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Una Corte tedesca ha bandito i preordini senza data d’uscita

È la fine dei preordini senza data d’uscita precisa?

In una recente sentenza, che mette la parola fine ad un caso emerso in realtà diversi anni fa, la Corte d’Appello Regionale di Monaco ha statuito un potente principio. A quanto pare, secondo la Corte, i preordini sforniti di una precisa data d’uscita sarebbero illegali. Sulla base di questo, ai venditori di qualsivoglia prodotto sarebbe proibito renderlo preordinabile utilizzando generalizzazioni come “presto disponibile” o “presto in arrivo”.

preordini

Il caso è emerso in relazione alla messa in vendita da parte della compagnia tedesca Mediamarkt, come prodotto preordinabile, di Samsung Galaxy S6, nell’Agosto del 2016. Il preordine non presentava però alcuna data di consegna precisa; in seguito a numerosi ritardi nella spedizione del prodotto, Mediamrkt è stata infine denunciata. Con la recente sentenza, la Corte tedesca ha condannato Mediamrkt, affermando altresì che i produttori hanno degli inderogabili obblighi di informazione verso i consumatori; tra questi è compreso anche l’obbligo di far sapere al compratore, soprattutto nel caso di preordine, la data esatta di disponibilità del prodotto.

La portata della sentenza

Questa pratica, dichiarata illegale dalla sentenza, non è nuova al mondo dei prodotti tecnologici in generale, così come a quello dei videogiochi. Basti pensare, per citare un esempio recente, al preordine senza data di Fallout 76, presentato due settimane prima di E3 2018. La data d’uscita è poi arrivata, ma nel frattempo i preordini erano già stati tanti. Ancora, è il caso di Crackdown 3, più volte rimandato a data da definirsi.

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Il principio statuito dalla Corte di Monaco, qualora facesse presa nell’ambito della protezione del consumatore, potrebbe cambiare le carte in tavola, costringendo i publisher a maggiore precisione. Nuove leggi potrebbero essere scritte per codificare il precetto giurisprudenziale. Questo non sembrerebbe poi così improbabile, specialmente nel contesto dell’Unione Europea, così attenta alla tutela del consumatore; a persino gli Stati Uniti potrebbero seguire l’esempio tedesco. Non resta che attendere sviluppi, sperando che ciò statuito dalla Corte Regionale non cada nel vuoto.

E voi cosa ne pensate? Condividete la decisione della Corte? Siete mai stati vittima di un “preordine fantasma”? Fatecelo sapere.

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