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Google Assistant: una nuova speranza

Google Now non è così diverso

Il 15 novembre 2017 è avvenuto il rilascio di Google Assistant (il “nuovo” assistente virtuale di Google) in lingua Italiana (ndr finalmente diremmo) per tutti i dispositivi android 6.0 o successivi con almeno 1,5 GB di RAM e risoluzione dello schermo almeno da 720p. Ma che cosa ha di speciale precisamente Assistant rispetto a Now? A essere sinceri non molto. Quando fu annunciato Now nel lontano 2013 scosse abbastanza interesse nella maggior parte delle persone per il suo sperimentale e primo approccio al machine learning (che ad oggi sembra qualcosa di rivoluzionario, mai sentito prima e mai utilizzato). Di fatti Now aveva la peculiarità (oltre a rispondere alle domande, dare consigli ed eseguire azioni) di archiviare le ricerche abituali fatte dall’utente e prevedere cosa desiderasse la prossima volta. E Assistant? Beh fa la stessa e medesima cosa.

Ma quindi dov’è la reale differenza tra i due? Dall’approccio nel capire le domande, dare le risposte e il modo di comunicare con l’utente. Spiegandoci meglio, Now alla richiesta “come ti chiami?” indicizzava le parole e faceva una ricerca sul web, mentre Assistant rispondeva in maniera più spiritosa lasciandoti la sensazione che avesse coscienza di sé.

Insomma tutte le domande che comportavano un discorso Now le indicizzava mentre Assistant rispondeva in maniera personale. Un’altra delle peculiarità di Assistant di cui molti parlavano erano le ricerce contestuali. In parole povere se doveste cercare “Quanto è alto l’Empire State Building?” e successivamente chiedere “Quando è stato costruito?” Assistant capirebbe che vi stareste riferendo al soggetto della domanda precedente, rispondendovi di conseguenza. Ma anche qui casca l’asino perche Now inserirebbe in automatico il termine mancante nella domanda per darvi la risposta contestuale.

Per quanto riguarda lo svolgimento di funzioni vocali con comandi specifici come per esempio scrivere un messaggio o attivare il bluetooth i due “assistenti” si comportano egregiamente. Ricordiamo che tutti e due hanno la possibilità di interagire con applicazioni di terze parti grazie alle API rilasciate tempo fa da Google. In conclusione, Assistant attualmente non ha grosse differenze rispetto a Now, ma nell’utilizzo quotidiano risulta essere meno “demoralizzante” e più divertente, oltre al fatto che tutte le features esistenti o che verranno implementate in lingua inglese arriveranno in italiano, trasformando Assistant in un vero e proprio assistente virtuale.

Raccontateci la vostra esperienza invece!

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