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Ghost 1.0, la recensione del porting su Nintendo Switch

Ghost 1.0 approda su Nintendo Switch con un porting di rispetto

I ragazzi di UnEpic ormai sono diventati celebri grazie alle 2 piccole perle in salsa metroidvania che hanno incantato molti giocatori, fan del genere e non. L’omonimo UnEpic è stato apripista per l’ultima avventura, Ghost 1.0, uscita su Steam ormai 2 anni fa. Quest’ultima è pronta a farsi amare anche dal pubblico Nintendo, resa disponibile da poco sulla nuova ammiraglia della grande N. Nintendo Switch ospita ora il metroidvania che già ci aveva convinto su PC; Ghost 1.0 riuscirà a fare lo stesso anche con joycon alla mano? Tuffiamoci nella fantascienza a 16bit!

L’introduzione al gioco

L’introduzione al titolo, e il tutorial che poi ne consegue, sono relativamente brevi: la nostra protagonista è in viaggio verso la stazione orbitante della Nakamura corp. Il nostro piano è quello di recuperare gli algoritmi dei rivoluzionari robot che la corporazione vende come normali domestici. Niente di più semplice a fare da sfondo a questa avventura nel solco di reminiscenza Shirowana. Andando avanti nel gioco, i tre personaggi principali, Boogan, Jacker e la nostra protagonista, Ghost, creeranno dialoghi ammantati da un simpatico senso di humour, che contribuiranno a rendere più leggera l’atmosfera di gioco. Il tutto avviene per farci immergere sempre più nel titolo, con trame e storie dei protagonisti che vengono via via approfondite.

Una volta arrivati sulla stazione dopo il breve incipit, parte un piccolo tutorial che ci insegna le basi del gioco, con salti, capriole e, ovviamente, la componente di shooting. Il personaggio ci appare sin da subito ben controllabile e con animazioni ottime. Queste sono curate nel dettaglio, soprattutto per movimenti più articolati e belli da vedere. Poco prima di partire verso l’avventura vera e propria, facciamo conoscenza del nostro bizzarro sistema di respawn. Quest’ultimo è infatti camuffato da stampante 3D e servirà come checkpoint e teletrasporto.

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Le meccaniche vere e proprie

Una volta usciti dalla zona tutorial, cominciamo la nostra avventura alla ricerca dei server. La mappa di gioco, abbastanza varia e facilmente percorribile, è disseminata di piccoli segreti, zone di allarme, piccoli enigmi e shortcut. L’obiettivo principale in Ghost 1.0 sarà quello di far breccia tra le difese della stazione, distruggendo i robot che ne fanno la guardia, e recuperare informazioni o carte elettroniche che ci permetteranno di accedere alle varie zone della base. Siamo stati particolarmente felici di vedere come il fenomeno del back-tracking sia poco presente, e di conseguenza anche le parti di giochi tediose e noiose, molte meno di quanto ci aspettassimo in realtà. Suddetto problema è arginato con un semplice sistema di teletrasporti e alle shortcut ben pensate, che permettono al giocatore di muoversi rapidamente tra le varie zone della mappa.

Gli enigmi sopracitati, potranno essere affrontati in vario modo e differiranno l’uno dall’altro man mano che procederemo nel gioco. La caratteristica più importante del nostro personaggio, è probabilmente quella di poter controllare una moltitudine di robot. Abbiamo la possibilità di abbandonare il nostro corpo di androide – volando come un fantasma – per prendere il controllo degli ostili che incontriamo nelle varie zone. In tal modo è possibile avanzare nelle zone più ostiche utilizzando gli stessi nemici come arma, oppure utilizzarli per poter far passare indisturbato il nostre androide principale.

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Gunplay e potenziamenti

Il gunplay che costituisce il nucleo del gioco è ottimo e, grazie alle armi e ai potenziamenti che Ghost 1.0 ci mette a disposizione, l’esperienza ha sempre una piccola variabilità che garantisce longevità al titolo. I nemici che dovremo affrontare sono abbastanza vari e, man mano che proseguiremo, se ne aggiungeranno sempre di nuovi. Ciascuno ha tipi di attacchi differenti, che ci costringeranno spesso a cambiare approccio alla zona.

I vari potenziamenti  di cui abbiamo parlato sono ottenibili grazie ai negozi e ai cubi di energia, la valuta in-game, che troveremo molto spesso come ricompensa dopo boss o zone di allarme. Ogni negozio contiene categorie di oggetti diversi: attivi, passivi, armi oppure ricariche per armatura e oggetti, come cure o quant’altro. Non manca all’appello anche l’albero della abilità, o talenti, che permette di assegnare i punti guadagnati nei vari personaggi per poter avere dei benefit passivi, attivi o addirittura malus.

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Una volta finita la zona cosa accade?

A seguito dell’ottenimento delle varie carte o del conseguimento di un determinato obiettivo, ci ritroveremo ad affrontare un boss. Ognuno con le proprie caratteristiche e il proprio moveset. UnEpic, oltretutto, ci mette a disposizione vari trucchetti che ci permetteranno di abbattere il colosso o il nemico speciale più facilmente. La presenza di alcune variazioni a livello di gameplay in alcune zone del gioco, che aiutano a diversificare l’esperienza dell’utente, sono un’altro aspetto del gioco che contribuisce alla solidità generale.

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Il porting e considerazioni audio/video

Nelle meccaniche, Ghost 1.0, è ovviamente rimasto lo stesso. Tuttavia, come si comporta a livello prestazionale sulla console di Nintendo? Nonostante l’hardware della console, il porting ci sembra ottimo. Effetti particellari, sfondi e texture generali non sembrano aver sofferto il radicale cambio di piattaforma. Anche il frame rate ci è sembrato stabile sui 60fps. In poche parole l’atmosfera 16 bit si respira pienamente anche sul piccolo schermo della Switch.

Una piccola problematica che abbiamo riscontrato a livello grafico – ma cià non è legato alla sola versione Switch – è la ripetizione degli stessi sfondi e stili in più quadranti di gioco che ha favorit un certo senso di confusione. Le ripetizioni non si limitano sfortunatamente solo al comparto grafico ma anche a quello sonoro. La OST che ci accompagna è indubbiamente di ottima fattura e pienamente azzeccata allo stile sci-fi e al contempo spensierato di Ghost 1.0. Tuttavia, le ripetizioni della stessa canzone iniziale si sentono un troppo spesso, e ciò esaspera la frustrazione da trial & error.

In conclusione, Ghost 1.0 è un indie da recuperare

Il titolo dall’atmosfera cyberpunk dei ragazzi di UnEpic, Ghost 1.0, torna a convincerci anche su Nintendo Switch. Siamo di fronte a un porting ben fatto, e le prestazioni solide aiutano questo titolo a divertire l’utente esattamente come nella sua versione originale. Il fattore portabilità, oltretutto, è un valore aggiunto che garantisce a questa edizione di essere probabilmente la più adatta per chi ancora non ha scoperto il gioco. I difetti del titolo permangono ma non sono ovviamente legati al porting: ripetizioni di canzoni di sottofondo, di texture e di fondali contribuiscono a creare un senso di confusione nel giocatore forse un po’ troppo accentuato. I veterani non troveranno problemi di sorta, ma i neofiti potrebbero collezionare momenti di frustrazione.

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Corrado Papucci

Corrado Papucci

Fruitore del mondo videoludico sin dalla nascita, il mio viaggio inizia partendo dalla versione freeware di Wolfenstein 3D e di Lemmings, passando per le mitiche PS2 e PS3 e le loro svariate perle , e termina ritornando ai cari e vecchi dispositivi dotati di mouse e tastiera. Un gran bel viaggio che spero possa continuare anche verso nuove direzioni e piattaforme. Possibilmente anche economicamente raggiungibili.

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