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Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, un’occasione mancata

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, un tie-in che non convince

Adventure Time è una delle serie di punta di Cartoon Network. Un prodotto di qualità elevatissima, capace di appassionare grandi e piccini grazie a dei personaggi molto ben caratterizzati, a degli ottimi comprimari e ad una trama che, nonostante si sviluppi parecchio lentamente, riesce a dire la sua. Data l’enorme popolarità della serie animata, non potevano mancare una serie di tie-in videoludici, mai distintisi particolarmente a causa della loro qualità, per la verità parecchio altalenante. Finn & Jake Detective, Esplora i Sotterranei perché… ma che ne so, Il segreto del Regno Senza Nome sono tutti titoli sì godibili, ma che raramente hanno stupito. L’insuccesso riguarda ciò che concerne alcune scelte di gameplay, nonché la ripresa dello spirito della serie animata. Sarà riuscito Adventure Time: i Pirati dell’Enchiridion ad alzare l’asticella? Scopritelo nella nostra recensione!

It’s Adventure Time!

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion ha un comparto narrativo di tutto rispetto. Sebbene non sia esente da difetti, riesce ad incarnare appieno lo spirito della serie animata di Pendleton Ward. Le Terre di Ooo, setting della serie TV e patria di Finn e Jake, sono state colpite da una misteriosa inondazione che ha portato con sé, oltre all’ormai immancabile Kraken, un generale scompiglio in tutto il regno. Starà ai nostri eroi scoprire le cause di questa strana vicenda, e di portare le Terre di Ooo allo splendore di un tempo. Durante la loro avventura Finn e Jake incontreranno una sterminata serie di noti comprimari. Questi ultimi contribuiranno in maniera più o meno discreta alla creazione di quella che, a conti fatti, è una puntata di Adventure Time più lunga del solito.

L’unico lato negativo dello storytelling de I Pirati dell’Enchiridion è proprio questo. Appare chiaro infatti come gli sceneggiatori non siano abituati a lavorare sulla trama di un singolo “episodio” in maniera così estesa. Ciò ha portato ad alcuni momenti abbastanza allungati e noiosi, messi all’interno del titolo solo per aumentare il numero di ore di gioco e che mal si sposano con l’atmosfera di cui il titolo è permeato.

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Personaggi dalla caratterizzazione ineccepibile

I personaggi presenti all’interno del titolo invece sono quelli che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare all’interno della serie animata; tutti egregiamente caratterizzati in perfetto stile Adventure Time. Finn, Jake, la Principessa Gommarosa, Marceline, B-MO e via dicendo sembrano infatti presi di peso da un qualunque episodio dello show, risultando simpatici ed ovviamente molto familiari ai tanti fan di Adventure Time. Nonostante l’eccessiva durata della storyline principale ed alcuni colpi di scena parecchio telefonati, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion riesce comunque ad incarnare discretamente lo spirito dell’opera di origine, risultando comunque godibile al giocatore. Niente che faccia gridare al miracolo, sia chiaro, ma se gli sviluppatori avevano intenzione di portarci all’interno di un episodio della serie, ci sono riusciti.

A(dv)venture ripetitive

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è sostanzialmente un RPG open world con un sistema di combattimento a turni. Il titolo distribuito da Bandai Namco non fa altro che prendere in prestito elementi già visti in numerosi altri titoli, senza neanche rielaborarli più di tanto. Il risultato non è esattamente indimenticabile. Utilizzando l’espediente dell’inondazione infatti, dovremo muovere Finn e Jake tra le varie isole formatesi, ognuna corrispondente ad uno degli storici regni della serie. Ogni regno ha un paio di missioni principali da completare, intervallate da dei tediosi e poco strategici combattimenti a turni e da delle sezioni in cui dovremo svolgere un vero e proprio interrogatorio ad alcuni dei più famosi membri del cast di Adventure Time.

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Esplorazione particolarmente vuota?

L’esplorazione, nonostante abbia qualche trovata notevole – ad esempio la distruttibilità di gran parte dell’ambiente utile alla raccolta di monete – risulta abbastanza noiosa e non mette il giocatore innanzi ad alcun tipo di sfida. Tuttavia ciò che più ci ha annoiato è stata la parte riguardante gli interrogatori. Durante questi frangenti dovremo giocare al solito “poliziotto buono & poliziotto cattivo” cercando di capire quale dei due approcci – da selezionare tramite una sorta di ruota posizionata in alto a destra dello schermo- sia più indicato per la situazione. Peccato che il gioco praticamente riveli all’inizio dell’interrogatorio quale sia la selezione da eseguire, non punendo in alcun modo gli errori commessi.

Tale meccanica risulta quindi particolarmente tediosa e poco divertente. Anche i viaggi in mare, che potevano essere una grossa possibilità, sono ridotti all’osso, e raramente instilleranno il cosiddetto piacere della scoperta al giocatore. Quest’ultimo si ridurrà semplicemente ad andare dal punto A al punto B della mappa senza alcun interesse per ciò che lo circonda. Purtroppo, anche le missioni secondarie non fanno eccezione per questa tediosità che circonda i Pirati dell’Enchiridion. Queste infatti sono poco più che un riempitivo, sempre banali e mai realmente interessanti.

Adventure “Final Fantasy” Time

Come dicevamo, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è sostanzialmente un RPG con dei classicissimi combattimenti a turni. Il party è composto da quattro personaggi, vale a dire Finn, Jake, Marceline e B-MO, ognuno con le sue personali abilità e con quella che, magari in maniera azzardata, possiamo definire “classe”. Finn sarà il classico personaggio votato all’attacco, B-MO l’healer del gruppo, Marceline la “maga” e Jake invece è considerabile come una sorta di tuttofare. Ognuno dei quattro personaggi avrà la possibilità di sferrare un attacco leggero o di scatenare le sue abilità speciali. Inoltre, dopo il caricamento di un’apposita barra, sarà possibile colpire i nemici con delle super abilità, capaci di causare loro ingenti danni.

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Combattimento molto superficiale

Purtroppo però il combattimento risulta davvero poco profondo e stratificato, a causa sia di una certa facilità di fondo, sia dell’intelligenza dei nemici. Questi ultimi infatti attaccheranno in base a pattern lineari e predefiniti, senza mai mettere in difficoltà il giocatore, che il più delle volte si ritroverà vincitore dello scontro senza alcun tipo di sfida. I nemici raramente attaccheranno il PG più debole, rendendo il comando di difesa (presente, ma mai utilizzato durante la nostra prova) un comando di cui il giocatore si dimenticherà molto facilmente.

La facilità di cui sopra si estrinseca anche in un altro fattore che purtroppo rende gli scontri davvero troppo semplici. Durante questi sarà possibile utilizzare degli oggetti curativi senza tuttavia perdere il turno d’attacco. Capiamo che questo tie-in di Adventure Time sia dedicato ad un pubblico giovane; tuttavia, crediamo che sia preferibile stimolare la mente dei nuovi giocatori piuttosto che regalargli un appiattimento che può risultare noioso e poco appagante.

Tecnica da rivedere

Purtroppo, anche sotto il profilo tecnico Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion non riesce a convincere appieno. I personaggi principali, i comprimari e le varie ambientazioni sono stati ricreati in maniera fedele, tanto da far sembrare, come già detto in precedenza, I Pirati dell’Enchiridion un lungo episodio della serie animata di Pendleton Ward. Sotto questo punto di vista dunque, il titolo è promosso. Tuttavia, nonostante la nostra prova sia stata effettuata su una PlayStation 4 Pro, i cali di frame rate si sprecano. Le animazioni infatti sono solo abbozzate ed i bug che abbiamo incontrato sono stati molto fastidiosi.

Ci è capitato infatti di dover riavviare più volte il titolo durante una delle prime missioni dell’avventura, in quanto l’oggetto per proseguire nella main quest si era più volte buggato a causa di un improvviso combattimento. Dunque, nonostante l’impatto grafico sia apprezzabile, l’ottimizzazione e la rifinitura non sono delle migliori. In fin dei conti, l’utente finale si trova in mano un lavoro approssimativo e troppo affrettato.

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In conclusione

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, nonostante un buon impatto grafico ed una storyline in pieno stile Adventure Time, non è riuscito a convincerci. Le troppe incertezze tecniche e l’eccessiva ripetitività per ciò che riguarda sia i combattimenti che l’esplorazione, nonché la costruzione delle missioni, pesano come un macigno sul titolo. Siamo sicuri che se lo sviluppo avesse preso il tempo necessario, questa iterazione avrebbe sicuramente rappresentato uno dei tie-in più validi di Adventure Time. I più giovani ed i fan della serie animata potranno sicuramente apprezzare di più questo titolo. Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è disponibile per PlayStation 4,  Xbox One, PC e Switch, ma, per quanto ci riguarda, c’è tanto da migliorare.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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