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ESO: Summerset ha aperto i battenti, ecco la recensione definitiva

Dopo un viaggio di numerose ore, siamo pronti a parlare di Summerset

The Elder Scrolls Online porta sulle spalle un peso gravoso: dover conciliare una tradizione di game design pluridecennale ad un impianto multigiocatore estremamente estraneo alla serie. Il gioco, affidato alle mani sapienti di Zenimax Online, prende i costrutti di ambe le parti e li unisce, talvolta in un amalgamo fluido, talvolta in modo eterogeneo e discontinuo. Una cosa è certa: Bethesda conosce il potenziale di The Elder Scrolls Online, e fin dalla sua uscita non ha mai smesso di supportarlo ed investire nel suo miglioramento.

Siamo nel torrido Giugno del Duemila e diciotto, e The Elder Scrolls Online: Summerset vuole imporsi come il passatempo estivo – un nome, un programma – degli appassionati dell’epic fantasy secondo Zenimax Online. Summerset, per i nuovi contenuti proposti, per l’impostazione narrativa e una cura altalenante posta nel realizzare l’ambiente di gioco, è esemplificativa di suddetta bipolarità di The Elder Scrolls Online. Dunque, vediamo insieme i connotati di questa nuova, interessante espansione e l’impronta che hanno lasciato sulla nostra esperienza complessiva con l’MMO di Bethesda.

Sappiamo quanto l’intreccio sia importante in The Elder Scrolls, dunque non faremo alcuna anticipazione sulla narrativa di Summerset che vada oltre il materiale già noto. Da ora in poi potrebbero esserci solo spoiler di entità contenuta, dunque potete leggere senza preoccupazioni.

Nuova espansione, nuova avventura, di cui la colorata Summerset fa da sfondo

Siamo nella terra degli Alti Elfi: creature maestose, fredde e dalla accentuata avversione per ciò che altera la purezza del loro ambiente. Come da tradizione, l’inizio di un nuovo pacchetto corrisponde a un nuovo inizio diegetico: siamo in prigione, ma questa volta ingabbiati nel piano psichico. Questo device narrativo ci porta a conoscenza dell’ordine degli Psijic, negromanti esiliati su un differente strato di esistenza, i quali stanno facendo ritorno nel continente di Tamriel per scoprire cosa lo minaccia. Una volta giunti a Summerset, tutto pare ridursi a un particolare editto della regina degli Alti Elfi, la quale ha finalmente aperto le porte agli estranei del Regno degli Aldmeri. In realtà, come di consueto, finiamo ben presto nella trama intessuta dai famosi Principi Daedrici, che hanno da sempre ruoli fondamentali nelle trame e sotto trame di The The Elder Scrolls.

Summerset

Il nostro accenno si ferma all’incipit, perché la narrativa riveste una parte importante, se non addirittura preponderante, di questa nuova espansione. Tra vecchie conoscenze e nuovi personaggi, il giocatore ha la possibilità di farsi strada tra la quest line principale e le missioni narrative secondarie, per un monte ore che fatica a sfondare la trentina. Per i giocatori di spiccata bravura o di tale fretta da accelerare in modo innaturale la diegesi, Summerset non offre più di venti ore abbondanti. Tuttavia, la trama presenta qualche colpo di scena, a conti fatti capace di appagare il giocatore soprattutto sul concludersi dell’avventura.

L’impianto degli MMORPG smorza l’epicità del tutto

Rispetto all’esperienza pregressa col gioco, abbiamo avvertito un sapore più epico, che tuttavia viene smorzato dall’essenza stessa degli MMO. Assistere a particolari snodi narrativi in presenza di decine di giocatori accalcati attorno al medesimo PNG, rimane un’esperienza triste, la quale ridimensiona il senso eroico generale. In linea di massima, Summerset è la parentesi di ESO più bilanciata da questo punto di vista. Agli occhi di chi è abituato alla formula, i costrutti dell’MMORPG trovano un’unione accettabile con l’impianto classico. Nonostante la campagna sia giocabile interamente in single-player, chi approda per la prima volta nella Tamriel multigiocatore può ancora avvertire con forza la bipolarità del gioco.

Summerset

L’endgame e i contenuti fruibili in gruppo

Rispetto alla precedente espansione, Summerset offre poco meno, eccezion fatta per un endgame molto opaco. Se da una parte Morrowind offriva ben una razza e una classe ex novo, Summerset aggiunge solamente una professione che permette la creazione di gioielli. A completare il limitato pacchetto, troviamo una nuova scuola di magie dell’Ordine degli Psijic, che risulta altisonante se comparata alle magie già presenti. In un sistema che consente limitata interpretazione delle build consigliate, le nuove mosse si incastrano in modo artificioso. Abbiamo provato a trovare una soluzione funzionante, ma le vecchie, incontaminate build rimangono sempre le più gettonate, soprattutto nel PvP.

Per quanto riguarda le modalità strettamente multigiocatore, Summerset offre contenuti di sfida abbastanza elevata, soprattutto per team scoordinati o mal conformati. Stiamo parlando delle sfide di Cloudrest, di una nuova Trial da 12 giocatori, nuove mansioni Delve e gli Abyssal Geysers, oltre ai consueti boss.

L’ambientazione alterna scorci suggestivi a spazi piatti

Summerset propone un’ambientazione in netto contrasto con le aree esplorate con i precedenti pacchetti. Le terre degli Alti Elfi offrono un suggestivo contrasto tra colori saturati e distese verdi, che tuttavia presenta una patina posticcia. Quanto l’espansione sia vittima dei limiti del motore, quanto sia dovuto alla scelta cromatica, non è possibile decretarlo. Al netto di alcuni scorci mozzafiato, degni un affresco o di un sapiente occhio fotografico, abbiamo trovato gli ambiente esplorabili leggermente piatti: molte zone sono completamente anonime, dei semplici poligoni di passaggio che non riescono in alcun modo a distogliere l’occhio dal freddo segnalino sulla bussola.

Summerset

Un’ambientazione variegata, costituita da un’elevata densità di punti di interesse, è fondamentale per prevenire l’arenarsi dell’impianto in uno sterile “da A a B”. In alcune situazioni, Summerset ci ha dato la sensazione di trovarci nell’overworld di un MMO dal budget molto più contenuto. Se Morrowind era paragonabile a una birra IPA, che cangia il suo sapore di papilla in papilla, dal punto di vista dell’ambientazione Summerset è alla stregua di un integratore solubile di vitamina C. Rispetto ad una componente narrativa capace di mantenere l’ìnteresse, la qualità degli ambienti non è affatto all’altezza.

Tiriamo le somme, considerando anche il lato tecnico

Abbiamo apprezzato la rinnovata intenzione di conciliare la struttura classica degli MMORPG con l’impianto tradizionale di The Elder Scrolls, ma sottilineiamo la soggettività di questa impressione. Nel complesso Summerset si fa giocare, offrendo momenti dalla notevole sfida, soprattutto se affrontati in solitaria. L’espansione è estremamente accessibile ai novizi e godibile ai veterani, che tuttavia non devono aspettarsi la profondità offerta da Morrowind.

Summerset

Sottolineiamo che la nostra prova è stata effettuata sulla versione PlayStation 4, la quale mantiene i 30fps stabili, al netto di qualche calo nelle schermate più complesse. Occasionalmente, abbiamo riscontrato freeze temporanei del gioco, sbloccatisi dopo 25 secondi circa. State già giocando a The Elder Scrolls Online: Summerset? Aspettavate la nostra recensione per decidere se acquistarlo? Fatecelo sapere con un commento! Il gioco è venduto in svariate edizioni, tra cui una bella Collector’s Edition, della quale abbiamo effettuato l’unboxing. Tra le diverse fasce di prezzo, il minimo richiesto per giocare a Summerset è di 39,99 Euro.

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