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Samsung, prossimamente sensori sotto gli schermi?

Samsung deposita un nuovo brevetto.

Ebbene sì, un altro. Se mi venisse dato un centesimo per ogni brevetto depositato da Apple, Samsung o LG, a quest’ora non sarei qui ma alle Maldive probabilmente.

Ma allora cosa rende così interessante questo brevetto tanto da dedicarci un articolo intero?

La risposta non arriva nè da Samsung, nè da Apple, nè da LG. Arriva invece da Vivo. L’azienda cinese ha infatti suscitato scalpore al CES di quest’anno presentando per la prima volta il Vivo X20 plus UD. Questo smartphone, realizzato in collaborazione con Sinaptic, è il primo in assoluto ad implementare al suo interno un lettore d’impronta digitale sotto lo schermo.

E questo è stato sufficiente a cambiare drasticamente le carte in tavola. Improvvisamente tutti i brevetti riguardanti gli schermi si iniziano a vedere sotto una luce diversa. Tutto a un tratto ci si rende conto che la tecnologia necessaria a renderli reali e fruibili forse non è poi così lontana.

Ed è con quest’ottica che questo nuovo brevetto Samsung diventa interessante. L’azienda coreana teorizza infatti la possibilità di spostare speaker, cam anteriore e sensori di prossimità sotto lo schermo del dispositivo, riuscendo così a ridurre al minimo bordi e cornici.

Come dovrebbe funzionare?

Questo è un dettaglio che non è dato sapere. Da quello che si può evincere dal brevetto, sembra che la camera in teoria dovrebbe riuscire a “vedere” attraverso lo schermo. Questo porterebbe un inequivocabile vantaggio in termini di ingegnerizzazione del device. Infatti i progettisti avrebbero molta più libertà nel posizionarla, non essendo vincolati dalla presenza di uno schermo.

Gli stessi schermi dovrebbero poi essere particolari. Rifacendoci a brevetti meno recenti, si può notare come Samsung Apple ed LG abbiano presentato brevetti per la produzione di schermi OLED completamente trasparenti. Questo sicuramente sarebbe un notevole passo avanti verso la creazione di smartphone realmente full-screen, senza più bordi o cornici.

Ha davvero senso?

È importante precisare che sempre di brevetti si tratta, e che quindi non è assolutamente detto che tali progetti escano mai dal pezzo di carta su cui sono stati disegnati. Sempre ammesso che non si tratta di brevetti “preventivi“, richiesti non per proteggere una proprietà intellettuale, quanto per “infastidire” gli avversari, impedendogli di proseguire la ricerca in quella direzione.

Ma a questo punto viene naturale chiedersi: ne abbiamo davvero bisogno?

C’è davvero questa necessità di aumentare ancora la superficie touch dei nostri dispositivi? I bordi e le cornici sono davvero i nostri nemici giurati? O piuttosto si tratta dell’ennesima mossa di marketing volta a giustificare il sempre più rapido aumento dei prezzi dei top di gamma (e non solo)? Non rischiamo un giorno di trovarci con degli smartphone completamente ricoperti di schermi che alla prima caduta, magari sul selciato, magari battendo di spigolo, si trasformano nella versione 2.0 del “Melo in Fiore” di Piet Mondrian?

Melo in fiore – Piet Mondrian

 

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