sicuramente cambiato: se oggi basta piazzare la faccia dell’attore famoso di turno con un font in grassetto sopra, una volta ci si rivolgeva a veri e propri artisti.

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                                                                 Locandina di Vertigo (1958)                                                                                                                  locandina di Jason Bourne (2016)

Proprio come oggi, anche negli anni passati non era raro imbattersi in alcune “varianti“, realizzate per adattare i manifesti ai vari mercati. Difatti alcune delle locandine prese in considerazione per questa classifica sono proprio varianti.

La classifica:

10. Brazil (1985)

La fantascienza è sicuramente il genere che, anche un po’ per forza di cose, ha contribuito allo sviluppo di locandine a dir poco interessanti sia dal punto di vista simbolico che visivo. Questa breve lista inizia proprio con uno di questi capolavori: Brazil.
Pellicola che rappresenta la più alta vetta creativa mai raggiunta da Terry Gilliam, inizialmente Brazil si presentava con un poster completamente folle, proprio come il film stesso d’altronde.

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Le prime locandine distribuite ritraevano un uomo, dotato di un paio di ali ed una fatiscente armatura argentata, lanciarsi da una serie infinita di schedari. Una scena chiave del film, che rappresenta perfettamente il surrealismo ricorrente nell’opera di Gilliam.
Purtroppo, i pezzi vennero inspiegabilmente ritirati per essere sostituiti con manifesti decisamente più mediocri. Nei sostituti si poteva osservare il protagonista del film in pigiama a bordo di un letto volante.                                                            brazil 1985 french original film art 2000x min

9. Il silenzio degli innocenti (1991)

Se c’è un film in grado di rappresentare al meglio Anthony Hopkins, quello sarebbe proprio Il silenzio degli innocenti. Non c’è dubbio che il manifesto che precedeva la pellicola nelle sale fosse alquanto inquietante. La locandina ideata da Dawn Baillie, vedeva Jodie Foster in primo piano con la bocca coperta da una Death’s-Head Hawkmoth, una particolare falena nota per il suo motivo a forma di teschio.

locandinapg1 min 1Sicuramente non lo sapranno in molti, ma il particolare motivo della falena fu sostituito con una foto composta da alcuni corpi femminili, posizionati in modo da ricordare un teschio. La fotografia in questione, fu scattata nientemeno che da Salvador Dalí.

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8. Cabiria (1914)

Ad occupare l’ottavo posto della nostra classifica c’è la locandina del più grande kolossal italiano, nonché primo film ad esser stato proiettato alla Casa Bianca: Cabiria, di Giovanni Pastrone.
Il film richiese un investimento di risorse e personale incredibile, e fra i tanti nomi che presero parte al progetto vi fu anche lo scrittore Gabriele D’Annunzio.

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Il bellissimo disegno con gli accesi colori riesce a richiamare la teatralità distintiva del film.

7. Alien (1979)

Quando si cercò un modo per promuovere Alien, era imperativo mostrare poco o niente dell’ormai celebre creatura che oggi conosciamo come xenomorfo. Ridley Scott voleva giocare col pubblico, in modo tale da suscitare tutta la curiosità possibile nei confronti della sua creazione più famosa.
Sulla locandina viene infatti raffigurato solo l’uovo della mostruosità aliena, con il celebre slogan divenuto poi quasi un tormentone: “Nello spazio nessuno può sentirti urlare”.

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Una locandina così criptica aveva senz’altro il potere di risvegliare una certa curiosità nello spettatore indeciso su quale film vedere.

6. L’esorcista (1973)

Proprio quest’anno ci ha lasciato Bill Gold, celebre grafico noto per aver realizzato alcune delle locandine più note di sempre. Fra i suoi illustri lavori troviamo il poster per Casablanca, Arancia meccanica e Mystic River, ma, più importante di tutti, L’esorcista.

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Non c’è dubbio che quel suggestivo fascio di luce sia rimasto ben impresso nella memoria collettiva, rendendo di fatto questo poster immortale.

5. Anatomia di un omicidio (1959)

Noto per il suo stile minimalista composto da linee semplici e colori monocromatici, durante la sua carriera Saul Bass ha disegnato poster a dir poco straordinari. Shining, Vertigo, L’uomo di Alcatraz, sono solo alcuni dei suoi lavori. Non c’è dubbio che uno dei suoi disegni più famosi sia quello per Anatomia di un omicidio.

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La sagoma spezzettata dell’uomo, combinata allo stile minimalista, riflette perfettamente quello che già si può intuire dal nome della pellicola.

4. Star Wars (1977)

La saga delle saghe, Star Wars ha praticamente fatto scuola a moltissime pellicole sotto innumerevoli punti di vista. Dall’impostazione di una saga di successo al merchandising, anche la locandina di Guerre Stellari fu una rivoluzione, visivamente parlando.

Una nuova speranza ricevette in realtà diverse locandine, ma la più bella è sicuramente quella presa in considerazione per questa classifica.1 star wars poster min

Il cattivo sullo sfondo, i personaggi in primo piano posti su un sistema piramidale. Lo straordinario manifesto ha di fatto sancito il successo di una costruzione grafica che viene utilizzata ancora oggi, sia per i film della saga che non.

Anche se, almeno per chi scrive, resta imbattibile la bellissima locandina de L’impero colpisce ancora.

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3. La cosa (1982)

A molti il nome di Drew Struzan non dirà niente, ma stiamo forse parlando di uno degli artisti più noti e longevi nell’ambito delle locandine cinematografiche. Fra i tanti manifesti realizzati dal leggendario autore, troviamo anche quello per La cosa del maestro John Carpenter.locandina min

Capeggiato da un uomo senza volto, il poster lasciava al pubblico il compito di immaginare l’orribile alieno mutaforma. Senza contare che il bellissimo disegno interpretava al meglio tutta l’ambiguità della pellicola: l’extraterrestre può celarsi in chiunque.

2. Lo squalo (1975)

Steven Spielberg forse non lo sapeva, ma nel 1975 stava per partorire uno dei suoi più grandi successi: Lo Squalo.

Colpevole di aver iniziato un infinita serie di film decisamente più dimenticabili, Lo squalo approdò nelle sale cinematografiche con una locandina che ancora oggi è rimasta ben impressa nell’immaginario collettivo.

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Nel manifesto possiamo ammirare quello che dopo il film divenne l’animale più temuto di sempre, pronto a fagocitare uno sprovveduto bagnante.

Inutile dire che grazie alla locandina si poteva percepire il brivido ancor prima di entrare in sala.

1. Barry Lyndon (1975)

Capolavoro assoluto del genio statunitense Stanley Kubrick, per la sua promozione Barry Lyndon ricevette due locandine: una destinata al pubblico americano e una a quello europeo.

Quella che viene ricordata ancora oggi con maggiore interesse è sicuramente quella europea. Disegnata dall’artista francese Jouineau Bourduge, la locandina presentava uno stile minimal e sobrio. In perfetta contrapposizione con quella americana disegnata da Charles Gehm, che invece raggiunse le sale con una forma vittoriana e ricca di dettagli.

Persino lo stesso Kubrick dichiarò di preferire la versione europea a quella statunitense.img5b33913948080 min

Con uno stile prettamente essenziale, la potenza del testo e della silhouette nera è straordinaria. La rosa sovrasta tutta la composizione con il suo rosso acceso, ponendo l’attenzione su un elemento che racchiude molti dei temi principali della pellicola.

Menzione d’onore: Orizzonti di Gloria (1957)

Bandito in Francia per 20 anni, Orizzonti di gloria raggiunse le sale d’oltralpe solo negli anni settanta. Per l’occasione, fu sempre Bourduge a realizzare la locandina.

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L’artwork del grafico francese è una prospettiva stilizzata che traccia su fondo nero un sentiero di colore bianco culminante in una croce. Sul titolo in nero, alla base della composizione, l’immagine di una medaglia per rompere la continuità del titolo. Ancora una volta Bourduge è stato in grado di carpire l’anima del film, proponendo l’essenza della pellicola nella sua personale versione della locandina.

Le migliori locandine dal 2000 ad oggi

Come già accennato sopra, negli ultimi anni la grafica ha subito cambiamenti a dir poco impressionanti. Non si può dire comunque che nell’ultimo ventennio non siano nate locandine altrettanto notevoli.

Data anche l’enorme differenza stilistica, è stato così deciso di fare qualche altra menzione d’onore delle migliori locandine nate negli ultimi anni.

3. Kill Bill (2003)

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In qualsiasi classifica cinematografica di certo non può mancare Tarantino. È proprio la locandina di Kill Bill ad aggiudicarsi il terzo posto.

2. Whiplash (2014)

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Film d’esordio di Damien Chazelle, Wiplash ricevette principalmente 2 design. Il più bello dei due è sicuramente questo, dove viene ritratto il protagonista sopra una bacchetta su uno sfondo monocromatico arancione.

1. Moon (2009)

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Indubbiamente una delle migliori locandine del ventunesimo secolo, guardarla nuovamente dopo aver visto Moon di Duncan Jones può solo riconfermare la genialità che c’è dietro la creazione di questo manifesto.

Avreste preferito vedere qualche altra locandina nella classifica? Ditecelo nei commenti!

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Lorenzo Marcoaldi

Lorenzo Marcoaldi

Cinefilo e videogiocatore incallito, non perdo mai l'occasione di andare al cinema. Appassionato del cinema riflessivo di Villeneuve e quello parodistico di Edgar Wright, considero la trilogia del cornetto un monito da contemplare saltuariamente.

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