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Recensione Meizu Pro 7, tutto fumo o vera innovazione?

Cari lettori, Commodoriani e non, dopo un’odissea per averlo in prova, finalmente oggi parliamo di Meizu Pro 7, un dispositivo quasi iconico, il primo per il produttore cinese ad avere una dual camera e con una concezione di doppio display molto particolare.
Eh si, perché Meizu Pro 7 ha, oltre al display principale un piccolo display sotto la doppia fotocamera posteriore..sarà utile, o solo scena?
Vediamolo nella recensione!

Scheda tecnica

A bordo di Meizu Pro 7 troviamo un processore MediaTek Helio P25 octa-core a 2.6 GHz, con GPU Mali-T880  MP2, ben 4GB di RAM e 64GB di Memoria interna, ahimè non espandibile!
Troviamo poi posteriormente una doppia fotocamera da 12+8MP con un sensore RGB e uno bianco e nero per catturare la profondità e una frontale da 16MP. Conclude la scheda tecnica l’ingresso USB Type-C con supporto all’OTG e la Flyme 6.1 su base Android 7.0 Nougat.
La variante Plus con schermo più grande e MediaTek Helio X30 non arriverà nel nostro paese purtroppo..

Design, materiali ed ergonomia

Del design frontale non si può dire che non si riconosca: è un Meizu. Cioé, uguale ad altri 3000000 miliardissimi di dispositivi. Vetro, led di notifica e tasto mBack per la navigazione che fa anche da sensore d’impronte. Più anonimo di così si muore.
Per il retro, invece, abbiamo una scocca unibody in alluminio, con il logo Meizu in basso a destra (molto bello in verticale) e il second display. Display particolare, incastrato direttamente sulla back cover, a colori e con la dual camera poco più sopra, in rilievo rispetto al resto. Questo design posteriore conferisce a Meizu Pro 7 un design iconico che, seppur frontalmente non convinca, mi fa apprezzare lo smartphone.
Il frame è unito alla scocca e presenta i classici ingressi type-C e jack per le cuffie, l’altoparlante mono, il carrellino per la sim (Anzi LE sim) e i tasti soliti.
Dal punto di vista ergonomico, è un buon dispositivo. Si tiene bene in mano ed è comodo da usare, ma l’alluminio dietro ogni tanto lo rende un po’ scivoloso. Consiglio una cover, non facilissime da trovare in commercio, visto il design posteriore particolare. Qui Meizu ci viene parzialmente incontro includendo una cover in plastica rigida in confezione, che però onestamente non trovo di buona fattura, e si è rivelata molto fragile in un “drop test” accidentale. (Ops…)

Software ed esperienza d’uso

Il software è completo,basato su Nougat ma mai aggiornato alle patch più recenti. L’esperienza della Flyme è molto piacevole e da la sicurezza di avere per le mani un prodotto pieno di funzioni.  Ci sono dei “però”. Per esempio, non posso cambiare lo sfondo. E non chiedetemi il motivo ma “You cannot change wallpaper with this system version“. E non ci sono update disponibili via OTA. Boh. Visto il poco tempo a disposizione per la prova non ho potuto cercare una versione Flyme diversa da quella che c’era su e installarla, magari col tempo lo riproverò e vi farò sapere che cosa è successo.
In ogni caso, lo smartphone è fluido, reattivo e non ci deluderà durante la giornata con lag o impuntamenti, anzi tutt’altro. Magari qualche buggettino grafico ogni tanto c’è, ma niente di particolarmente fastidioso. Una cosa che personalmente ho sempre adorato della Flyme 6 è la possibilità di poter contrassegnare le mail come lette direttamente da uno shortcut sotto la notifica, o il tasto mBack che contraddistingue i dispositivi Meizu: con un tap si va indietro, con un click si torna alla home page e con una pressione prolungata si blocca lo schermo. Per aprire il multitasking  basta uno swipe dal basso verso l’alto in un angolo dello schermo. Comodo, pratico e veloce.

Per quanto riguarda l’utilizzo del secondo display beh, diciamo che si poteva fare di meglio. Troviamo il contapassi, il meteo e la possibilità di sapere quando ci è arrivata una notifica. Peccato che però lo schermino non ci mostri nè che app l’ha ricevuta, nè da chi, ne ci da la possibilità di rispondere. È lì, come una vetrina, e basta. L’unica funzione degna di nota è la possibilità di visualizzare ciò che viene ripreso dalla fotocamera principale, cosa che ci consente di fare dei selfie di buona qualità con un effetto bokeh niente male, ma a volte troppo artificiale. Ma di questo ne parliamo nell’ambito fotocamera.
Parlando invece di display principale troviamo un AMOLED da 5,2″, niente male la taratura del colore, i bianchi virano un po’ sull’azzurrino ma gli angoli di visione sono generalmente molto buoni. Non il miglior AMOLED in circolazione, ma sicuramente un ottimo pannello, definito e ben tarato.
L’audio è quello che è, uno speaker mono posto sul fondo di discreta potenza e discreta qualità, ma niente di più. In cuffia idem, nella media.
In capsula si sente molto bene, ma la ricezione non è delle migliori. Ogni tanto è immacolata, altre volte va e viene. Fa un po’ a modo suo. Ascensore bunker mai superato.

Fotocamera

Meizu non è mai stata al top per quanto riguarda il comparto fotografico, sempre foto di qualità media,  ma nulla di eclatante. Purtroppo questo Pro 7 rimane su questo standard, anche se a volte tira fuori dei quadri. Altre invece degli acquerelli.
Eccovi un’esempio.

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Per quanto riguarda il software: è completo, ricco di opzioni, con una modalità manuale che il più delle volte ci salva dal fare un pasticcio con le foto.

Se invece si resta in automatico la messa a fuoco non è proprio rapidissima, specialmente in condizioni di  scarsa illuminazione, e l’assenza di stabilizzazione si fa sentire tanto. Il doppio sensore dovrebbe lavorare per catturare la profondità e darci un effetto bokeh abbastanza naturale. Ogni tanto è apprezzabile, altre volte il soggetto sembrerà ritagliato e appiccicato sullo sfondo.
La particolarità del doppio display che consente di fare i selfie con la doppia posteriore è interessante, anche se a volte succedono cose come quella sopra che mi fanno chiedere come sia possibile che una doppia cam faccia così. Però altre, con condizioni di illuminazione decenti e una buona mano ferma vengono fuori dei selfie abbastanza  carini.

La frontale non è male, stessi problemi della principale. Mentre i video..meh.

Batteria

Come batteria su questo Meizu Pro 7 abbiamo una 3000 mAh che fa benino, ma non benissimo. Con il mio solito uso stress arriviamo attorno alle 3 ore e mezza di display acceso, con un uso normale se ne fa circa una in più. Ha la ricarica rapida che fa da 0 a 100 in circa un’ora e mezza, ma senza infamia e senza lode.
Poi dipende da chi lo usa eh, ma la mia concezione di “stress” la conoscete: Facebook, Messenger, Gestore delle pagine, Telegram, Whatsapp, Instagram, Hangouts, 2 account mail in push, pokèmon Go, GPS, foto e tante chiamate, il tutto in almeno 10h in 3/4G e il resto del tempo in WiFi, usandolo molto.

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Considerazioni finali

Meizu Pro 7 è un’occasione sprecata da parte di Meizu, che con un minimo di lavoro in più avrebbe potuto fare un capolavoro. L’utilizzo quotidiano è piacevole, semplice e comodo e se uno ha un po’ di pazienza di smanettare con le impostazioni, anche lui sa scattare delle belle foto.
Non è però un telefono per tutti: Meizu ha da poco ricevuto la certificazione Google ma tutt’ora Pro 7 non ha ancora le GApps preinstallate, e l’utente medio potrebbe trovarsi spiazzato.
C’è inoltre da dire che Meizu non è mai stata campionessa di aggiornamenti.
Ad oggi solo Pro 7 è uscito con Nougat di base e le patch di sicurezza sono ancora ferme a Marzo 2017.
C’è anche da dire che quello che avevo in prova era un sample di test e non so dirvi se effettivamente la versione in vendita sia priva di queste imperfezioni che ho trovato, che in ogni caso non precludono l’esperienza dell’utente. Se cercate infatti uno smartphone particolare, fare gli sboroni con il doppio schermo o pagare intorno ai 350 euro un telefono molto fluido e reattivo, allora forse è la scelta giusta per voi!

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Federico Basanese

Federico Basanese

24 anni, Milano. Programmatore di giorno, appassionato di tecnologia di notte. Prediligo il mondo degli smartphone, trovandoli ormai un'estensone del corpo (preferisco scrollare facebook che il passare tempo con gli amici) e non più dei semplici strumenti. Mi emozionano tantissimo l'IoT e il sushi.

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