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Tre manifesti a Ebbing, Missouri – un prodigio narrativo

1200px Tre manifesti a Ebbing Missouri

E’ finalmente giunto quel periodo: i film nati nel corso dell’anno ricevono i loro agognati premi.

Esattamente qualche ora fa sono state annunciate le Nomination al premio più ambito: l’Oscar.

Golden Globe Awards, Screen Actors Guild Awards…fino al caro vecchio Oscar. Tutti avevano una voce comune nelle Nomination: Tre manifesti a Ebbing Missouri.

Siamo appunto a Ebbing, nel Missouri, dove una madre, Mildred Hayes (Francis McDormand), intraprende una vera e propria guerra personale contro la polizia della cittadina.

Un bersaglio in particolare è lo sceriffo Bill Willoughby (Woody Harrelson), supportato nella vicenda dal suo sottoposto, il sempliciotto Jason Dixon (Sam Rockwell).

La guerra inizia con l’affissione, da parte di Milderd, di tre manifesti consecutivi a lato di una strada.

Questi manifesti  riportano messaggi accusatori indirizzati alla polizia e allo sceriffo che, a distanza di mesi, non ha ancora trovato una minima pista che conduca alla cattura dell’assassino della figlia.

Le conseguenza sono un susseguirsi di eventi a catena che toccano l’anima della cittadina e soprattutto quella delle persone che vi abitano.

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I temi trattati dal film sono molti: l’abuso di potere, giustizia lecita o illecita, il razzismo, l’amore familiare, la diffamazione mediatica.

Tutti questi temi vengono amalgamati da una sceneggiatura originale e, anche se non sembra dai temi appena citati, divertente.

Man mano che passano i minuti la pellicola si rivela sempre di più come un prodigio di sceneggiatura. La scrittura agile e per nulla pedante di Martin McDonagh, aiuta il pubblico a seguire l’intreccio narrativo senza distrazioni, con dialoghi degni di prodotti firmati Tarantino o Coen brother’s.

Un ulteriore aiuto viene dato dalla regia dello stesso Martin McDonagh che, risultando quasi didattico, propone una narrazione semplice e puramente funzionale alla storia, mettendo ancora più in risalto la propria sceneggiatura.

Nessun dubbio, però, che la punta di diamante della pellicola siano gli attori.

Da una Francis McDormand determinata e aggressiva ad un Woody Harrelson disperato e senza vie di uscita, passando per un fantastico Sam Rockwell, bamboccione e invasato, abbiamo un quadro recitativo di una potenza tale da far provare al pubblico una variegatissima gamma di emozioni.

Questo è Tre manifesti a Ebbing, Missouri, una storia di umanità, che ha come forza le persone, e quello che ci insegna è che nonostante tutte le atrocità che avvengono in questo mondo, l’uomo può ancora cambiare.

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