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Ecosia: il primo motore di ricerca “verde”

Ecosia: un punto di svolta nel rapporto tra tecnologia ed ecologia

La tecnologia affonda le sue radici nella trasformazione operata dagli esseri viventi per adattare l’ambiente alle proprie esigenze. Con Ecosia abbiamo l’occasione di invertire il processo e adattare i nostri comportamenti tecnologici per la salvaguardia del pianeta.

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Come funziona?

Ecosia è il primo motore di ricerca eco-friendly alternativo a Google. Funziona esattamente come qualsiasi altro motore di ricerca, se non fosse che ogni ricerca effettuata contribuisce a rendere il pianeta un po’ più verde.

Nello specifico, Ecosia dona gli introiti pubblicitari in eccesso a un progetto di riforestazione.

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Chi c’è dietro?

Ecosia.org viene fondato da Christian Kroll nel 2009, dopo un viaggio attorno al mondo che lo ha portato a capire meglio i problemi della deforestazione. Ora il team è internazionale, e si assicura che l’80% dei propri introiti siano destinati al WWF.

“Vogliamo essere la buona coscienza della Rete”, dice il fondatore.

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Perché gli alberi?

La risposta viene direttamente dal sito: “gli alberi sono sinonimo di ambiente felice, persone sane ed economia stabile”.

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Gli alberi vengono piantati principalmente in Brasile, Perù, Nicaragua, Spagna, Marocco, Burkina Faso, Etiopia, Tanzania, Madagascar e Indonesia.

I traguardi e gli obiettivi

Tramite The Nature Conservancy, il team di Ecosia è riuscito a contribuire attivamente al ripristino dei bacini idrografici in Brasile. Grazie alla riforestazione delle zone ripariali, questi forniscono acqua alla città di San Paolo e alle amministrazioni vicine.

La società di Kroll ha anche ottenuto la certificazione di B-Corporation, rilasciata da un ente no-profit americano (B Lab) alle aziende che rispettano alte performance di sostenibilità ambientale e sociale.

A oggi più di 3 milioni di utenti utilizzano attivamente Ecosia come motore di ricerca e sono stati piantati oltre 33 milioni di alberi.

Al momento sono tre i progetti attivi che prevedono il rimboschimento di altrettante zone:

  • nel Burkina Faso: per contenere l’avanzata del deserto e la conseguente siccità nella regione del Sahel;
  • in Perù: per riforestare la regione di San Martin, che negli anni ’80 ha subito una delle deforestazioni più pesanti mai fatte dall’uomo ed è diventata una delle zone più importanti per la produzione di cocaina;
  • in Madagascar: per favorire la posa di mangrovie al fine di favorire la fauna locale e ripopolare zone che un tempo detenevano il record mondiale per la biodiversità.

Dopo aver finanziato il suo milionesimo albero nel novembre del 2014, Ecosia ha annunciato di voler piantare un miliardo di alberi entro il 2020.

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Un motore di ricerca trasparente

Ecosia non ha nulla da nascondere: sin dal lancio pubblica mensilmente i report finanziari e le ricevute per la riforestazione, liberamente consultabili.

Per esempio, nel mese di maggio (l’ultimo mese disponibile attualmente) l’incasso totale è stato 202,371 euro, le spese operative sono state di 85,143 euro (di cui 49,853 per i salari), mentre 17,239 euro sono stati spesi per la pubblicità. 102,900 gli euro destinati alla piantumazione.

Anche dal punto di vista della privacy, Ecosia si comporta in maniera impeccabile.

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Come partecipare?

Per impostare Ecosia come motore di ricerca principale:

  • aprire il menù del browser (tre puntini in alto a destra) e selezionare “impostazioni”;
  • in “motore di ricerca”, cliccare su “imposta motori di ricerca” e scegliere Ecosia dalla lista;
  • ammirare soddisfatti il contatore degli alberi piantati che sale man mano che si effettuano ricerche.

Puoi seguire il viaggio di Ecosia verso la riforestazione tramite Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, LinkedIn e l’app ufficiale.

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Laura Stefan

Laura Stefan

Scrittrice di successo dall'83, responsabile sicurezza Google e sempre in movimento tra Bali e New York con il mio jet privato.

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